sabato 6 dicembre 2008

Angelo Badini


Angelo Badini (foto tratta da  "Il Museo di Pignaca").
Angelo Badini (foto tratta da
"Il Museo di Pignaca").
La prima ventata sudamericana la portarono i fratelli Badini. Erano quattro: Angelo, Emilio, Cesare ed Augusto detto Nene, più tre sorelle, e provenivano da Rosario Santa Fe, Argentina, dove il padre, un capomastro emigrato, aveva fatto fortuna. Di essi solo i primi due raggiunsero la celebrità. Ma la loro fu stella breve e sventurata. Addirittura tragica per Angiolino che morì di setticemia nel febbraio del 1921, a soli 27 anni. Bologna, della cui squadra Badini I era divenuto l'anima e il cuore, gli tributò onoranze funebri imponenti. E in verità fu un lutto piuttosto sentito anche fuori dall'ambiente, tanto il giovane, che era bravo e generoso, s'era fatto valere. Angiolino, centromediano nella più classica versione "metodista" era il perno. Una grande forza propulsiva (tecnica più foga), con cui trascinava instancabilmente il gioco della squadra. Angelo Badini era un ragazzo per bene, di buona famiglia. Molto socievole, colto (studiava belle arti) esemplarmente corretto e leale, in campo era un esuberante. Incitava, riprendeva, si prodigava, aveva insomma cuore e fiato da vendere. I compagni lo sentivano come il loro fratello maggiore. E tale in effetti era diventato, tenendo in piedi la squadra durante il tempo di guerra e poi facendo tanto proselitismo fra i giovani. Crebbe con lui la nidiata che avrebbe costituito l'ossatura del grande Bologna forgiato poi da Felsner. I Baldi, i Genovesi, i Pilati e i Della Valle furono tutti allievi dell'indimenticabile Angiolino, su quel campo dello "Sterlino" che giustamente avrebbe poi preso il suo nome. Angelo Badini giocò nel Bologna dal 1913-14 al 1920-21, con 21 presenze accertate e 1 rete (certa). È considerato il primo vero grande giocatore del Bologna e negli anni oscuri continuò a tenere accesa la fiamma della passione, addestrando al football tutta una nidiata di ragazzi destinati più tardi a formare il nucleo centrale e vitale del Bologna. Negli anni di guerra, infatti, curò una squadra giovanile nella quale crebbero Baldi, Genovesi, Pilati e Giuseppe Della Valle.

Il campionato italiano di foot-ball - Modena FBC contro Bologna FBC - Campo Modena, 9 novembre 1919 - ore 13 (riserve) ore 15 (prime squadre).

