lunedì 13 settembre 2010

1924-25: Juventus F.C. vs Bologna F.C., le prime polemiche


Bologna contro Juventus, una grande classica del football italiano, un match che affonda le proprie origini nella notte dei tempi. Una partita da sempre ricca di scontri, feroci polemiche, accuse reciproche, fin dagli albori ricca di pathos. Partita sentitissima dai bolognesi e dagli juventini della Romagna e dintorni che, come narrava Gianni Brera, tifavano Juve nel desiderio di umiliare la prepotente Bologna e la sua squadra di calcio, che proprio in quegli anni stava per assurgere a livelli di mitologia calcistica. Quello che posto è il resoconto della partita di andata del campionato 1924-1925, l'anno nel quale il Bologna F.C. si laureò campione d'Italia per la prima volta nella sua storia. Fu una sconfitta, subita sul vecchio campo di proprietà della Juventus, il mitico stadio di "Corso Marsiglia" uno dei più belli e moderni dell'epoca. Il Bologna perse per 2 a 1, con le reti di Pietro Pastore - grande attaccante originario di Padova, in seguito divenuto attore cinematografico -, pareggio di Pietro Genovesi per i rossoblù, e gol della vittoria in palese posizione di fuorigioco di Virginio "Viri" Rosetta, formidabile campione strappato dalla Juventus alla Pro Vercelli nel 1923. Questo fu solo l'antipasto di una sfida infinita che infiammò tutti gli anni '20 e '30, e che ancora oggi regala scintille.

Nella foto in alto, da sinistra: Alberto Pozzi, Giuseppe Muzzioli, Pietro Genovesi, Mario Gianni, Bernardo Perin, Angelo Schiavio, Giuseppe Della Valle, Giovanni Borgato, Gino Spadoni, Gastone Baldi, il dr. Hermann Felsner. Seduto: Felice Gasperi.

Tratto da “Il Progresso Sportivo„

del 10 novembre 1924

6^ giornata

L'ARBITRO NON FA IL MONACO

Prima o poi doveva accadere: in un colpo solo il Bologna perde imbattibilità e primato, interrompendo nel modo più brusco la propria striscia di successi. Gli uomini di Felsner cadono sul campo della Juventus nella partita clou della giornata, aperta da un immediato gol dell'implacabile Pastore. Molto disappunto alla fine per gli ospiti, piegati da un gol segnato da Rosetta da una posizione decisamente irregolare. I bianconeri si isolano in testa alla classifica anche grazie al pari cui una rinfrancata Andrea Doria costringe i bianchi della Pro Vercelli. Il Livorno si riprende contro la Sampierdarese grazie a una doppietta del sempre più strepitoso Magnozzi, il Padova fa lo stesso sbarazzandosi del Derthona, che resta così solo in fondo alla classifica. Preoccupante il momento del Milan, che esce a pezzi dalla partita di Mantova e scivola in zona retrocessione.

9 novembre 1924, Torino

JUVENTUS-BOLOGNA 2-1

Reti: 1' Pastore, 86' Genovesi, 87' Rosetta

JUVENTUS: Combi; Gianfardoni, Bruna; Viola, Monticone, Giriodi; Grabbi, Rosetta, Pastore, Munerati, Gambino

Allenatore: Karoly

BOLOGNA: Gianni; Borgato, Gasperi; Genovesi, Baldi, Spadoni; Pozzi, Della Valle III°, Schiavio, Perin, Muzzioli

