Il Bologna che disputò il campionato 1931-32, fu probabilmente il migliore di tutti gli anni Trenta. In quel preciso momento storico, gran parte dei calciatori rossoblu - i più forti, l'asse portante dello Squadrone che faceva tremare il mondo, i vari Schiavio, Maini, Gasperi, Fedullo, ecc. - erano nel pieno delle loro forze e della loro carriera. Quel Bologna pareva invincibile: solido e tetragono in difesa; ricco di fantasia negli interni sud-americani; un attacco esplosivo con Schiavio e Reguzzoni su tutti. Una vera e propria macchina, inarrestabile. I rossoblu caddero solo alla 20^ giornata, 2-1 a Roma contro la Lazio di "Filò" e Del Debbio, dopo 19 (!) risultati utili consecutivi: 13 vittorie (5 fuori casa) e 6 pareggi. Lo Squadrone si piazzò al secondo posto assoluto in campionato, a soli 4 punti dalla Juventus, dopo avere dominato per tre quarti di stagione. Solo un volontario intervento-killer di Luis Monti sul ginocchio di Schiavio, nel match decisivo per le sorti del campionato - con il risultato fino a quel momento a vantaggio del Bologna per 2-1 e supremazia rossoblu anche sotto il profilo del gioco -, impedì al Bologna di vincere la partita - o quanto meno di pareggiarla - e probabilmente spezzare quello che poi sarebbe divenuto famoso come il "quinquennio" juventino (cinque scudetti consecutivi tra il 1930-31 al 1934-35, una squadra formidabile). Schiavio tornò in campo nel secondo tempo di quella partita solo per onor di firma (non c'erano infatti le sostituzioni all'epoca), e la Juventus ebbe così via libera per potere rimontare il risultato e vincere la partita per 3 a 2, con rete di Vecchina a pochi minuti dalla fine del match. Quello di Monti su Schiavio fu un intervento criminale (l'argentino - che era un grande campione, non si discute - non era nuovo a simili "prodezze": anche Matthias Sindelar dell'Austria Vienna, che Monti aveva in uggia, alla pari di Schiavio, uscì a braccia dal campo dopo un match di Coppa dell'Europa Centrale) e determinante per la conquista di quello scudetto juventino. In seguito a quell'episodio, servì tutta la diplomazia di Vittorio Pozzo per riappacificare gli animi dei due in Nazionale. Schiavio, che aveva bollato Monti con la parola delinquente, all'epoca un insulto pesante, fu inizialmente refrattario all'opera di pacificazione da parte di Pozzo, anche perché tra i due esisteva un precedente risalente al 1929, durante la tournée in Sud America del Bologna, nella partita che pose di fronte la Nazionale argentina e il Bologna: "Durante la gara Monti intervenne più volte sul centravanti felsineo e fu sfiorata la rissa in numerose occasioni". (Fonte: C.F.Chiesa da "Il Secolo Azzurro" [Nota: né "Il Littoriale" né "La Stampa" di Torino del 1929 riportano l'episodio in questione.]). Pozzo, anni dopo, spiegò come riuscì a fare convivere i due: "Luisito e Angiolino erano divisi da un duro astio. Mi decisi di buzzo buono alla rappacificazione che si rendeva necessaria. Non fu un'impresa facile, perché ambedue gli interessati avevano il loro carattere. Ma vi riuscii, non sto a raccontare come, e poco per volta portai i due a dividere la stessa camera d'albergo nei nostri viaggi all'estero". Monti e Schiavio non diventarono mai amici, ma presero a rispettarsi come compagni di squadra.
Dal "Littoriale" del 2 maggio 1932.
