Giovanni Borgato nacque a Venezia il 10 gennaio 1897. Prestissimo si appassionò al gioco del calcio, a quei tempi in grande ascesa nella
"Serenissima", ed entrò a far parte delle giovanili della società nero-verde. All'inizio della prima guerra mondiale, nel campionato 1914-15, il buon
"Nane" è già in prima squadra e con Bazzeghin e Nordio formò una linea difensiva che segnò un epoca del calcio lagunare. Le partite con i padovani del Petrarca e dell''Hellas Verona erano infuocate e durissime, battaglie sportive nelle quali Borgato, che era dotato di grande fisicità oltre che di ottima tecnica, spiccava per abilità sul terreno di gioco. La Grande Guerra mise parzialmente fine alle ostilità sul campo. Alla ripresa dei campionati, nel 1919-20, Borgato era ancora tra le file del Venezia, con cui disputò altri ottimi campionati, fino a che, all'inizio del campionato 1922-23, venne acquistato dal Bologna assieme al compagno di squadra Bazzeghin, buon portiere, che in rossoblù si trovò la strada sempre sbarrata da Francesco Gianese. Borgato divenne titolare fisso in prima squadra solo a partire dal campionato 1923-24, nel quale fece il suo esordio in Hellas Verona - Bologna del 7 ottobre 1923, partita terminata 2-2, con doppietta di Schiavio per il Bologna. Il veneziano non si lasciò sfuggire l'occasione per dimostrare il proprio valore: trovò da subito un'intesa con Felice Gasperi - l'altro tremendo mastino della difesa bolognese - che sfiorava la perfezione, si completavano a vicenda, mentre la squadra, trascinata dai gol di un giovanissimo e già formidabile "Angiolino" Schiavio, arrivò alla finale di Lega Nord disputata contro il Genoa, dove venne sconfitta in due combattuti e contestatissimi incontri. Ma l'appuntamento con la vittoria era solo rimandato di un anno. L'estate successiva il Bologna piegò in cinque drammatiche e discusse finali, il Genoa di De Vecchi, laureandosi così campione d'Italia per la prima volta nella sua storia. Nella quinta finale Borgato venne espulso dopo il gol del 2 a 0 segnato da Perin, per gesti irriguardosi nei confronti dei giocatori genoani. Il veneziano si confermò superbo terzino: aveva un fisico scolpito nella roccia e sul campo concedeva pochissimo agli attaccanti che incrociavano il suo cammino.
La convocazione in azzurro
Nel campionato seguente, 1925-1926, altra finale di Lega Nord per il Bologna, avversario la Juventus di Ferenc Hirzer, nazionale ungherese in forza al team bianconero. Il Bologna, dopo le prime due finali terminate in parità, la prima giocata allo Sterlino e la seconda a Corso Marsiglia, venne sconfitto di misura nella terza finale all'Arena Civica di Milano per 2-1. Borgato anche in quelle finali fece la sua parte, mettendo spesso il bavaglio al fenomenale Hirzer. Le ottime prestazioni del difensore rossoblù, non sfuggirono al commissario tecnico azzurro Rangone: arrivò la convocazione per l'amichevole contro la Svizzera a Zurigo, il 18 aprile 1926. Partì come terzino titolare, poi nel secondo tempo venne sostituito dal difensore dell'Inter, ex genoano, Delfo Bellini. Altra convocazione, pur se come riserva (assieme al giovane Schiavio) contro la Spagna di Ricardo Zamora, partita che si giocò a Bologna in occasione dell'inaugurazione sportiva del Littoriale. In quella occasione giocarono titolari quattro bolognesi: Gianni, Giordani, Genovesi e Della Valle, protagonista nell'azione del 2-0 azzurro. Per Borgato, quelli furono gli ultimi fuochi in rosso-blu ad alto livello. L'anno dopo, incalzato dal giovane e talentuoso Monzeglio, acquistato dal Casale nel 1926-27, venne relegato spesso tra le riserve con sole 14 presenze all'attivo. All'inizio del campionato 1928-29, il difensore veneziano venne ceduto alla Fiorentina dove concluse una grande carriera, prima di ritornare nella sua Venezia per allenare la prima squadra nero-verde. Morì nel 1975.
Con il Bologna dal campionato 1922-23 fino alla stagione 1927-1928, con 109 presenze in rossoblù. Campione d'Italia nel 1924-25. Una presenza in Nazionale A (il 18/4/1926 in Svizzera - Italia 1-1), più una presenza come riserva in Italia - Spagna del 29/5/1927, terminata 2-0 per gli azzurri.