Modena - Bologna 0-0

La tanto attesa gara giocata davanti ad un pubblico spaventoso, è terminato, come noi, unici tra tutti i giornali politici e sportivi, avevamo predetto con esito pari, anzi nullo, perchè nessuna delle due squadre è riuscita a segnare alcun punto. Nè in verità occorreva essere profeti nel prevedere un gioco caotico e individuale, più che di linea, che avrebbe dovuto necessariamente infrangersi, come è avvenuto, contro le difese, ambedue forti, decise, quasi infallibili. Si è avuto qua e là qualche minuto di legamento, ma poi è prevalso il gioco confuso, che sarebbe diventato anche pesante, se l’arbitro, signor Gama, uno dei migliori che oggi calchino i campi di Football, non fosse stato inesorabilmente severo. La squadra del Bologna, venuta a Modena preceduta da grande fama, fu realmente migliorata da quello che era, dopo l'innesto del randagio Perin, di Bertoli, di Biagi e di Zecchi, ma è ancora ben lontana da quella tecnica, che sola potrebbe farle competere vittoriosamente le prossime semifinali. È bastato tenere testa, da pari a pari, la nostra squadra improvvisata in un mese di gioco, priva di grandi nomi, con un Forlivesi, che non ha potuto ancora allenarsi e con un Bigi, centro-half, un Degoli, un Pedrazzi che non contano 18 anni d’età. Nel primo tempo la superiorità è stata in complesso del Bologna, il quale è riuscito assai minaccioso anche nel primo quarto d’ora della ripresa, tanto che Borgetti e Boni, il miglior uomo in campo, hanno avuto un duro lavoro, ma poi i nostri hanno preso il sopravvento e lo hanno mantenuto sino alla fine, impegnando Modelli e i due bravi terzini bolognesi in un lavoro assiduo ed estenuante per difendere la porta seriamente minacciata. Gli uomini che più ci hanno soddisfatto del Modena sono stati: Borgetti, che finalmente ha avuto modo di dimostrare la sua classe e il suo valore; Boni e Vacondio, che formano una coppia di terzini fortissimi: il primo di una precisione potente e calmissimo anche nelle situazioni più critiche e l'altro tutto impeto, tutta foga con un bellissimo gioco di testa. Benassati e Bigi sono stati instancabili e di grande rendimento, frutto senza dubbio dell’allenamento razionale che questi due atleti hanno fatto la settimana, e buono anche il Degoli, un vero torello. Della prima linea non possiamo tessere le lodi, poiché casa non s’è ritrovata, ma a sua attenuante dobbiamo dire che ha dovuto cozzare contro Badini I,  il quale ha tenuto magnificamente il posto di centro-sostegno e contro Zecchi e Rossi, due terzini veramente ottimi. Genovesi ha assolto assai bene il suo compito marcando inesorabilmente Forlivesi e buono anche lo Spadoni. La prima linea rosso-bleu, della quale si diceva tanto bene, non ha assolto invece il suo compito, delle due ali Bertoli non era forse in giornata e Biagi non c’è apparso un gran che e il centro Badini II, che conoscevamo come disordinato ma potente calciatore, non è stato bravo altro che a gettarsi a terra e a fingere d’essere stato caricato violentemente, ad esempio da Marsciani, che pesa venticinque chili meno di lui. Da Della Valle aspettavamo di più perchè egli ha sbagliato anche due facili palloni, e Perin, il quale deve aver capito come non si possa venire impunemente a giocare contro i suoi compagni e contro la società e il pubblico, che per cinque anni lo hanno ospitato, protetto e favorito in tutti i modi, il randagio Perin è stato il migliore degli avanti bolognesi e c’è voluta tutta l’abilità di Borgetti a parare alcuni suoi tiri insidiosissimi. Così con esito pari è terminata questa gara, che si presentava gravissima per il Modena, e con nessun incidente tra i giocatori, i quali si sono comportati cavallerescamente. Qualche incidente invece s’è avuto tra il pubblico, nel quale si annoveravano oltre ottocento bolognesi, venuti nella fiducia di assistere ad una vittoria dei loro colori, ma senza gravità eccessiva e ciò torna ad ampia lode dei dirigenti delle due Società, che hanno messo in opera tutta loro autorità per frenare quella morbosità e quegli attriti che proprio non hanno ragione di esistere nelle competizioni sportive.