"Chi ha assistito a questa emozionante ed ardente contesa sulla cui importanza è inutile insistere, osservando obiettivamente i fatti e giudicando con serenità ha riportato l'impressione che il Bologna, squadra fortissima, meritava la vittoria, o almeno un risultato pari. La sfortuna e molti altri elementi, hanno concorso all'insuccesso di stretta misura. Sarà bene però rilevare che nell'aspra ed appassionante lotta il Bologna ha riconfermato l'alta classe e l'indomito spirito agonistico, e che la vittoria cui ha contribuito un calcio di rigore, non è certamente una brillante affermazione di superiorità dei bianco neri. Questa considerazione, e la potenza dimostrata specialmente all'attacco dalla squadra ospite, dicono chiaramente come non sia questa la scena madre del campionato che deve ancora decidersi fra le due compagini avversarie in altre 6 partite. La squadra felsinea pur combattendo con coraggio, ha piegato di fronte ad una Juventus resa maggiormente combattiva dalle condizioni del campo e dalla tattica che riteniamo errata usata nel secondo tempo dalla compagine bolognese. La pioggia caduta incessantemente durante la settimana precedente all'incontro e durante la partita, aveva trasformato il campo in un vero acquitrino: di ciò ha risentito maggiormente il Bologna che non ha potuto usufruire completamente delle qualità di velocità che distinguono le sue azioni nell'offesa. Tuttavia la classe in alcuni uomini che compongono l'undici rosso bleu, aveva sopperito dall'inizio e sino alla fine del primo tempo, alle difficoltà create dalle condizioni sfavorevoli del terreno. Infine la squadra ospite era riuscita a chiudere la prima parte della contesa con un netto vantaggio concretato nel punteggio di 2 a 1, ma nella ripresa, forse con la speranza di riuscire a conservare questo vantaggio, si è visto il Bologna rattrappirsi in difesa, venendo da sè stesso a creare condizioni favorevoli per l'offensiva avversaria, liberata dalla temibile pressione dell'attacco degli uomini guidati da Schiavio.
L'incidente Monti - Schiavio.
Errore veramente grave, in quanto la forza maggiore della bella compagine bolognese, è appunto l'attacco che aveva dimostrato in diverse occasioni di trovarsi compleatamente a posto e di manovrare con respiro, con finezza e con intelligenza nell'area juventina. Dobbiamo però sottolineare un altro fatto che ha contribuito a mozzare le unghie al battagliero attacco rosso-bleu: al 44' del primo tempo in uno scontro fra il centro mediano juventino Monti, e Schiavio, che sino ad allora aveva giocato valorosamente e proficuamente per i suoi colori, questi cadeva; e si vedeva allora Monti farglisi sopra e colpirlo e pestarlo ripetutamente con intenzione al ginocchio, tanto che il valoroso attaccante felsineo fu trasportato a braccia fuori dal campo quasi svenuto. L'arbitro Lenti, o non si è accorto del grave fatto, o credette opportuno, per il buon esito della partita (il che è per noi molto discutibile) non dare il seguito che sarebbe stato doveroso e necessario al brutto episodio.
La tattica difensiva dei rosso - blu.
Può darsi che la tattica difensiva usata dal Bologna nel secondo tempo, sia stata dovuta ad eccessiva preoccupazione, dettata non non solo dalla speranza di conservare il successo ottenuto, ma sopra tutto dalla diminuita efficienza del reparto attaccante, per le contusioni riportate da Schiavio. Infatti il centro attacco bolognese, ritornava nel secondo tempo fra le file degli ospiti, ma la sua opera si limitava prima ad una semplice presenza, come ala destra nel quale ruolo non riusciva a portare aiuto ai compagni. Dopo il pareggio juventino, egli riprendeva il comando dell'attacco, ridotto a Reguzzoni, attivissimo, ed a lui zoppicante. La Juventus scatenava in pieno le sue offensive eseguendo una fita rete di attacchi in area avversaria.
La sfortunata reazione dei rosso - blu.
Cercò il Bologna a tratti di liberarsi dalla morsa e reagire e di portare a sua volta l'azione offensiva contro la porta di Combi. Due o tre volte la squadra ospite fu sul punto di riportare il successo ad opera di Reguzzoni che passò con precisione al centro numerosi palloni. Ma inutilmente, sia per l'inefficienza in cui era stato ridotto Schiavio, sia per la mancanza degli uomini della propria linea troppo arretrati a sostegno della mediana, sia perchè una volta trattenuto da Varglien per la maglia mentre si accingeva a tirare completamente libero da due o tre metri di distanza contro Combi. Infine Fedullo ha giuocato fra gli avanti nel suo ruolo di mezzo sinistro, e la prima linea del Bologna che ha svolto azioni bellissime e veramente pericolose per la precisione e per la distribuzione del giuoco. La linea mediana ha retto degnamente il confronto con quella avversaria. Montesanto è stato l'uomo che ha interrotto numerose incursioni dei bianco-neri ed a lui spetta il merito di aver rinviato sulla linea bianca della porta una centrata raso terra di Orsi e deviata in gol da Vecchina. La difesa ha avuto in Monzeglio un gladiatore calmo, preciso, e irruente quando era il momento egli ha saputo sempre affrontare gli avversari e dominarli.