Borgato ferma Hirzer.
Torino, Campo di Corso Marsiglia, 25 luglio 1926. Finale Lega Nord Juventus - Bologna.
La seconda finale del campionato di calcio
Il Bologna riesce a conquistare il match nullo sul campo juventino
Battaglia accanita e incerta in una meravigliosa cornice di pubblico -- Domenica a Milano la partita decisiva
La partita ha deluso, non solo perché non ci ha dato il vincitore, ma anche perché non ci ha dato quel (...) di bel gioco, che fa spesso perdonare l'inutile attesa di qualcosa di conclusivo. Il risultato nullo ha su quello pari questo svantaggio - - per lo spettatore, s'intendo -- che si attende invano quel brivido o quella gioia, che danno un punto segnalo dall'una o dall'altra squadra. Il zero a zero, che vale praticamente come un cinque a cinque, riesce a incatenare assai meno lo spettatore di una partita, durante la quale si è gioito — o spasimato — per le alterne vicende, che hanno fatto aprire l'adito a speranze o a sconforti, che sono l'ammennicolo indispensabile perché una gara riesca ad avvincere. Invece il pubblico, che si illuse sino all'ultimo di poter avere la gioia di applaudire i suoi beniamini, ha atteso invano che un pallone riuscisse a battere uno dei due portieri. Il guizzo offensivo è stato dei bianco-neri: a meno di uri minuto dalla fine. Gianni era tutt'altro che sicuro del fatto suo, ma anche le ultime cartucce sparate con rabbia dai torinesi non hanno saputo cogliere il bersaglio. Credere di volgere a proprio favore una situazione in « extremis », quando per quasi novanta minuti non si è saputo impegnare con un solo tiro insidioso il « portiere » bolognese, era attendersi troppo. E se è vero che fino a quando la lancetta del cronometro non ha definitivamente detto che il novantesimo minuto di gioco è scoccato, vi è sempre buon motivo per sperare in un capovolgimento della situazione, è anche vero che le vittorie di fortuna sono rare assai, mentre i risultati di ogni partita rispecchiano quasi sempre (aggiungiamo pure: all'incirca) l'andamento della gara.
Il gioco del Bologna...
Quella di ieri, a volerci veder dentro con un certo spirito di giustizia, avrebbe potuto anche finire con la vittoria del Bologna, senza che per questo si potesse diro che i « rossoblu » avessero rubato il successo. Nel formulare questo giudizio, noi teniamo presente soprattutto il fatto che il Bologna, oltre ad avere più sovente dominato, ha superato egregiamente la menomazione che derivava dal fatto che si batteva in casa altrui, con un pubblico non suo, e che avrebbe potuto essergli ostile, mentre, per la verità, non lo fu. I rosso-blu hanno giocato meglio a Torino di quello che non avessero saputo fare in casa propria. E la Juventus esattamente il rovescio. I compagni di Della Valle, che furono sul loro campo degli sbandati e cercarono invano di coordinare le loro azioni, hanno dimostrato ieri di essere un blocco unito e compatto, un undici che non affida a questo o a quello lo sorti della partita, ma chiede alla squadra, agli undici uomini quella saldezza che consente a una compagine di condurre egregiamente un'offensiva e di arginare un contrattacco. Sotto questo aspetto la squadra felsinea è stata esattamente l'opposto di quello che vedemmo nel primo incontro di finale, tuttavia per quanto hanno saputo compiere alcuni del suoi nomimi, è piaciuta di più allora. II dominatore cho sugli altri emerge, afferra e conquide. Una squadra che s'impone come blocco compatto, ma non ci dà l'attore di primo ruolo, si fa ammirare ma non entusiasma. Quasi sempre tutto bene, tutto a tempo, tutto a modo. Ma l'uomo capace del meglio, in grado di balzare fuori tempo e di andare oltre il tema d'obbligo per compiere da solo la sua gesta e dare la vittoria alla squadra non si e visto: Della Valle, Schiavio, Muzzioli, Perin, Martelli, cinque attaccanti che hanno compiuto una bella partita. Cinque puledri che si sono battuti generosamente e con intelligenza. Nessuno dei cinque ha saputo trovare però il guizzo capace di far propendere a favore della sua squadra l'incerto ondeggiare della bilancia.