10/11 novembre 1919

L'ultima giornata del girone di andata del campionato italiano di foot-ball


Nel numero di ieri sera non abbiamo potuto dare l’annuncio dei risultati dei due matches di foot-ball disputati dai giallo-bleu del Modena contro i rosso-bleu del Bologna. La cronaca è breve: mentre le riserve hanno giuocato con una certa calma e quelle del Modena hanno potuto nettamente imporsi agli avversari per giuoco brillante degli attaccanti e dei secondi e per il giuoco redditizio e potente del tiro di difesa. Il match tra le prime squadre ha assunto il carattere d’ogni contesa tra petroniani e geminiani vale a dire giuoco caotico, falloso e naufrago d’ogni tecnica. Solo la presenza di un arbitro come Gama poteva evitare che la gara degenerasse. Il risultato è conforme allo svolgersi dell'incontro, la vittoria dell’una o dell’altra squadra, sia pure per un solo goal, dovremmo oggi ascriverla più alla fortuna che alla superiorità. Nel primo tempo i bolognesi hanno dominato; nella ripresa la situazione si è completamente capovolta e i giallo-bleu, specie nell'ultimo quarto d’ora, sono stati ben minacciosi. Di entrambe le squadre ci piacque la difesa, fortissima nel Modena nel Boni, nel Vacondio e in Borgetti, nel Bologna nei due terzini. L'attacco modenese fu completamente nullo e sciupò varie occasioni. Ma crediamo che buona colpa anche alla seconda linea che, come giuoca magnificamente in difesa, trascura completamente il giuoco degli avanti. Dei forwards del Bologna ci piacque il Perin e l'ala destra Biagi e degli half, Badini I e Genovesi, un'ottima promessa.

Le due società scesero nella seguente formazione:

MODENA – Borgetti; Vacondio e Boni; Degoli, Bigi e Benassati; Forlivesi, Marsciani, Chiecchi, Pedrazzi e Barbieri.

BOLOGNA – Modelli; Rossi e Zecchi; Genovesi, Badini I e Spadoni; Biagi, Della Valle, Badini II, Perin, Bertoli.
Articolo tratto dal "Littoriale" dell'11 giugno 1936

Necrologio di Angelo Badini.
Necrologio di Angelo Badini, con foto tratta dal
quindicinale del Bologna F.C.
"La fondazione Angiolino Badini per le squadre dell'VIII zona. La Federazione Italiana Gioco Calcio, in una sua recente riunione, ha approvato la istituzione della "Fondazione Angiolino Badini" avente per iscopo di devolvere gli interessi annuali di Lire nominali 15,800 rappresentate da titoli di Rendita, a favore di una o più squadre di calcio partecipanti ai Campionati e Tornei della provincia di Bologna che se ne saranno rese meritevoli. Nella valutazione dei titoli di merito che saranno giudicati dal Direttorio della VIII Zona, sarà tenuto conto del comportamento sportivo delle Società, delle loro condizioni economiche, dei provvedimenti disciplinari subiti, sia da dirigenti che da atleti. L'assegnazione del premio per la stagione 1935-36 è, per delibera del Comitato costitutivo della Fondazione, stabilito a favore della società "Angiolino Badini" di Bologna che ha voluto assumere il nome del giocatore scomparso". Angiolino Badini nacque a Rosario Santa Fé (Argentina) da genitori bolognesi colà emigrati. Venne a Bologna nel 1912 assieme alla famiglia, ma solo l'anno seguente debutta nelle file del "Bologna" il fratello minore Emilio. Di lì a poco tempo Angiolino vestirà la maglia rosso-bleu. Impostosi subito nell'allora ristretto ambiente bolognese, non solo per le sue indubbie doti tecniche, ma particolarmente per le qualità morali che fecero di lui per molti anni il vessillifero più degno del "Bologna", col suo spirito cavalleresco, la generosità del suo animo e l'ardente passione per il giuoco del calcio, riuscì a galvanizzare la sua nuova squadra sicché il "Bologna" iniziò fino dal lontano 1913 quell'ascesa che portò più tardi la compagine bolognese alla conquista dei massimi allori. In campo fu non solo un dominatore per il suo gioco infiammato, ma un animatore impareggiabile. Quando nei momenti incerti della lotta si udiva volitiva la sua voce gridare "Forza Bologna!" era uno squillo di vittoria. Oltreché ottimo Camerata, fu anche maestro ed incitatore dei giovani che allora si apprestavano a dare i primi calci: Genovesi, Baldi, Pozzi, Gianese, furono di lui allievi e compagni. Capitano del "Bologna" per otto anni, capitano della Rappresentativa Emiliana, fu anche capitano di quella prima squadra rosso-bleu che nell'immediato dopoguerra balzò alla rinomanza nazionale. Della sua opera di apostolato e proselitismo egli stava raccogliendo i primi frutti (il fratello Emilio olimpionico ad Anversa, l'allievo prediletto Genovesi chiamato in nazionale a Marsiglia) quando un morbo repentino e ribelle il 12 febbraio 1921 lo trasse alla tomba. La sua morte ebbe un'eco dolorosa a Bologna, fra gli sportivi di tutta Italia. La sua dipartita lasciò negli sportivi bolognesi un largo retaggio di rimpianto e di esempio. Al suo nome venne intitolato il Campo dello Sterlino. Per onorarne la memoria, un gruppo di sportivi bolognesi, si fece promotore della raccolta della somma che oggi, con provvida iniziativa, viene destinata alla istituzione della Fondazione che porterà perennemente il suo nome".