Allenatore: Felsner

Arbitro: Barnabò di Milano

L'arbitro Barnabò, concedendo alla Juventus il goal segnato al 42° minuto del secondo tempo da Rosetta, che si trovava a qualche metro dalla porta in perfetta e lampante posizione di fuori giuoco, non solo, ma che aveva anche allontanato con uno spintone un difensore avversario, ha completamente falsato il risultato della partita. La squadra torinese sinceramente non ha oggi meritato di vincere: un match nullo avrebbe potuto esattamente rispecchiare l'andamento dell'incontro. E ciò diciamo anche se chi ha dominato in campo è stato il Bologna. I rosso-bleu sono stati nettamente superiori, in specie nel primo tempo, sia per numero di attacchi che per qualità di gioco. Ma a tale supremazia complessiva non ha corrisposto una adeguata efficienza.Il difetto della squadra bolognese è stato oggi nell'indecisione e più ancora nella imprecisione degli attaccanti i quali si sono lasciati sfuggire occasioni, pur create magnificamente da loro, quali di rado si presentano in una partita; e non hanno saputo sfruttare situazioni che sembrava dovessero fatalmente concludersi nel sospirato goal. In specie nel primo tempo abbiamo detto, perché fu nel primo tempo e precisamente nella sua seconda metà che il pallone stazionò quasi senza soste nel campo juventino. E fu in questo periodo che le azioni bolognesi piacquero di più.La prima linea scendeva a veloci folate, combinando piacevolmente, ben sostenuta dagli halves per quanto questi fossero seriamente preoccupati della difesa non troppo sicura e le cui incertezze avevano già provocato a qualche minuto dall'inizio il goal di Pastore. Perin, Schiavio e Della Valle, ottimi palleggiatori, aggressivo il terzo, furono brillanti, efficaci, scintillanti da metà campo, fino al limite dell'area di rigore: la seconda linea juventina specialmente debole a sinistra, con Giriodi, il quale veniva regolarmente superato da Pozzi, la cui intesa con Della Valle ha avuto dei momenti brillantissimi, non ha quasi mai costituito un ostacolo insuperabile per gli attacchi dei bolognesi. Ma giunti a ridosso dell'estremo triangolo difensivo ogni sicurezza, ogni vivacità scompariva: Gianfardoni e Bruna avevano un buon giuoco con i loro energici e tempestivi interventi a liberare, ad allontanare la minaccia, perché potevano approfittare della indecisione, in certi momenti quasi dello smarrimento forse dovuto a una inesplicabile emozione, dei forwards i quali o si perdevano in passaggi in linea, o tiravano sbagliando nettamente il bersaglio o si lasciavano pescare con il pallone tra i piedi. Combi, relativamente al numero delle volte che si è visto invasa la propria metà campo, è stato poco impegnato e quasi sempre con tiri non pericolosi. È mancato insomma ai bolognesi lo scatto finale e risolvente; le discese iniziate con energia sono andate sempre perdendo vigore, quasi arenandosi. Diremo però che tutta la squadra bolognese è apparsa fredda, non trascinante. Non intendiamo dire, si badi bene, che siano apparsi freddi i suoi singoli componenti i quali anzi spesso fanno sfoggio di un bel ardore, di un focoso impegno, ma è apparso freddo il complesso del giuoco e lo stile un po' accademico. Le azioni si sviluppano quasi con lentezza, non sono mai travolgenti. E poiché quelli che hanno oggi dominato, che hanno imposto il proprio gioco sono stati i bolognesi, non c'è da stupirsi se il match non sia stato dei più appassionanti. Abbiamo detto della prima linea bolognese: dobbiamo aggiungere che Muzzioli, reso quasi inattivo nel primo tempo dall'attenta sorveglianza di Viola, è stato più brillante nella ripresa. Del resto se la qualità del gioco nel secondo tempo non valeva quella del primo ciò non toglie che i bolognesi siano stati più energici e più attivi. Ma si