...e quello dalla Juventus
E la vittoria non è venuta, quella vittoria che non si dà se non a colui che ha saputo conquistarla virilmente. Cosi la supremazia d'assieme non ha potuto essere decisiva nella gara che ha trovato in campo avversario una squadra malcomnessa e inspiegabilmente slegata. La Juventus si può dire che è stata il rovescio della medaglia rosso-blu. Mentre i bolognesi, che non hanno saputo emergere per valore dei singoli uomini, si sono fatti ammirare per la maggiore fusione, i juventini invece hanno tentato invano di legarsi tra linea e linea, tra uomo e uomo. Ha contribuito un po' a determinare questa situazione la mancanza di Wojak, ammalatosi improvvisamente. La progettata prima linea, che avrebbe dovuto segnare in sulla destra Munerati all'ala e Wojak « inside », ha dovuto essere rimaneggiata con l'inclusione di Grabbi all'ala e Munerati a inside. Una soluzione di ripiego che non ha dato buoni frutti, neanche quando Rosetta nel secondo tempo preso il posto di Munerati o questi passò al centro. Fino a che punto abbia influito sul brutto gioco della prima linea l'assenza di Wojak non sappiamo; è certo che la destra dell'attacco torinese è stata di scarso rendimento. E la sinistra? E Hirzer? La sinistra non ha fatto meglio della destra. Qualcuno ha affermato: perché il biondo ungherese è incappato in una giornata grigia; la prima forse, ma vedi la disdetta, proprio il giorno in cui sarebbe necessitata da parte sua quella potenza, quella scaltrezza e quel brio che gli sono proprii... Noi ci permettiamo non credere nella giornata grigia dell'inside inventino.
Hirzer « il prigioniero »
Hirzer ha givocato come il solito, bene. Qualche errore l'ha commesso pure lui (c'era forse il contagio, ieri, nei iuventini) ma non tale da farlo demeritare della fiducia in lui riposta e da far pesare su di lui il motivo del mancato successo. Quando ha potuto ha lavorato da par suo... Ma quando fu egli in grado di comandare la partita? La verità piuttosto crediamo sia questa: la consegna di tutta la destra bolognese era di immobilizzare Hirzer. La consegna degli altri, qualora se ne fosse presentata l'occasione, era di fare altrettanto. Comunque di metterlo in condizione di non tirare in porta. E vi sono riusciti. Hirzer, cannoniere eccezionale, non ha potuto sparare un solo tiro. In novanta minuti di giuoco si può dire che egli non abbia fatto un passo senza l'ombra di Giordani alle costole, ne ha potuto compiere una discesa senza che Borgato gli si ponesse tra i piedi. E il suo compatriota Weber non gli ha usato cortesie speciali. Neppure Gasperi, quando egli tentò dalla destra quello che non gli riusciva dalla sinistra, gli ha permesso di più. Hirzer fu veramente prigioniero del difensori rosso-blu, i quali hanno poi avuto la fortuna di aver a che fare con un Rosetta e un Munerati in giornata eccezionalmente grigia. Coefficiente questo che ha permesso di concentrare una maggior vigilanza sull'ungherese che non ha disperato fino alla fine di scoccare uno di quei tiri che non vi è portiere che riesca a parare. Ma ancora a un minuto dalla fine, in una contesa tra lui e Borgato, toccava al bolognese la meglio. E questo perché è più a suo agio chi attende ad è piazzato per intercettare la palla, di quello che non lo sia chi, lanciato, deve lavorarsela per aggiustore il tiro. Ed eccoci ancora una volta a fare l'elogio di Borgato che divide con Giordani il merito di avere contenuto Hirzer e di aver scongiurato una sconfitta. Il veneto che fu il più brillante rosso-blu a Bologna quindici giorni or sono, lo fu un po' meno ieri, ma ancora tanto da farlo ritenere col neo-nazionale Giordani, il più brillante giocatore della squadra campione d'Italia. Gasperi, più irruente del compagno non ha sfigurato nel di lui confronto anche perchè ha dovuto sbrigare situazioni meno pericolose, e lo stesso si deve dire di Gianni in porta. Weber è un centro-sostegno che si vede solo a sprazzi. E' un ragazzo che ha dei mezzi fisici ma che non sa con ugual misura svolgere il gioco di difesa e di attacco. Lo si trova più facilmente a ridosso dei terzini che degli avanti e provoca troppo spesso dei vuoti fra sè ed i suoi forwards, che l'occhio esperto di Della Valle avverte. Si rende necessario così l'arretramento del capitano dei bolognesi a tutto danno dell'efficienza della prima linea. Si sono visti nel secondo tempo dei lunghi passaggi a Muzzioli dell'half Della Valle, che solo col suo arretramento trovava la maniera d'avere il pallone per passarlo all'ala, inoperosa a metà campo. Questo squilibrioal centro della squadra bolognese fu motivo di parecchie discese abbozzate e non conchiuse per la mancanza di una prima linea che sapesse sfruttare le varie occasioni provocate da un traversone (...). Meglio di Weber seppe laro Genovesi, ritornato in squadra dopo parecchi mesi d'assenza, a sostituire Martelli che copriva il posto di Pozzi. Della prima linea non ci ripeteremo. Presi singolarmente hanno tutti giocato bene: tutti assieme non hanno saputo faro il goal.