Un semi - infortunio di Gianni.
Gianni che si è prodotto in qualche parata veramente difficile si è fatto passare un pallone e ciò si giustifica con l'eccessivo orgasmo di fronte all'avversario, così munito. La Juventus ha sferrato, come al solito, l'offensiva nel primo tempo, chiudendo in passivo e poi ha avuto respiro dalle menomate condizioni degli avversari e dalla loro errata tattica ha sferrato le azioni che gli fruttarono il successo. Diversi fattori testimoniano a favore della potente e volitiva squadra bolognese; prima di tutto il fattore campo e l'incidente contro Schiavio. Con ciò non si vuole diminuire la vittoria della squadra torinese che oggi ha piegato i suoi più fieri avversari e ha spianato il suo cammino. Un pubblico immenso affollava lo stadio molte ore prima dell'inizio della partita. Numerose comitive di bolognesi erano giunte con treni speciali. Alle 15 arrivano in campo le autorità acolte da festosi saluti e battimani. Nelle tribune siedono S. A. R. il Principe di Piemonte seguito dal Duca di Pistoia, dall'on. Giuriati, Presidente della Camera dei Deputati, il Segretario federale il Podestà di Torino. Subito dopo sbuca dal sottopassaggio Lenti, seguito dalle due squadre che assumono la formazione seguente: Bologna: Gianni; Monzeglio, Gasperi; Genovesi, Baldi, Montesanto; Maini, Sansone, Schiavio, Fedullo, Reguzzoni. Juventus: Combi; Rosetta, Caligaris; Varglien I, Monti, Bertolini; Munerati, Cesarini, Vecchina, Ferrari, Orsi.
La cronaca dell'incontro.
Al secondo minuto dall'inizio un calcio di punizione per fallo dei bolognesi. Monti manda fuori. Rimessa in giuoco; discesa Vecchina - Cesarini. I giuocatori sono spostati verso il fondo del campo e non hanno altro avversario che il portiere; ma Gianni esce si tuffa sui piedi di Cesarini e gli carpisce la palla. Al 5' discesa juventina e risposta bolognese. Fugge Maini, ostacolato da Bertolini, che ferma l'ala con uno sgambetto. Il calcio di punizione è battuto da Genovesi; Maini riprende la palla e la mette in rete. Fra un clamore di incitamenti, la Juventus parte all'attacco, e una discesa intessuta fra Ferrari - Orsi obbliga Montesanto per troncare, a mettere la palla verso la linea di fondo. Gianni libera. Monti lancia Orsi, che fugge ostacolato da due avversari verso la linea di fondo bolognese: qui giunto centra: sulla traiettoria della palla sono Munerati e Gasperi. Nel salto che entrambi compiono, Gasperi va a cozzare contro Munerati che cade. L'arbitro concede subito il calcio di rigore, che tirato da Orsi, batte inesorabilmente Gianni. È il 20' siamo uno a uno. Le squadre si temono, e manovrano velocissimamente cercando di non scoprire le rispettive difese. La netta superiorità bolognese è evidente. Al 25' un tiro di Baldi costringe Combi a uscire per arrestarlo. È preceduto da Maini che colpisce la palla di testa mandando fuori. In questo periodo giunge il secondo goal bolognese. Lo provoca un intervento falloso di Bertolini. Conseguente punizione battuta benissimo da Baldi che manda la palla a Schiavio che si libera del suo diretto avversario e precede il tuffo di Combi, spedendo in rete. È il 41', siamo 2-1 per il Bologna. A questo punto un incidente si verifica che mette fuori campo Schiavio, l'arbitro fischia subito dopo la fine del primo tempo.
La ripresa.