sono allora un po' disuniti, hanno perduto il loro assieme, si sono alquanto sbandati e l'intesa non è più stata tanto efficace. E questo benché l'appoggio della seconda linea non sia loro venuto meno: tutt'altro. Genovesi, Baldi e Spadoni si sono oggi prodigati con maggior generosità nel secondo tempo. Ma mentre il loro gioco di sostegno è sempre apprezzabile, quello difensivo non sempre riesce soddisfacente. Costretti a retrocedere per arginare gli attacchi si disorientano precipitosi e talvolta anche imprecisi. Il male sì è che oggi si è abbastanza spesso richiesto il loro aiuto in difesa perché la coppia Borgato e Gasperi non ha costituito un blocco saldo che desse completo affidamento. È migliore Borgato, ma anche il veneziano non è apparso eccessivamente sicuro benché abbia avuto dei buoni momenti. È certo che se l'accennata deficienza organica della prima linea ha impedito oggi al Bologna di vincere, perché non è riuscita a segnare dei goals malgrado la sua lunga permanenza in area avversaria, alla debolezza della difesa è imputabile la sconfitta o, per essere più esatti, il primo goal, perché il secondo, come abbiamo detto, è stato segnato da Rosetta portatosi comodamente alle spalle dei backes. Gianni fra i difensori è stato pure il migliore: non che non abbia commesso errori, specie all'inizio quando era o appariva emozionatissimo, ma nessun errore è stato fatale e i due goals segnati sono di quelli assolutamente imparabili. La Juventus non ha giuocato una grande partita: tutt'altro. Ha vinto, sia pura fortunosamente, e la vittoria forse farà dimenticare tante cose, ma non è apparsa per niente in buone condizioni. Intanto l'attacco non funzionava: e questo diciamo anche se oggi Pastore, colpito duramente dopo una decina di minuti, al ginocchio malato, ha potuto essere di ben scarso rendimento. E tale mancato funzionamento stupisce in quanto gli uomini, tranne Gambino, sono quelli che l'anno scorso ci hanno fatto assistere a tante belle partite. Se prendiamo i cinque avanti uno per uno dobbiamo riconoscere di trovarci davanti a uomini di una certa classe: e ci riferiamo in particolar modo al terzetto centrale cioè a Munerati, Pastore e Rosetta. Anche Grabbi e Gambino non giuocano male: il primo è un po' troppo irruento e confusionario, ma quando riceve la palla sa non sciuparla. Tutti sono buoni palleggiatori, non distribuiscono male, ma non riescono ad andare d'accordo. Oggi è mancata loro ogni intesa. Hanno portato attacchi irruenti, vigorosi, decisi, ma quasi esclusivamente basati su azioni individuali, su scappate isolate. Sono stati nettamente soverchiati dagli avversari e non hanno potuto sbaragliare la non eccessivamente solida difesa bolognese. È alla seconda linea, tranne Giriodi del tutto nullo, ai backes e a Combi che la Juventus deve l'odierna affermazione. La difesa juventina costituisce un blocco quasi si potrebbe dire granitico quale ben poche squadre possano attualmente vantare. Monticone, Viola, ripresosi dopo un inizio incerto, Gianfardoni, Bruna in gran forma e in gran giornata, e Combi sempre sicuro (anche se nel goal bolognese si possa riscontrare una qualche sua responsabilità) hanno resistito all'imperversare degli attacchi del Bologna. E hanno resistito bravamente, sempre sicuri, senza incertezze. L'anima di questa ostinata, efficace quasi irruenta azione difensiva è stato il "vecchio" Bruna: vecchio per modo di dire perché il capitano juventino ha fatto sfoggio oggi di una foga, di un ardore inesauribile, di una sicurezza, di un senso nella scelta del tempo veramente entusiasmanti. Ma anche gli altri che abbiamo citato si sono prodigati senza risparmio e possono esser ben fieri della loro partita, perché l'esito che ha coronato i loro sforzi è essenzialmente dovuto alla difesa.