La bella prova di Combi
Tuttavia Perin, Muzzioli e Martelli hanno regalato tre tiri a Combi che solo l'abilità di un portiere intelligente e accorto come lui poteva parare, non è colpa loro se Combi ha bloccato i tiri insidiosi che sarebbero potuti essere altrettanti punti. Ne consegue che è merito del portiere torinese aver saputo opporre tempestivamente la sua abilità a quella altrui. E a Combi vanno gli elogi più vivi soprattutto perché, testimone di quello che non sapevano fare i compagni, ha saputo reagire a... tanto cattivo esempio e compiere una bella partita. Applausi dal suo pùbblico non gli sono mancati, quel pubblico che da troppo tempo era abituato attribuire il successo della squadra del cuore più ad altri che a lui. Degna di elogio la partita di AIlemandi. Inferiore all'attesa Ferrero che ha però l'attenuante di essere convalescente d'una malattia ribelle, cho l'ha lasciato molto indebolito. Per questo la sua prova merita di essere segnalata anche se egli non ha potuto fare quel molto che è solito compiere in ogni partita. La seconda linea ha svolto un gioco strano. Viola impeccabile nel primo tempo, calò nel secondo forse anche perchè vedeva pendere sul suo capo una spada di Damocle che poteva anche essere la minaccia di provvedimenti a suo carico poco piacevoli. Meneghetti fu vittima della fatica e del caldo e Bigatto di una svogliatezza inconcepibile: entrambi hanno poi commesso errori non degni certo del loro nome e della loro valentia. Ma dove si è concluso meno fu tra gli avanti. Pur tenendo presente che mancava Wojak non si capisce come Rosetta non sia stato in grado di intedersela con Munerati e con Hirzer, e come abbia potuto rinunziare alla sua qualità di calciatore potente lasciando sfruttare ad altri — i quali poi non facevano più in tempo — situazioni che egli avrebbe potuto risolvere favorevolmente. Munerati pure ha scorrazzato molto con poco costrutto Effetto forse dot posto che fu chiamato a occupare ora ch'egli sia affinandosi come ala ? Oppure la sua giornata nera va inquadrata nella cornice generale, per cui ha dovuto scontare le deficenze dogli altri? Grabbi e Torriani non si può dire che abbiano fatto male, ma certo non hanno compiuto prodigi. Ora poiché ognuno dogli uomini dell'attacco ha giocato al di sotto delle sue normali possibilità ne è derivato che tutta la prima linea ha avuto un rendimento mediocre. E basterà un particolare per tutti: dei tiratori come Hirzer, Rosetta e Munerati il solo shoot che Gianni ha parato gli è giunto da Grabbi. Ma è il caso di dire che come una rondine non fa primavera neppure un solo shoot fa il goal. E si è giunti così all'esito pari, esito che infine a seconda dello spirare del vento le squadre hanno difeso strenuamente e che i bolognesi hanno salutato con gioia. Messi al sicuro da una sconfitta a Torino, dopo una partita che li vide più agguerriti e più forti, essi sperano di poter trarre miglior partito dalla contesa che si svolgerà su campo neutro a Milano. Tuttavia si può in proposito osservare: per aver ragione della Juventus, che alla distanza accusò minor stanchezza dei bolognesi, bisogna pensare che essa debba disputare una partita meno concludente ancora di quella di ieri. Ora tutto è possibile, ma se i ricorsi mnemonici possono valere qualche cosa diremo che di partite così scialbe i bianco-neri al pubblico torinese ne hanno offerta una sola: quella contro il Padova. Il bis e venuto dopo qualche mese, forse perchè i iuventini ritenevano non troppo (...) impresa dominare in casa loro i rosso-blu. A Milano potrebbero anche ritrovare la loro giornata. Sa cosi fosse sarà possibile agli uomini di Della Valle battere i bianco-neri; dopo che essi, nelle precarie condizioni di forma in cui giocò la Juventus ieri, furono incapaci di concretare in maniera tangibile la loro superiorità? Le nostre sono domande a cui non è consentito rispondere. Tuttavia sarà consentito dire sin d'ora che un pronostico in merito non solo non è prudenza farlo, ma è altresì impossibile trarre l'oroscopo sulla contesa che si vivrà a nostro parere fino alla fine in una splendida incertezza. Sul campo del Milan chi avrà più rete farà più tela...