Si incomincia e l'azione indugia nei pressi dell'area felsinea. La palla perviene a Monti che centra. Raccoglie Vecchina quasi spostato sulla linea di fondo che tira in porta. Gianni ingannato non riesce a fermare la palla, che giunge salterellando e lo scavalca, in modo imprevedibile mentre egli si butta in tuffo. Siamo 2 a 2, è il 54'. Schiavio ritorna al posto consueto di centro avanti. Al 58' calcio d'angolo contro il Bologna. Cesarini, sulla traiettoria della palla, riesce a colpirla di testa ma sbaglia. Al 78' la Juventus riesce a segnare il punto della vittoria con Vecchina dopo un'azione portata da Rosetta sin quasi in area bolognese. Segue il vigoroso serrate del Bologna alla ricerca del pareggio; ma gli sforzi generosi degli atleti bolognesi rimangono sterili, in gran parte per l'impraticabilità del campo, ridotto in questi ultimi momenti ad un vero pantano".
Dal "Littoriale" del 3 maggio 1932.
"Maggio piovoso in quel di Torino, e apparato invernale, se non nella temperatura certo nelle condizioni atmosferiche. La partita per molti versi decisiva agli effetti del primato, ha avuto l'esito che la logica delle ultime prove della "Juventus", unite al sempre considerevole peso del campo amico, indicavano come il più probabile. I campioni hanno vinto, e oggi che il crollo della mediana laziale e conseguente gravissima sconfitta contro la "Roma", e la mancata vittoria del "Modena" sulla "Bari" sul campo di Viale Fontanelli sembrano fatti apposta per ammonire che il pericolo che la "Juventus" correrà anche sui campi avversi non è così urgente come si poteva credere, tre punti di distacco rappresentano un margine che -- a sei domeniche dalla fine del campionato -- può dare una certa tranquillità. Peccato! Avremmo preferito veder finire questa partita alla pari: ne avrebbe guadagnato l'interesse del torneo, e si sarebbero evitati i commenti, certo non benevoli, e con giusto motivo, che l'atto di Monti ai danni di Schiavio susciteranno. Per la gravità dell'atto inconsulto a sè e per le conseguenze inevitabilmente gravi che il "Bologna" dal dover giuocare con uno Schiavio praticamente inutilizzato ha dovuto risentire. Peccato, perchè il "Bologna" del primo tempo era apparso in forma splendente, e più ancora che per il punto di vantaggio con il quale era giunto al riposo, per la qualità di giuoco svolto, e per la resistenza alla pressione juventina, aveva convinto di essere in possesso delle armi migliori, degno in tutto e per tutto di lottar con i bianco-neri su un piede di uguaglianza. Alle insidie del terreno fangoso, si era mostrato anzi tecnicamente meglio attrezzato. Quando tra due squadre di tal levatura e in lotta per una posta così ambita, vien gettato sulla bilancia un peso negativo della forza di Schiavio che viene a mancare difficile è attrezzarsi in maniera da non risentirne danno. Forse lo schieramento difensivo adottato dal "Bologna" è stato una mossa sbagliata; forse un po' di nervosismo giustificato, in una col pallone viscido per la pioggia ha tradito Gianni: fatto sta che il "Bologna", ancora una volta con un solo punto di differenza ma è uscito battuto. Lenti, che aveva giustamente decretato senza esitare un calcio di rigore contro il "Bologna", ha avuto uno scrupolo eccessivo non prendendo nei riguardi di Monti il provvedimento che si imponeva. Non potremo certamente noi esser accusati di soverchie simpatie per i rigori eccessivi, o di scandalizzarci quando la contesa prende aspetto di battaglia: il calcio, esercizio maschio e rude, espone spesso a dolorosi incidenti. Quando però si tratta di un gesto come quello di Monti, indiscutibilmente violento e volontario il passarvi sopra è più che erroneo, colpevole. L'arbitro, del resto, può benissimo aver avuto elementi di giudizio sfuggito al controllo degli spattatori e dei critici.
Le speranze legate a un filo.
Il "Bologna" di domenica, può benissimo sperare di vincere tutte le partite e chiudere il torneo con la stessa autorità di marcia con la quale ha saputo condurlo sino ad oltre metà del cammino. Se così fosse, l'ultima parola non è ancora detta: "Modena" e "Lazio" non è detto che non trovino contro l'avversaria più illustre -- come è nelle loro tradizioni -- la giornata migliore, e allora... Ma tre punti di distacco sono molti, e il nostro sereno ottimismo si circonda di molte riserve...". p.l.t.
LA STAMPA -1 Maggio 1932
L'appassionante interrogativo dei campionato di calcio
Juventus o Bologna
di VITTORIO POZZO.