Il Resto del Carlino, 13 febbraio 1921, p. 4 

La morte di Badini I.°

La scultura che ritrae Badini I con la maglia da gioco del Bologna FC, accanto a quella del padre Giuseppe e  a quella della madre Maria Bassini. La tomba della famiglia Badini si trova all'interno del Cimitero monumentale della Certosa di Bologna, precisamente al Chiostro VIII - Porticato - pozzetto 5/1.
La scultura che ritrae Badini I con la maglia da gioco
del Bologna FC, accanto a quella del padre Giuseppe e
a quella della madre Maria Bassini.
Ieri sera, in seguito a tonsillite setticemica, si e spento il professor Angelo Badini, il popolare Badini I, capitano del Bologna Football Club. Era nato nella Repubblica dell'Argentina a Rosario Santa Fè il 23 Settembre 1894. Venne in Italia con la propria famiglia nel 1913, dopo essersi già distinto come futura promessa, giocando nella sua città natale quale centro dei secondi della squadra Sparta. Giunto nella nostra città entrò subito nel Bologna e debuttò al Campo dello Sterlino come al destra nei Campionati del 1914 e 1915. Durante la guerra essendo il Bologna disgregato per l'assenza dei suoi migliori elementi, il Badini fu trascinato dalla passione per il foot-ball ad aggregarsi alla Unione Sportiva Milanese con la quale di. Sputò le coppe «Biffi» e «Mauro». Ricompostasi nel 1916-1917 la squadra del Bologna, Badini venne nominato capitano e come tale si distinse in numerosi matchs di beneficenza (per cui il Bologna si ebbe un diploma di benemerenza della Croce Rossa Italia) riportando inoltre la famosa vittoria contro i Modenesi nel campo dello Sterlino. Nelle riprese del dopo-guerra, nel 1919-20, la squadra da lui capitanata si affermò brillantemente guadagnandosi il Campionato emiliano assoluto, e riuscendo seconda del suo girone nel Campionato italiano a un solo punto dalla vincente del campionato stesso. In seguito seppe trascinare i suoi uomini ad altre notevoli vittorie fra cui quelle sull'Alessandria e Legnano, e, nel 1920-1921 sul Madrid e sulla svizzera Servette come pure nel Campionato regionale dell'anno scorso. Giuocatore molto spigliato, veloce, instancabile e sopratutto deciso, si imponeva quale validissima ed infrangibile difesa sapendo spesse volte annullare le insidie di valenti avversari, passando dalla forte difesa all'attacco minaccioso. Nei momenti più critici e disperati il Badini sapeva animare i compagni e mutare le sorti delle partite, dimostrandosi validissimo anche nella sua qualità dl capitano. Con la sua morte scompare oggi una delle più forti tempre del nostri giuocatori di  foot-ball.