La partita
Quando Gama chiama in campo le squadre il cielo è coperto, perciò Bigatto che è favorito dalla fortuna per la scelta del campo preferisce la parte a nord. Allo 16.40 è dato il calcio di invio. Greve palleggio e la palla va fuori. Rimessa in gioco, tentativo di Della Valle di scendere verso Combi, pronto intervento di Bigatto e il pallone è ancora fuori. Si ricomincia e questa volta le cose si mettono male pel Bologna. Meneghetti allunga a Hirzer questi a Torriani. Pochi passi e poi il pallone arriva a Rosetta che è libero. Come una folgore è su Gianini... a pochi passi in un attimo di esitazione... il precipitarsi di Borgato e Gasperi... e il pallone non entra. L'azione è stata chiara, travolgente, impetuosa. Avrebbe meritato maggior fortuna. Il Bologna si risveglia e abbozza un tentativo di discesa fatto a dovere. Muzzioli non sa concludere. La palla ritorna al centro; al 5.o minuto Grabbi rompe una discesa di Genovesi con un fallo. Poco dopo è Weber che carica in malo modo Rosetta; il calcio di punizione provoca una mischia presso Gianni. Altra sgroppata bolognese. La seconda linea offre l'estro alla prima per una bella discesa che è rotta da Allemandi. Un minuto dopo Hirzer fa trattenere il respiro ai supporters rosso-blu, ma Borgato salva a tempo. Si assiste ora a una controffensiva in piena regola dei bolognesi: saranno i soli minuti, pochi per altro, durante i quali il Bologna ha dimostrato la sua potenza e... la sua debolezza. Combi ha visto concludere con parabole alte e a lato tiri, sull'esito dei quali se indirizzati esattamente non si sarebbe sentito di guizzare. Giordani e Genovesi costituiscono in questo scorcio di tempo una retroguardia preziosa per gli avanti. All'undicesimo minuto Combi salva un tiro di Schiavio, sparato da vicino e alto, che gli costa anche qualche dolore fisico. Poco dopo Ferrero per cavarsela col minor danno manda in corner. Ecco Perin chiamare ancor al lavoro Combi, il quale ha un po' di tregua grazie a Hirzer, mentre Borgato salva la situazione punto allegra per Gianni, situazione che si ripete e che si chiarisce a tempo opportuno pel Bologna per un fallo di Rosetta contro il veneziano.
Pressione bolognese
Ma riecco il Bologna all'attacco, per cui Viola al 21.o minuto manda in corner; nella stessa maniera, salva due minuti dopo una fuga di Muzzioli, che si annunziava pericolosa assai. Combi para il tiro a pugni chiusi, il pallone viene raccolto da Della Valle che potrebbe segnare con facilità... ma il pallone va fuori, che è troppo alto. Il pubblico incita a gran voce la Juventus che riesce a uscire da quel cerchio; conduce la sgroppata Hirzer, ma Borgato salva ancora. Poco dopo il Bologna è in corner, per miracolo. Tutta la prima linea bianco-nera è nell'area di Gianni. Si combatte vivacemente. Un rinvio di Meneghetti consente a Grabbi di passare a Rosetta che gira al volo. Mal piazzato « Viri » calcia debolmente. Con un balzo felino Gianni arresta la palla proprio presso il palo e il ball va in corner, che è nullo. Le minaccia presso lo singole porte hanno il potere di scuotere la squadra pericolante, e infatti la reazione bolognese è pronta e termina con un tiro a pochi metri di Schiavio. Ma la palla è una volta ancora troppo alta. Dello stesso peccato si rende colpevole Rosetta tre minuti dopo. Della Valle conduce ora verso Combi i suoi compagni, ma la palla tirata verso Combi passa rasente il palo. Ricomincia la pressione bolognese, potente e ordinata. E' anche merito di Weber, che sa ora essere di aiuto efficace ai compagni. Abbiamo così due tiri di Perin che hanno il torto però di essere indirizzati al pubblico anziché a Combi. Al 43.o minuto scontro tra Viola e Muzzioli presso la linea di fondo juventina: il bolognese esce per un paio di minuti e poi rientra... per sentir fischiare la fine del primo tempo. Bilancio: più compatta la squadra bolognese, più disordinata quella juventina, che non ha ancora saputo ritrovarsi. In complesso superiorità bolognese. Secondo tempo: è favorevole agli ospiti. La Juventus ha mosso Munerati al centro e Rosetta mezzo destro. Un mutamento che non porterà benefici di sorta. Per i primi minuti la difesa juventina ha il suo da fare a contenere l'attacco bolognese che è partito all'assalto con un brio indiavolato. Tutta la seconda linea, compreso Rosetta, è in aiuto dei terzini, tra i quali Ferrero si arrabatta o rende poco. E' Munerati che al quinto minuto porta via il pallone dall'area torinese e giunge fin presso Gianni dopo aver giocato quattro avversari. Ma Gasperi riesce a formare il pericoloso bianco-nero. Ma l'offensiva torinese si ravviva per merito di Hirzer.