L'Inghilterra ha avuto sabato scorso a Wembley la Finale della sua coppa fra il Newcastle United e l'Arsenal, la Francia ha portato a conclusione domenica ultima a Colombes il torneo della sua più grande competizione coll'incontro fra Cannes e Roubaix, l'Italia vede oggi nell'incontro di Torino fra Bologna e Juventus la prova decisiva del suo Campionato.
Prova decisiva
Siamo in periodo di avvenimenti calcistici che devono dire una parola definitiva, ed è quindi logico — per lo meno non reca meraviglia — che ad un incontro che metta l'una di fronte all'altra le due compagini più agguerrite della stagione, si attribuisca senz'altro il pomposo titolo di « Finale ». Nel caso attuale, occorre dirlo subito, questi poteri taumaturgici e discrezionali, la gara fra il Bologna e la Juventus non li possiede. La gara stessa è la più schiettamente interessante che si possa concepire ed organizzare a questo punto del campionato, e può dir molto, moltissimo, ma non tutto in fatto di primo posto nella grande competizione. Nessuno dei due contendenti lascia infatti l'impressione di poter camminar diritto, a via spianata, e senza inciampar in ulteriori ostacoli, una volta superata la prova di Torino. In altre parole, quella che si disputa oggi è una battaglia di grande, di solenne importanza, ma non l'ultima. In sei altre giornate di combattimento, quello che sarà stato fatto o disfatto a Torino, potrà venir distrutto o ricostruito. Il che, mentre è un bene per lo stato d'animo con cui i giuocatori scendono in campo, non toglie assolutamente nulla alla bellezza della prova. La prova è bella in sè per il modo in cui si è giunti all'attuale situazione e per il valore intrinseco delle due squadre.
La marcia dei due « leaders »
Bologna e Juventus han staccato nettamente ogni altro concorrente al titolo di Campione, ed han fatto ciò percorrendo vie diverse e superando vicissitudini differenti. La marcia dei petroniani si iniziò fra la sorpresa e l'incredulità quasi degli sportivi. La squadra aveva ceduto qualcuno fra i migliori elementi di cui disponeva e non aveva acquistato quasi nessun uomo nuovo, ma, come se essa fosse stata resa più veloce, più snella e più disinvolta da questo suo disfarsi di responsabilità, la unità prese a funzionare con una concordia, un affiatamento ed una regolarità che il primo posto in classifica venne conquistato d'un balzo e non lasciato più fino a due domeniche fa. La Juventus viceversa ebbe un inizio lento e faticoso, ed una marcia a funzionamento contraddittorio. Furono dapprima difficoltà di inquadratura e di messa a punto di qualche giuocatore, furono in seguito giornate mediocri che facevan seguito a giornate radiose. Ma, staccata di qualche punto dai petroniani che, come capolista, travolgevan tutto innanzi a sè, essa non si perse mai d'animo. Con gli occhi fissi sul Bologna, viveva della convinzione che l'avversario avrebbe finito ad un certo punto per cedere, e si riservava di produrre il suo massimo sforzo al momento in cui questa sua speranza si fosse realizzata. Ora chi precedeva ha segnato il passo come colto da una crisi di stanchezza, e chi seguiva è sopraggiunto fresco ed in pieno sforzo. Ed il caso suole che i due antagonisti si debbano trovar di fronte proprio al momento in cui, dopo mesi di lotta, si sono appena scambiati di posto nella classifica. L'incontro avviene quindi esattamente nel momento in cui la situazione è giunta al suo punto critico e presenta l'aspetto più interessante.