La morte di Badini I

da "La Gazzetta dello Sport" del 13 febbraio 1921

Bologna, 12 – E' morto stamane per tonsillite setticemica il noto footballer Angelo Badini, conosciuto più comunemente negli ambienti sportivi sotto il nome di Badini I. Egli aveva portato la squadra del F.C. Bologna alla vittoria specialmente contro il Servette, la forte squadra svizzera qui venuta per un incontro amichevole, e contro il Real Club Madrid. Grande è il rimpianto negli ambienti sportivi emiliani per la morte di Badini.
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La chiassosa famiglia dei footballers italiani è rattristata dal nuovo penosissimo lutto. Il popolare capitano dei rosso-blu, Angiolino Badini, segue Milano III nella tomba, colto da morbo inesorabile. La notizia si è sparsa ieri sul campo dei diavoli, nella festa di sole e di pubblico, e ha gettato un'ombra dolorosa sul gaudio sereno di tutti. Tirati i primi calci nella Repubblica Argentina, e tornato in Italia esuberante di giovinezza e di passione sportiva, Badini I s'era messo in testa ai petroniani; suscitatore di energia incomparabile, aveva educato alla disciplina del gioco i fratelli, era divenuto l'anima e la bandiera dello squadrone. Chi non ricorda l'aflatico calciatore, nelle dispute per la Coppa Mauro e per la Biffi nel 1918, quando vestì la maglia a scacchi dell'Unione Sportiva Milanese. Badini I non era soltanto uno sportman di singolare valore, ma un giovane che suscitava attorno a sé schiette simpatie per la franca giovialità, la cavalleria squisita dei modi e l'aria birichina di bohémien. Elementi d'una popolarità vasta e meritata: attorno al capitano i compagni, i neofiti, gli amatori si raccoglievano per ricavarne sprone e sentirsi addosso la bella febbre sportiva. E Angiolino divenne una delle figure più note del tumultuante mondo dei footballers. I ricordi che la nostalgia fa apparire al nostro cuore più dolenti, mirano invano a suscitare dal silenzio tristissimo della morte lo sbrigliato capitano bolognese: la brutta fulminea malattia non ha perdonato e l'aperto sorriso dell'atleta non è più. Un altro soldato è caduto, dopo l'ultima vittoria delle feste natalizie nel fiore della giovinezza, e alla vigilia di nuove imprese la morte, quando a che fare con tempra di tal sorta, non mina e non distrugge ora per ora, minuto per minuto: si abbatte ciecamente di sorpresa, con viltà, per averne ragione. Tanto improvvisa che pensare oggi a Badini I è resuscitarlo nella suggestiva maglia rosso-blu e rivederlo all'attacco, sicuro, veloce, e impetuoso! Gli sportivi di tutta Italia sono vicini al povero capitano morto, e confortano la famiglia, e confortano i camerati del Club: sono vicini, sopra tutto, ai fratelli che Angiolino allevò per le strenue contese sportive, e divennero sull'esempio del  maggiore, campioni ed intrepidi. Vi è, in famiglia Badini, una maglia azzurra, quella di Emilio; la maglia azzurra, simbolo di ardenti speranze italiane, è oggi, come il fiore più caro sulla tomba del fratello maggiore, il maestro.