Il lavoro di Combi
Il quale per altro l'ha da dire continuamente con Giordani, che non lo abbandona mai. E se riesce a superare Giordani ecco Borgato, che dopo aver fermato Hirzer nella sua corsa allunga a Della Vallo precipitatosi in difesa. Un lungo traversone di questi e Muzzioli fa giungere improvvisamente la minaccia verso Combi. A due metri dal fondo il bolognese centra. La palla viene a cadere quasi a fil di palo. Combi a palmo aperto accompagna il pallone e riesce alfine a impossessarsene. Il pericolo è di incentivo ai torinesi. Hirzer fila come una saetta, ma premuto dai bolognesi passa a Grabbi. Nulla di fatto. Registriamo un fallo di Viola e poi un urto tra Allemandi e Martelli. Questi esce per qualche secondo e poi rientra, mentre Grabbi sfuggito a Genovesi passa inutilmente al centro. Ma il pericolo vero è ancora presso Combi. Prima Schiavio tira alto da una diecina di metri e Combi può respirare, ma subito dopo, sulla destra, ove Martelli lavora egregiamente, la situazione si fa più critica. Sono presso l'ala destra Allemandi, Bigatto e Della Valle. Martelli riesce a calciare da una dozzina di metri. La palla — non si riesce a capire come — passa in mezzo a numerose gambe e giunge a Combi. Un tuffo velocissimo e il goal che sembrava inevitabile è scongiurato. Il pubblico scatta in un frenetico applauso, ben meritato. Hirzer ritorna in scena ma Borgato gli intralcia il cammino. Poco dopo per un fallo di Bigatto contro Della Valle, Genovesi tira un calcio di punizione da una quindicina di metri. Combi blocca. Subito dopo altro tiro pericoloso di Martelli, il portiere juventino arresta anche questo sooth.
Riscossa bianco-nera
Finalmente i torinesi si scuotono. Una discesa torinese è fermata per fallo di Della Valle. Nullo il tiro, la palla, su rinvio di Gianni, è a Meneghetti, che la rinvia agli « avanti ». Il Bologna è in « corner ». I « bianco-neri » stazionano nell'area bolognese, e Gianni ha il suo da fare. Hirzer tenta farsi luce, ma è soverchiato nella mischia presso la « porta » felsinea dalla mole degli avversari. Al 3.o minuto, altro « corner » contro Bologna. Ancora un paio di minuti e la riscossa torinese, che è durata sette o otto minuti, si esaurisce. Abbiamo così due tiri, alti però, di Schiavio e Martelli al 33.o e 36.o minuto. Sono peraltro gli ultimi guizzi dell'attacco bolognese, i cui uomini sono molto provati. Ne approfittano i « bianco-neri » per tentare il serrate finale. Al 37.o minuto Grabbi, che ha raccolto un lungo traversone di Hirzer, si sposta al centro e tira un preciso — anche troppo! — « soott » a Gianni, che lo blocca senza difficoltà. Poco dopo, un fallo bolognese, proprio sul limitare dell'area della « porta », provoca un tiro che Rosetta manda troppo alto. Da questo momento il vercellese è arretrato a « terzino », e Ferrerò passa in prima linea. Il provvedimento non rese vantaggi molto sensibili, perché Ferrero è indisposto e il suo contributo ai compagni di linea è relativo. La Juventus, tuttavia, insiste ancora all'attacco e proprio a un minuto dalla fine è la fortuna che protegge Gianni, il quale si salva non si sa come da una situazione criticissima. Ancora qualche trama torinese presso la porta del Bologna e poi la fine. I giocatori ospiti esultano e si baciano e abbracciano, mentre il pubblico, non troppo soddisfatto, sfolla lentamente. Era tanto il pubblico che sono occorsi quasi trenta minuti per sfollare il campo. Gli appassionati prendono congedo dalle conoscenze occasionali e dagli amici con l'arrivederci a Milano. Il cielo volesse che almeno ce ne partissimo dalla Capitale lombarda il 1.o agosto, dopo aver salutato sul campo la squadra campione. « Quod est in votis... ». Ecco le squadre:
Juventus: Combi; Ferrero, Allemandi; Viola, Meneghetti, Bigatto; Grabbi, Munerati, Rosetta, Hirzer, Torriani.