IL PRIMO TEMPO

Agli ordini dell'arbitro Barnabò dell'Internazionale, alle ore 15 le squadre si sono allineate in campo. Hanno la palla i bolognesi, che giocano con il sole in faccia, ma i primi ad attaccare sono i torinesi i quali impegnano subito il portiere che però si libera facilmente. I torinesi scendono di nuovo per iniziativa di Grabbi il cui centro è raccolto di testa da Munerati che manda alto fra il disappunto della folla enorme che gremisce spettacolosamente il campo. Non è passato un minuto che durante una discesa dei bianco-neri Pastore appprofittando senza incertezze di un errore di Borgato fila verso Gianni, scarta Gasperi e segna con un tiro fortissimo da pochi metri. Questo insperato succcesso che manda in rumoroso visibilio la gran massa del pubblico, senza scoraggiare i bolognesi ringalluzzisce i torinesi che al 6° minuto possono usufruire di un corner dovuto a Spadoni; la inevitabile mischia nell'area della porta viene risolta da un offside. Ma il Bologna a poco a poco va imponendosi e l'area juventina incomincia ad essere invasa dai suoi cinque attaccanti ben sospinti da Genovesi, Baldi e Spadoni i quali appaiono più a loro agio all'offesa che alla difesa. Al 7° minuuto Della Valle manda fuori, imitato all'8° minuto da Perin che raccogliendo un centro di Pozzi tira sfiorando il palo laterale della porta. La Juventus non si limita però a difendersi con molta energia: non manca di attaccare con altrettanta energia, anche se Pastore colpito duramente al ginocchio al 10° minuto può dare ben poco aiuto ai compagni. E al 13° minuto ottiene un secondo corner: infruttuoso anche questo; ché anzi sul lungo calcio liberatore di Borgato l'iniziativa passa ai Bolognesi che obbligano, con Schiavio e Perin, il portiere avversario a due consecutive parate difficili: subito dopo Schiavio sciupa un'occasione favorevolissima a pochi metri da Combi. E il pallone torna verso Gianni: la difesa rosso-bleu, serrata da presso, non trova di meglio che salvare in corner al 17° minuto: ma il calcio d'angolo non provoca alcuna soluzione. La Juventus insiste per qualche minuto e minaccciosamente, perché Rosetta colpisce violentemente il palo laterale con un tiro da oltre quindici metri e poco dopo Pastore con un tiro raso terra obbliga Gianni ad una parata a terra. Da qui si inizia la netta supremazia del Bologna: la prima linea juventina perde ogni efficienza e gli avversari hanno modo di mantenersi lungamente all'attacco. Svolgono delle buoni azioni, ben coordinate, ma, come abbiamo detto, prive di quella travolgente energia con la quale dovrebbero concludersi. Numerose sono in questo periodo le occasioni perdute. Notiamo cosi al 22° minuto un centro di Pozzi sbagliato nettamente da Della Valle, Schiavio e Perin, raccolto solo da Muzzioli che per precipitazione manda fuori, un tiro a lato di Della Valle al 23° minuto, un corner contro la Juventus al 25° minuto. Poi la difesa torinese, che lavora splendidamente, riesce ad allontanare la minaccia; e gli avanti giungono fin presso alla porta di Gianni. Ma Munerati manda alto di testa. E il Bologna riprende l'offensiva: Combi al 28° minuto salva miracolosaamente un tiro di testa di Della Valle e poco dopo blocca con sicurezza un pallone inviatogli da Perin. La superiorità bolognese è netta, chiara. Al 32° minuto la Juventus è per la seconda volta in corner, ma Muzzioli manda in corner. Una breve riscossa juventina abbiamo verso il 40° minuto e Gianni deve anche liberarsi di un pericoloso tiro spiovente dopo aver annullato un debole tentativo di Monticone, ma al 41° minuto Muzzioli raccogliendo un free-kick di Genovesi sbaglia il bersaglio da un paio di metri. Ancora una fuga senza seguito di Gambino, un terzo corner contro la Juventus a coronamento di una brillante discesa bolognese, il primo tempo finisce.