Necrologio di Angelo Badini scritto e pubblicato da Enrico Zironi

Bologna - Modena 0-3 allo Sterlino, 1915.  Badini I, con il fazzoletto bianco in testa, ripiega in difesa.
Bologna - Modena 0-3 allo Sterlino, 1915.  Badini I, con
il fazzoletto bianco in testa, ripiega in difesa.
Del Badini Angelo ne fu detto quanto occorreva, dagli scrittori degli sports, per dimostrare come nel giuoco del calcio egli fosse giunto all'apice della gloria. Rimane ora noi semplicemente dire che il prof. Angelo Badini, chè rapito a soli 26 anni, all'affetto di quanti lo conobbero; chè a detta dei suoi illustri maestri della prima Accademia di Belle Arti d'Italia, di Bologna, ove egli compì i suoi studi, ch'egli anche nell'arte sarebbe riuscito prodigiosamente. Era degno di suo padre, Giuseppe Badini, che per 25 anni e più di permanenza nell'America del Sud ove costruì città, villaggi, ferrovie, conventi, palazzi privati e pubblici, che videro sempre nel Badini il grande costruttore di opere murarie, il matematico, il tecnico esperto, il grande benefattore, perchè le manifestazioni, ove occorreva tergere lacrime, erigere ospedali, asili, scuole, monumenti patriottici, banche di credito, che divenne di esse istituzioni, il segretario, il presidente, il consigliere, in tutte il benefattore. Corpi artistici e patriottici Io volevano a capo peerché saggio, buono o benefico. Del Club Alpino Italiano uno dei più grandi benefattori, socio perpetuo. Angelo Badini ebbe tale un padre. Non è quindi a meravigliare s'egli era assurto in fama.

La morte del "capitano„ del "Bologna F. C.„ 

Bologna, 12, notte

E' morto stasera a Bologna, por tonsillite setticemica, il valoroso footballer Angelo Badini, conosciuto negli ambienti sportivi italiani come Badini I°. Era il capitano della prima squadra del «Bologna F. C.» che da lui era stata spesso condotta a clamorose vittorie, fra le quali quelle contro la squadra del «Servette » di Ginevra e la squadra del «Real Club» di Madrid. La morte del Badini ha lasciato un grande rimpianto negli ambienti sportivi emiliani e romagnoli.

Lo Sterlino viene intitolato ad Angelo Badini.

Angelo Badini, il primo grande giocatore del Bologna F.C. 

Badini I, al centro, tra
Brunè a sx., e Gazzotti a dx. 
Angelo (Angel) ''Angiolino'' Badini, italo-argentino di Rosario (Argentina) (i genitori, bolognesi, si erano trasferiti in Sud America in giovane età e fecero ritorno a Bologna nel 1913, dopo 25 anni, quando ''Angiolino'' aveva già 19 anni), fu il capostipite di una dinastia di calciatori (i fratelli Emilio – il celebre ''Fanfarillo'', centravanti e primo giocatore del Bologna convocato in Nazionale alle Olimpiadi di Anversa, nel 1920 –, Cesare e Augusto detto ''Nene'' gli altri tre) e il primo grande giocatore del Bologna Football Club. Per anni fu il fulcro della squadra, un centromediano di ineguagliabile forza propulsiva. Era inoltre dotato di grande carisma e aveva un ascendente formidabile sui compagni di squadra: durante gli anni oscuri della Prima guerra mondiale, fu proprio lui a tenere unita la squadra, e come capitava all'epoca ai giocatori di maggior prestigio, allevò nei ''Boys'' rosso-blu una nidiata di ragazzi destinati a formare il nucleo centrale e vitale del Bologna forgiato da Hermann Felsner. Finita la guerra fu ancora grande protagonista sui campi di gioco, anche se non venne mai convocato in Nazionale. Giocatore e persona di estrema correttezza, ragazzo colto (diplomato in architettura all'Accademia di belle arti di Bologna, di grande simpatia, sul campo da gioco divenne proverbiale il suo « Sveglia! » gridato ai compagni nei momenti di difficoltà, capace di rianimare una prestazione sottotono. Giocò l'ultima partita della sua vita il 9 gennaio 1921, poi si ammalò di tonsillite. Dopo poche settimane la malattia pareva in risoluzione, tanto che esultò da casa il 6 febbraio per un clamoroso 10-1 del Bologna ai danni dei rivali del Modena. Si disse addirittura pronto a scendere in campo la domenica successiva. Invece, un improvviso peggioramento lo rapì alla vita alle 18:20 del 12 febbraio 1921. La notizia della sua morte provocò sgomento in città, non solo tra i tifosi del Bologna. I suoi funerali videro una enorme partecipazione di folla, alla presenza di tutte le autorità cittadine e dei rappresentanti delle squadre avversarie, giunti a Bologna per rendere onore al grande campione, quello che fu considerato la prima "bandiera" del sodalizio bolognese. Poco tempo dopo, il Campo Sterlino venne intitolato a suo nome: "Campo Angelo Badini".