Venti « nazionali » in campo
Ma il vero interesse della contesa e dato dal valore e dal carattere delle due squadre e degli elementi che le compongono. Raramente si sono trovati di fronte, nel campionato di queste ultime stagioni, due compagini formate di uomini dai lineamenti tecnici così marcati e caratteristici. Prendete i terzini, Rosetta, Caligaris, Monzeglio e Gasperi sono forse i quattro terzini che maggiormente han fatto parlare di sè in questi ultimi anni. Gasperi pare doversi collocare ad un livello leggermente inferiore ai tre colleghi, ma non è la classe che gli manchi: in lui è piuttosto l'impeto e la combattività che trionfano sull'intuito e sul calcolo fino a far velo al rendimento. Come succede a molti fra i giuocatori di temperamento di vero valore, i quattro terzini che saranno sul campo domani hanno incontrato i loro alti e bassi di forma, hanno avuto anche recentemente le loro crisi. Rosetta attraversò nella scorsa stagione un periodo incertissimo di rendimento: origine una lombaggine. Monzeglio apparve nella prima metà dell'attuale campionato, malsicuro, titubante, dubbioso: la tensione nervosa degli incontri lo aveva scombussolato. Gasperi rientra ora in squadra dopo il riposo ordinatogli dai suoi dirigenti per un periodo di declino che dava luogo a vive inquietudini. E per Caligaris la crisi prese addirittura la forma di una operazione ad un ginocchio e di una lunga degenza all'ospedale. Quattro splendidi terzini: Rosetta tutto finezza, intuito, precisione, studio; Gasperi agli antipodi suoi, tutto decisione, irruenza, giuoco tipo catapulta; Monzeglio al giusto mezzo fra i due, forte della forza, della gioventù e virtuoso della virtù che viene dall'esperienza; Caligaris l'energia, la serietà, l'abnegazione e l'efficienza personificate. All'attacco, basterebbero a conferir personalità ai rispettivi settori di squadra, uomini come Schiavio e Sansone, Orsi e Ccsarini.
Quattro attaccanti famosi
Schiavio, il temperamento più personale che esista fra tutti gli attaccanti d'Italia. Il suo stile è inconfondibile. L'uomo non si piega, è quello che è, lineare, sempre proteso in avanti, preso sempre dalla idea di trovar lo spiraglio per la cannonata o la puntata in porta. Più che vera forza tecnica la sua è efficienza materiale. Visto che lui non si piega, occorrono mezze ali che a lui si pieghino. Ed in Sansone e Fedullo si sono trovati quest'anno i due uomini adatti. Altruisti, malleabili, pieni di abnegazione ambedue, essi fan da lanciatori e da iniziatori di azioni a Schiavio: ma l'esperienza ha dimostrato che a questi due ottimi palleggiatori difetta in certo qual modo, almeno fino al momento attuale, quel fermo spirito agonistico che è essenziale nel calcio italiano tutto lotta e tutto ardore. Il che non toglie che Sansone sia come controllo del pallone, uno degli uomini migliori che calchino i campi nostri in questa stagione: la dote è messa in risalto dalla tendenza tutta sudamericana ad insistere sulla palla ed a far da solo. Il temperamento non manca ad esempio a Cesarini, che è dinamico, combattivo, intrepido in ogni azione od atteggiamento. Cesarini è, nelle sue attuali condizioni, la dimostrazione pratica e palese che il male che affligge i calciatori nostri in questa stagione è la stanchezza. Rimasto fermo per tre mesi egli spicca ora fra tutti per freschezza. Non solo, ma il Cesarmi dell'ultima maniera è meno arruffone, più lineare, più tatticamente pratico di quello dell'inizio del campionato. Sull'Orsi dalle condizioni attuali, le opinioni sono divise. Non che l'uomo sia in pieno decadimento, ma il suo rendimento è saltuario, il suo giuoco più non s'impone ed ancora non ha finora raggiunto il livello di tecnica e di velocità dell'anno scorso. Ma « Mumo » possiede classe ed amor proprio: due predellini di lancio che fan compier spesso miracoli in fatto di forma, quando l'attività è sostenuta dal lavoro di un vicino che nei novanta minuti tesse, trama e dà vita ad azioni con pazienza e spirito di sacrificio come la mezz'ala Ferrari.