Bologna: Gianni, Borgato, Gasperi; Giordani, Weber, Genovesi; Martelli, Perin, Schiavio, Della Valle, Muzioli.
Il pubblico
Un pubblico veramente enorme ha assistito alla partita. Il campo della Juventus non ha mai ospitato tanta gente. Si calcolano almeno 15 mila gli intervenuti; e l'incasso si dice rasenti le 200 mila lire. Due « record », non raggiunti neppure in occasioni di grandi matches internazionali. Due ore prima che la partita incominciasse nei posti popolari è stato messo il cartello dell'esaurito. Ma otto mila persone vi avevano già preso posto. Gremite le due grandi scalee laterali dei « popolari » e delle tribune; gremito il « parterre » con le sue gradinate di legno, quelle stabili e quelle allestite per l'occasione. Ogni angolo preso d'assalto. Difficile la circolazione. Fuori, lateralmente al campo, un immenso parco per automobili con centinaia di macchine. Ne sono venute da Bologna e da tutte le città dell'Alta Italia. Verso le 14.30 alla Barriera di Milano è stato notato il passaggio di una ventina di macchine, tutte in gruppo, che provenivano da Novara. A differenza del pubblico invernale che presenta l'aspetto di una gran macchia scura, quello di ieri, specie nel posti popolari, appariva intonato prevalentemente al chiaro. Ciò era dovuto al fatto che quasi tutti ai sono tolte le giacche, mettendo in mostra le camicie. Delle bambine vendevano dei rustici cappelli di paglia, con un piccolo nastro dai colori della Juventus (nero e bianco), al prezzo di due lire. Hanno fatto affaroni. Moltissimi si sono coperti la testa con quel cappotto a larga tesa che dava loro un aspetto da... messicani. Giornali e fazzoletti sventaglianti accrescevano la nota chiara. Hanno fatto affaroni anche i venditori di bibite rinfrescanti. Nelle tribune si notano molte eleganti signore. Sono pure presenti tutti i giocatori « nazionali » reduci da Stoccolma e quelli di molte squadre, anche di centri lontani. Le maggiori autorità calcistiche non mancano. Notiamo il commissario unico Rangone, l'avvocato Bozino, ecc. Si notano anche autorità politiche quali gli on. Bagnasco e Olivetti, autorità militari, come il generale Ferrari, comandante la Divisione, ecc. Numerosi rappresentanti della stampa. A girare in mezzo a questa folla si sentirebbero per lo meno metà dei dialetti d'Italia. Nei posti popolari ogni tonto fa la sua apparizione una bandiera rossa e bleu, cioè dai colori del Bologna. Attorno ad essa è tutta una colonia di bolognesi. Un treno speciale infatti, ha portato nella nostra città centinaia di « supporters » dei campioni d'Italia. A non molta distanza dal vessillo bolognese, ecco comparire di quando in quando, un altro a strisce bianche e nere, il simbolo della Juventus. Ma, per buona sorte, si agitano solo i vessilli: gli... eserciti stanno fermi e calmi al loro posto in attesa degli eventi. E neppure durante la partita si sono avuti a lamentare incidenti. Qualche battibecco, qualche manifestazione di simpatia o antipatia un po' esuberante, qualche coro di fischi ma nulla più. In complesso, contegno educato da entrambi le parti. Come misura precauzionale, però, l'autorità aveva disposto per un ampio servizio d'ordine. Fuori del campo si trovavano carabinieri a cavallo, internamente, carabinieri a piedi e milizia. Anche nel recinto destinato ai giuocaton sono stati scaglionati dei carabinieri, per impedire eventuali invasioni del campo di gioco. Ufficiali e funzionari sono al comando di questo abbondante servzio d'ordine, che però non ha occasione alcuna di intervenire. Intanto, all'avvicinarsi dello 16.30 il pubblico reclama a gran voce i giuocatori. Per ingannare il tempo, si è già cantato e suonato delle trombe... E' tosto accontentato. Entrano per primi in campo l'arbitro Gama con i guardia-linea Gama « junior » e Bonello. Poi irrompono di corsa i giocatori bolognesi, salutati da grandi applausi, tosto seguiti dai juventini, cho riscuotono lunghe acclamazioni. Macchine fotografiche e cinematograflche entrano in azionei. Qualche minuto di palleggio poi avviene lo scambio dei fiori. A Meneghetti è presentato, a parte, un mazzo di fiori, dono della colonia novarese di Torino, che l'ha accompagnato con un cartello recante la caricatura del popolare « Menega ». Una tromba, che ricorda quella dei tram a vapore, si fa interprete dell'impazienza generale, suonando l'arrivo... E l'arbitro, cortese, fischia subito l'inizio della partita. La contesa è seguita col massimo interesse, con la vivacità e l'esuberanza, che tuttavia non trascende mai, che è propria dei « supporters », del giuoco del calcio. Incitamenti a gran voce sono gridati agli uomini che lottano nel prato, specie ai juventini. A momenti di silenzio e di sospensione seguono alti clamori. Bonaccia e burrasca... Applausi e fischi. Man mano che il gioco procede si nota un senso di delusione nei sostenitori della squadra concittadina. Essa non sembra all'altezza della sua fama e del suo recente passato, che le ha valso brillantissime vittorie. Ce chi dice che i bianco-neri non hanno mai giocato cosi male. E doveva capitare proprio nella partita culminante. Anche i sostenitori del Bologna, però, sono contrariati. La loro squadra si dimostra superiore all'avversaria ma... non riesce a segnare. E' un bel guaio ! Senza goals non si prende il campionato. E difatti la partita finisce senza marcature di punti, pari, zero a zero. Tale risultato lascia dell'amaro agi uni e agli altri per le speranze di vittoria andate deluse! Ma l'amaro maggiore, a giudicare dai commenti, lo provano i supporters dei torinesi i quali trovano proprio che i loro beniamini hanno avuto quello che si dice una pessima giornata. Ma, siccome c'è conforto a tutto, tutto, la pillola amara del presente è addolcita collo zucchero del futuro. « Se la Juventus, si dice, non è stata battuta oggi che ha giocato male come non mai, non lo sarà neanche domenica a Milano, nella decisiva, poiché è impossibile che non giochi meglio. Perciò possiamo bene sperare nella vittoria...» . Ma anche i bolognesi hanno il loro otttmismo: « Non ci hanno vinto in casa loro; siamo stati superiori; lo saremo ancora di più in campo neutro, a Milano ». Così, fra questi conversari, il pubblico sfolla.