Da «Il Resto Del Carlino», 14 febbraio 1921, p. 4

Angelo Badini.
Angelo Badini.
Archivio Roberto Zerbini.
"Nella chiesa di San Bartolomeo, ieri mattina ha avuto luogo la messa di requie per il compianto prof. Angelo Badini, capitano del Bologna Football Club, alla quale hanno partecipato amici, colleghi ed ammiratori dell'Estinto. Alle 12.15 in Via Mazzini si è formato il corteo funebre mentre una grandissima folla di cittadini assisteva silenziosa e attonita sotto i portici. Sul feretro deposto sul carro di prima classe era stata posta la maglia dai colori rosso e blu distintivi della squadra del football bolognese. Seguivano il carro il padre dell'Estinto, i fratelli Emilio ed Augusto, i cugini Rivalta, la zia signora Bassini, i parenti signori Possati e l'amico ingegner Perla. Ai lati erano i giocatori della prima squadra del Bologna. Il lunghissimo corteo percorse Via Rizzoli, Via Ugo Bassi, Piazza Malpighi e Via Andrea Costa. L'avvocato Gaiani a nome del consiglio direttivo del Bologna F.C. prese la parola portando alla salma l'ultimo saluto. Lo strazio di tutti gli amici, disse l'oratore, non trova rassegnazione neppure nelle leggi della natura, giacchè è contro tutte queste leggi una morte a 26 anni, nel pieno del vigore. L'avvocato Gaiani passò poi a esprimere tutta la riconoscenza che il Bologna doveva al suo capitano Angelo Badini, e finì la breve orazione con la voce commossa e rotta dall'ansia, esclamando: « Io non so che sintetizzare in un 'unica espressione ciò che recasti tra noi: Tu creasti il Bologna! E colui che raccoglierà la Tua divisa di capitano, sappia, come Te, trascinare la squadra di vittoria in vittoria ». Parlò poi il prof. Giuseppe Lipparini. Con voce forte, rivelante un 'intensa e contenuta commozione, l'oratore espresse il proprio dolore a nome dei soci del Bologna F.C., degli amici e degli ammiratori: «Triste ora, malinconico distacco. Chi di noi avrebbe immaginato così vicino lo strazio di questo istante? Il Destino lascia in vita vecchi cadenti ed acciaccati per i quali la morte sarebbe l'unico sollievo e si lancia crudelmente sulle vite di giovani, amati, cui tutto sorride!». Giuseppe Lipparini con mano maestra tratteggia la figura di Angiolino Badini: «Artista, diplomato in architettura alla nostra Accademia delle Belle Arti era sua grande passione lo sport, che egli concepiva come scuola di elevazione morale e non come gioco. E tale sua anima artistica egli portava nel gioco, e tale sua passione imprimeva nei compagni. Animatore e creatore del Bologna, il suo nome sarà segnato nella bandiera del club che egli amò».  L'oratore rivolge poi la parola alla famiglia, ai fratelli e ai compagni; ad essi, se potesse, Angiolino Badini direbbe: «Fratelli non pianti, non lamenti. Oggi e sempre mostratevi degni di me; amatevi, amate il vostro club e portatene il vessillo alle più alte vittorie». Fra la commozione generale il corteo riprese il suo cammino. Nonostante l'ora tarda moltissimi accompagnarono ancora il feretro, sicché il corteo passò tra la reverente commozione del popolo, attraverso i sobborghi. E molti attesero che la salma fosse tumulata, prima di riportare nella febbrile città la loro commozione".

Da "Il bimbo prodigio del Bologna", di Piero Stabellini.