LA RIPRESA

L'inizio del secondo tempo vede una maggiore vivacità e aggressività dei bolognesi: già al 1° minuto Della Valle tenta la via del goal ma manda alto. La Juventus però non sembra disposta a subire ancora la supremazia avversaria e la sua azione offensiva appare più nutrita. La partita acquista in vivacità anche se perde in compostezza da parte dei rosso-bleu. Gianni è impegnato al 2° minuto da un tiro di Rosetta e al 3° minuto da Giriodi. Ma poi gli attaccanti bolognesi partono in controffensiva: è Baldi che con una spettacolosa entrata libera prima; poi l'azione è sciupata da un tiro a lato di Perin. AI 6° minuto Combi deve parare un tiro di Pozzi: il pallone gli sfugge dalle mani, ma Schiavio da due metri lo manda incomprensibilmente molto alto. Gli avanti bolognesi peccano evidentemente nell'area di rigore della calma necessaria, di sangue freddo. Al 5° minuto un errore di Gasperi, spostato molto avanti, da modo a Rosetta di scendere verso la porta avversaria: stretto da Borgato passa a Gambino il quale però manda fuori. E siamo ancora sotto il goal di Combi: l'azione bolognese è pericolosa per i torinesi, ma un hand di Schiavio sciupa ogni cosa. Una situazione gravissima per il Bologna provoca poco dopo Grabbi, ma Gianni con due belle parate si salva in corner: la melée che ne succede è senza effetto. E la superiorità complessiva di giuoco del Bologna appare nuovamente anche se infruttuosa: perché prima Schiavio tira alto, poi Muzzioli, dopo aver superato brillantemente Gianfardoni e Bruna, manda di lato. I bolognesi insistono ma la difesa juventina è quasi impenetrabile: Della Valle tenta al 19°, 21° e 23° minuto di sorprendere da lontano Combi, ma i suoi tiri peccano di misura e il portiere avversario non ha nemmeno bisogno di intervenire. Intanto ci avviciniamo alla fìne: Karoly decide di rinforzare la difesa e manda Giriodi all'ala destra, retrocedendo Grabbi. Gli attacchi bolognesi diventano più irruenti, più precipitosi: ma Schiavio, Muzzioli e Della Valle o sbagliano o trovano Combi pronto alla parata. Qualche discesa juventina disordinata riesce inconcludente per colpa di Pastore e Munerati che imitano gli avversari. Il Bologna passa ora tutti i suoi uomini all'attacco: solo Borgato e Gasperi rimangono a guardia della loro metà campo, mentre la Juventus si richiude in difesa retrocedendo anche Rosetta. Il giuoco è vivacissimo se pur disordinato. È al 41° minuto che il Bologna riesce a segnare: tira Pozzi, Combi dopo aver parato sta per respingere, quando Genovesi interviene mandando il pallone nella rete. L'insuccesso sembra galvanizzare i torinesi che subito invadono il campo avversario e ottengono al 42° minuto un free-kick. Mentre Viola si appresta al tiro, Rosetta si porta dietro i backes in perfetta posizione di offside. Viola passa a Pastore il quale allunga a Rosetta, il vercellese, che aveva già allontanato con le mani un avversario, non ha difficoltà a infilare la rete di Gianni. Tra la sorpresa generale Barnabò concede il goal: i bolognesi protestano, ma l'arbitro che ha lasciato molto a desiderare durante la partita, minaccia l'espulsione di Gasperi. Il dott. Felsner deve sudare non poco per calmare i suoi uomini e indurli a non abbandonare il campo. E ci riesce. Ma oramai la partita è decisa e nessuno sforzo dei rosso-bleu riesce a mutare le sorti.