Baldi e Monti: atleti d'eccezione
Fra i mediani: Baldi e Monti. Due anziani che posseggono esperienza quanta se ne può desiderare. Baldi in buone condizioni fisiche è, nel Bologna, il perno naturale e necessario alla squadra. Il suo giuoco d'intercettamento e di sostegno è pratico ed efficace. Baldi che funzioni, con le sue grandi falcate in mezzo al campo ed i suoi allunghi agli avanti, vuol dire la squadra del Bologna che funziona. Di fronte a lui Monti, il miglior centro mediano d'Italia nella stagione. Monti è una forza tecnica ed una forza morale. A base di volontà, quando ognuno dubitava di lui, si è disfatto in tre mesi di tacito lavoro di tutta l'adipe che lo impacciava al suo arrivo in Italia. Ed appena tornato a punto in fatto, di condizioni fisiche, la sua classe è emersa. Nulla manca a Monti per fare il centro mediano completo, nulla gli manca ora per ritornar a dare l'indimenticato spettacolo tecnico delle Olimpiadi d'Amsterdam. Ventidue uomini in campo, ventidue figure tipiche. Venti uomini, nel complesso delle due squadre, che si posson fregiar del titolo di « internazionale »: mancano alla collezione puramente le due ali del Bologna, Maini e Reguzzoni. Ed ancora, quest'ultimo avrebbe già guadagnato la sua prima maglia azzurra sei settimane or sono, a Padova nella Squadra Italiana B, contro la Bulgaria, se non fosse stato costretto a letto da una ferita al ginocchio. Dica praticamente sul campo, quello che esso può e sa dire in fatto di tecnica, questo splendido nucleo di atleti, senza orgasmo, senza acrimonia, senza violenza, e lo spettacolo, al di fuori e al di sopra di quello che sarà il risultato, potrà essere una glorificazione del giuoco del calcio.
La probabile formazione delle squadre
Juventus: Combi; Rosetta, Caligaris; Varglien, Monti, Bertolini; Munerati, Cesarini, Vecchina, Ferrari Orsi.
Bologna: Gianni; Monzeglio, Gasperi; Genovesi, Baldi Montesanto; Maini, Sansone, Schiavio, Fedullo, Reguzzoni.
Juventus e Bologna negli ultimi campionati
1925-926 — Finali: Bologna- Juventus: 2-2; Juventus-Bologna: 0-0. — Finalissima: Juventus-Bologna: 2-1. 1926- 927: — Finali: Bologna-Juventus: 1-0: Juventus-Bologna: 1-1. 1927- 928 — Eliminatorie: Juventus-Bologna: 1-0; Bologna-Juventus: 2-0. - Finali: Juventus-Bologna: 1-1; Bologna-Juventus: 0-2. 1928-929 — Bologna-Juventus: 0-0; Juventus-Bologna: 1-1. 1929- 930 — Bologna-Juventus: 0-1; Juventus-Bologna: 2-0. 1930-931 Juventus-Bologna: 2-0; Bologna-Juventus : 4-0. 1931-932 — Bologna-Juventus: 1-1.
L'arrivo del « Bologna »
I giocatori del Bologna che incontreranno oggi sul campo della Juventus i campioni d'Italia loro diretti avversari per la conquista dello scudetto, sono giunti nella nostra città con il treno in arrivo alla stazione di Porta Nuova alle 20,45. I calciatori « rosso-bleu » erano accompagnati da alcuni dirigenti e da un gruppo di appassionati. Essi sono stati accolti entusiasticamente dai supporters rosso-bleu... residenti a Torino e si sono subito recati all'albergo. La squadra, secondo quanto ci è stato comunicato, si allineerà al gran completo, dato che anche Schiavio, il quale non ha preso parte all'allenamento di giovedì, si è completamente rimesso. Per domani è intanto annunziato l'arrivo del treno speciale «rosso-bleu» che porterà oltre mille sostenitori dell'undici felsineo. Si avranno quindi due distinte falangi dl « tifosi », e quella bolognese, se pure più esigua per numero, non vorrà far mancare ai proprii campioni l'incitamento costante per tutta la durata del match. I calciatori « bianco-neri », dopo l'allenamento di venerdì, sì sono riuniti ancora ieri, ma non più per calzare le scarpe a bulloni, sibbene per compiere, in compagnia del trainer Carcano, una salutare passeggiata in collina, avendo modo anche di visitare la clinica nella quale Caligaris ha subito, mesi or sono, l'operazione del menisco, e che ospita attualmente il mediano del Milan Marchi. Tutti i « bianco-neri » sono in ottime condizioni di efficienza e si batteranno strenuamente per difendere il primato in classifica. La Juventus ha intanto provveduto a innalzare attorno al rettangolo di gioco grandi tribune in legno, sì da sfruttare al massimo la capienza del campo e da poter ospitare nel migliore dei modi la grande folla che assisterà all'incontro. Siamo pertanto in grado di annunciare che la vendita dei biglietti continuerà sino alle 10 di stamane presso la segreteria del Club, sino alle 12 presso il chiosco della « Stipel », per riprendere poi agli sportelli del campo. Hanno assicurato la loro presenza numerose Autorità, per le quali è stato riservato il recinto centrale della tribuna coperta.