Angiolino muore

Il quindicinale del Bologna F.C. In
copertina Angelo Badini, un mese
prima della sua morte prematura.
Ma sul cielo sereno del Bologna la tragedia è in agguato. Angelo Badini, dopo la partita vinta contro il Mantova il 9 gennaio, si mette a letto con qualche linea di febbre. Si pensa ad un'influenza contratta dopo i tanti impegni presi da Angiolino negli ultimi tempi, sia come giocatore che come brillantissimo studente fresco di laurea in architettura, ma col passare dei giorni la febbre non accenna a diminuire. I medici decidono per analisi più approfondite e la diagnosi è tremenda: Angiolino è malato di setticemia, un'infezione del sangue che molto spesso non lascia scampo. Il 6 febbraio 1921 il Bologna gioca allo Sterlino col Modena la finale di andata per il titolo emiliano, con il pensiero rivolto al capitano che sta soffrendo nel suo letto. Il risultato è clamoroso: il Bologna batte il Modena per 10-1 con quattro gol di Cesare Alberti, che alla fine dedica la sua prodezza ad Angiolino, il suo primo maestro di calcio. Quando Cesare, insieme agli altri compagni e a Felsner, si reca a casa di Badini per comunicargli il risultato, Angelo ha un sussulto di gioia interrotto da violenti colpi di tosse. Dà appuntamento ai compagni per la partita di ritorno in programma a Modena il 13 marzo, ma durante la settimana le sue condizioni si aggravano all'improvviso e Angiolino Badini muore a 26 anni nella notte del 12 febbraio 1921, tra lo sgomento e l'incredulità dei familiari, dei compagni di squadra e di migliaia di tifosi. I funerali sono imponenti: ci sono rappresentanti di tutte le società calcistiche italiane e una folla immensa che accompagna il feretro dall'abitazione di Via Mazzini fino alla Certosa di Bologna, dove Angiolino viene sepolto nella tomba di famiglia, sormontata da un busto in marmo che reca le sembianze di Angelo con la maglia del Bologna. Tutto il Bologna è traumatizzato da quella perdita così improvvisa. Durante gli allenamenti molti giocatori scoppiano a piangere. Con questo spirito stravolto dal dolore il Bologna, a Modena, con il lutto al braccio perde incredibilmente per 1-0 la partita di ritorno per il titolo emiliano, contro un avversario al quale poco più di un mese prima aveva rifilato dieci gol. Si rende necessaria la bella che si gioca il 3 aprile 1921 sul campo neutro di Ferrara. Dopo una maratona durata 149 minuti di gioco, un record nella storia del calcio italiano, il Bologna vince per 1-0 con un gol di Bernardo Perin. Il campo dello Sterlino viene intitolato ad Angelo Badini, mentre la società prende la decisione di giocare con il lutto al braccio fino alla fine del campionato.

Stagione
Squadra
Campionato
Coppe naz.
Coppe euro.
Altre coppe
Totale
Com
Pres
Reti
Com
Pres
Reti
Com
Pres
Reti
Com
Pres
Reti
Pres
Reti
1913-1914
Bologna
1C
11
6
-
-
-
-
-
-
-
-
-
11
6
1914-1915
Bologna
1C
8
3
-
-
-
-
-
-
-
-
-
8
3
1919-1920
Bologna
1C
20
2
-
-
-
-
-
-
-
-
-
20
2
1920-1921
Bologna
1C
4
0
-
-
-
-
-
-
-
-
-
4
0


43
11


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43
11
Legenda:
1C Categoria (massima serie).







Angelo Badini (Rosario de Santa Fe [Argentina], 23 settembre 1894 – Bologna, 12 febbraio 1921). 43 presenze nel Bologna in Categoria (massima serie), con 11 gol, dall'esordio, 19 ottobre 1913, all'ultima partita in rosso-blu, 9 gennaio 1921.
Per anni mezzala/mediano/centromediano titolare del Bologna e capitano della squadra.

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