Juventus batte Bologna

Da "La Stampa" del 10 novembre 1924

di Vittorio Pozzo

Pietro Genovesi.
Pietro Genovesi.
La partita si era aperta sotto buoni auspici sia per la tecnica del giuoco che per la squadra concittadina. La prima linea della Juventus funzionava. Qualche riuscito cambiamento di posizione fra gli uomini del centro, o qualche veloce incursione delle ali, erano l'indice di questa buona disposizione dell'attacco. Come conseguenza, il portiere bolognese veniva chiamato ben presto al lavoro. Come risultato concreto i juventini segnavano un punto quando appena cinque minuti dall'inizio erano passati. Un'azione sulla sinistra, a cui prendevano parte Gambino, Pastore, Munerati, Rosetta e Monticone ed alla cui riuscita concorreva una incertezza di Genovesi, e Pastore evitava un terzino, sgusciava a fianco dell'altro e senza esitazione alcuna sparava alto nell'angolo sinistro, lasciando Gianni senza mercè. Urlo di gioia, giubilo frenetico in campo juventino. I bolognesi, colpiti dallo smacco, si rimboccavano moralmente le maniche, riorganizzavano le file e partivano alla controffensiva. In una avanzata juventina, Pastore si feriva seriamente ad un ginocchio, cadendo nell'area di rigore. L'infortunio del bravo attaccante della Juventus avveniva appunto al momento psicologico in cui gli ospiti stavano superando moralmente il disappunto del goal subito. Pastore usciva dal campo, vi rientrava subito, tornava ad uscirne, se ne allontanava di nuovo, e quando vi rimetteva piede non era che per farvi la parte della comparsa. L'attacco bolognese si snodava, e brillava in questo momento della sua miglior luce a metà tempo. Continuazione, intesa, padronanza della palla, stile di corsa, tutto colpiva l'occhio. Ma una cosa mancava assolutamente ed impressionava vivamente, ed era la mancanza di efficacia davanti alla porta. Perin scendeva a dare una mano ai proprii mediani e distribuiva lodevolmente. Della Valle metteva nel suo giuoco quelle belle doti di energia che lo distinguono, Pozzi mostrava dominio della palla e precisione di centro, Schiavio dava a vedere l'intelligente studio di indurre in errore i due terzini per quindi sgusciar loro di mezzo; ma tutti quanti si trovavano confusi ed imprecisi nell'area di rigore, come se il miraggio dello scopo che si approssimava, abbacinasse loro gli occhi col suo splendore. Così succedeva che il Bologna dominava, ma che le occasioni di segnare in questo primo tempo era quasi identiche alle due parti. Rosetta infatti colpiva uno dei pali della porta bolognese con un tiro preciso ed improvviso, e Grabbi e Gambino portavano al centro alcuni palloni densi di pericolo. Dall'altra parte chi era che mancava un'occasione madornale di segnare, era l'ala sinistra, Muzzioli. Un bel centro proveniente dalla destra portava ad una situazione così confusa fra difensori ed attaccanti, che Muzzioli veniva a trovarsi a due metri dalla porta, con Combi a terra e con sette metri di bersaglio aperti innanzi a sè. Era un invito dalla corte, Muzzioli lo declinava e deviava a lato.
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Si giungeva così a metà tempo con vantaggio torinese. Alla ripresa, la fisionomia del giuoco non variava di molto. Se c'era una variazione, era quella che l'attacco bolognese perdeva molte delle sue belle caratteristiche tecniche. E perdendo in finezza, quest'attacco otteneva migliori occasioni di segnare che nel primo tempo. Era Combi che lasciava cadere il pallone nei piedi di Perin, e la palla invece di un tocco leggero in un angolo della rete riceveva un colpo furioso che la spediva a cinque metri al di sopra del palo trasversale. Era Muzzioli che scavalcava di forza l'ostacolo di tre o quattro uomini, e trovatosi in eccellente posizione mancava oltre che l'obbiettivo anche quel proiettile che è rappresentato dal pallone. Era Schiavio che s'ingarbugliava e rendeva, coll'esitazione, difficile una posizione straordinariamente facile. Al lato opposto non si poteva parlare di attacchi organici, ma la difesa bolognese veniva tenuta desta da puntate individuali e da energiche per quanto confusionarie azioni dei superstiti dell'attacco. Superstiti nel senso che, con Pastore invalido, con Rosetta la cui attività parodiava quella di un attaccante, e con Giriodi che aveva cambiato di posto con Grabbi, gli elementi effettivi erano rimasti pochini. L'incontro si protraeva così in un ambiente di grande elettricità fuori dal campo, con predominio bolognese e poco ordine generale sul campo, fino a pochi minuti dal termine. A questo punto giungeva inaspettatamente la soluzione sotto forma di due punti che facevano soffrire il soffribile e godere il godibile ai sostenitori delle due parti. Un accenno a giuoco largo dei bolognesi cho spediva la palla a Pozzi, un bel centro spiovente sulla porta. Combi afferrava la palla ed aveva la disdetta di vedersela rimbalzare sulla rete, tramite la schiena Genovesi sopravveniente in carica. Pareggio. Reazione juventina violenta ed impetuosa. Un calcio di punizione sulla destra tirato da Viola. Un pallone ribelle che sfugge di taglio a bolognesi e juventini, e che giunge a Rosetta, solo davanti a Gianni. Un piccolo tocco, e la palla è nella rete. Una lunga e concitata discussione sui fuori giuoco, sulle sue origini e sfumature, discussione fra i giuocatori e fra il pubblico. Rosetta era «offside». Più «fuori giuoco» di così si muore. Per giudicare però della validità del punto, occorre vedere chi toccò per ultimo la palla, prima che essa giungesse a Rosetta. Cosa che non è della maggior facilità dato il groviglio e la rapidità dell'azione. Il fatto è, che l'unica persona autorizzata ad un'opinione ufficiale in materia, decretava il punto come valido, e tutto il rimanente si liquidava in chiacchiere, reclami e commenti. Così la Juventus chiudeva l'incontro vittorioso. Le due squadre presentavano la seguente formazione:

Bologna: Gianni; Borgato e Gasperi; Genovesi, Baldi e Spadoni; Pozzi, Della Valle, Schiavio, Perin e Muzzioli.

Juventus: Combi; Gianfardoni e Bruna; Viola, Monticone e Giriodi; Grabbi, Rosetta, Pastore, Munerati e Gambino.