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Reti
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Com
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Pres
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Reti
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Pres
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Reti
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1922-1923
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Bologna
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1D
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-
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-
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1923-1924
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Bologna
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1D
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24
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0
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-
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-
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-
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-
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24
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0
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1924-1925
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Bologna
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1D
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29
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0
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-
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-
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-
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-
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-
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-
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-
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-
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29
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0
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1925-1926
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Bologna
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1D
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23
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0
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-
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-
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-
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-
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-
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-
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-
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-
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23
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0
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1926-1927
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Bologna
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DN
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19
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0
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-
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-
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-
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-
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-
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-
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-
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-
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19
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0
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1927-1928
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Bologna
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DN
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14
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0
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-
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-
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-
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-
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14
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0
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109
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0
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109
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0
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Legenda:
1D
– 1ª Divisione (massima serie).
DN
– Divisione Nazionale (massima serie).
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Giovanni
Borgato (Venezia, 10 gennaio 1897 – 1975). 109 presenze nel
Bologna tra 1D e DN con 0 gol, dall'esordio, 7 ottobre 1923,
all'ultima partita in rosso-blu, 15 luglio 1928. Per un lustro
terzino titolare del Bologna e pilastro della linea difensiva. Con
i rossoblù ha vinto 1 scudetto (1924-1925). Con la Nazionale 1
presenza e 1 convocazione come riserva con 0 reti.
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