Arbitro Barnabò di Milano.

Partita strana. Strana per un arbitraggio irto di trovate amene. Strana per l'andamento del giuoco e per il comportamento delle squadre. Forse le cose sarebbero andate diversamente se l'attacco juventino fosse riuscito al completo fino al termine. Come andarono le cose, la migliore delle due unità fu la bolognese. C'è equilibrio nell'undici. Non v'è più una sproporzione enorme fra il valore dei diversi elementi. Anche la difesa, che rappresentò a lungo il tallone d'Achille della squadra, si è consolidata. Borgato fu ieri un terzino sicuro sul pallone e nella posizione. L'attacco rivelò coesione nel primo tempo. In questo periodo quattro almeno dei cinque «avanti» mostrarono chiaramente quanto sia facile lo scombussolare una difesa con delle avanzate miranti sistematicamente ad attrarre due avversari su una stessa linea per poi eliminarli ambedue con un passaggio effettuato in senso diagonale, fra l'uno e l'altro. Un'offensiva bolognese condotta verso il ventesimo minuto del primo tempo, e terminata in un centro di Pozzi, fu un esempio classistico di questo tipo di intesa. Ma sotto alla porta, ogni velleità aggressiva svaniva. E se il Bologna non vinse il match deve in primo luogo attribuirlo ai suoi attaccanti, che ebbero occasioni sufficienti per rimediare e alla precisione di Pastore e alle opinioni dell'arbitro. In ogni incontro, il coefficiente «fortuna» pesa sul risultato finale altrettanto quanto il merito o poco meno. Per questo il giuoco è bello: per la sua gloriosa incertezza. Ma la fortuna è femmina. Ama che le si vada incontro con intraprendenza ed intelligenza. Ama esser conquistata. E chi si lascia sfuggire ad esempio l'occasione che il caso aveva presentata a Muzzioli nel primo tempo, perde ogni diritto a parlar di sfortuna. Perchè gli attaccanti dei tempi nostri abbiano perso l'abitudine di deviare con un semplice tocco dell'interno del piede o della suola stessa della scarpa un centro che ha carattere di difficoltà, riesce inspiegabile. Si preferisce oggi incontrare di violenza un pallone pieno di effetto, si preferisce la cannonata ultra potente in casi dove non la forza ma la precisione contano: si manca il facile perchè si vuol fare il difficile. Della Valle profuse all'inizio tutta la sua generosa e vigorosa energia nell'incontro. Nel 2° tempo questa energia si era trasformata in orgasmo e nervosismo. Quando si parla di attacco bolognese, vi si include la linea mediana, con in primo piano Baldi, che ha spiccate attitudini costruttive. Ora Baldi, preciso come fu nel servire i suoi attaccanti, fu, come Della Valle, ligio ad un tema solo d'attacco: il tema stretto e minuto. Mai una volta Della Valle cercò il contatto colla lontana ala sinistra, saltando gli indugi della combinazione coi compagni vicini. E non fu che nell'ultimo quarto d'ora che Baldi diede segno di ricordarsi di quella larga distribuzione di cui pure aveva notato l'abilità in un giorno non lontano in cui restò la maglia azzurra allo Stadio Pershing di Parigi. Non poca dell'inefficacia dell'attacco bolognese è dovuta a questa monotonia del suo giuoco, a questo carattere unilaterale, della sua attività.
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La Juventus vide Bruna in gran giornata. Senza esser potente, Bruna fu ieri intelligente nell'intuire le intenzioni dell'avversario, energico nell'intervenir in situazioni disperate, preciso nel liberare la propria area di rigore. Bruna fu il miglior uomo in campo. Combi scontò con un «goal» l'unico errore commesso nella giornata. Errore che consistette essenzialmente nel tentar di liberare dallo stesso lato del campo da cui è nato l'attacco, il che significa correre incontro al pericolo. Ma, a parte questo, Combi ha della classica per la perfezione degli atteggiamenti e per l'elasticità dello movenze. Viola e Monticone furono due lavoratori instancabili, due delle colonne su cui si resse l'ossatura della squadra, mentre Giriodi fu così lontano dalla forma mostrata anche soltanto l'anno scorso, da lasciar perplessi sullo sue reali condizioni fisiche.