domenica 25 gennaio 2009

La curva Andrea Costa


La mitica e impareggiabile Curva Andrea Costa, il cuore pulsante del tifo più passionale dello stadio Renato Dall'Ara. Il tifo a Bologna ha origini lontanissime nel tempo: già negli anni Dieci del XX secolo, la tifoseria bolognese si organizzava per seguire il Bologna nelle trasferte più significative e non mancavano scontri e risse tra i "supporters" più esagitati (celebri gli incontri con il Modena e il Genoa, partite sentitissime e caratterizzate spesso da tafferugli dentro e fuori dal terreno di gioco). La curva Andrea Costa e i suoi gruppi ultras hanno avuto negli anni periodi di grande splendore ed altri di decadenza, dovuti principalmente al ricambio generazionale. Tuttavia, lo zoccolo duro della tifoseria ha resistito imperterrito ad ogni tempesta, continuando a seguire il Bologna ovunque e comunque con grande passione anche a costo di notevoli sacrifici. "Il Bologna è una fede", recita ancora il mitico striscione di Adriano Mottola, in arte "Barile", storico tifoso rossoblù degli anni ruggenti. Il Bologna è una fede, perché la gente che popola quei gradoni che danno su via Andrea Costa non è solo folla su cemento armato, ma molto di più.

Nascono i Forever Ultras

I Forever Ultras nacquero nel settembre '74, in una birreria di Bologna ("I Magnifici Sette") dalla fusione di Commandos e Brigate, gruppi preesistenti. In Bologna - Fiorentina di Coppa Italia esordì il primo striscione "Forever Ultras", lungo 16 metri, mentre quello di 27 m., che fino al 2001-02 accompagnò le partite casalinghe, è ormai un pezzo da museo ultras, coi suoi caratteri irregolari e fiammanti. Nel periodo di massimo splendore ultrà (fine anni '70 inizio anni '80) venne realizzato lo striscione "la tua forza è la nostra fede", di 45 metri, molto bello, sorretto inizialmente da un cavo d'acciaio affinché sovrastasse la curva. I Forever Ultras, tradizionalmente legati alla vecchia mentalità, fumogeni e bandieroni, ultimamente hanno iniziato un nuovo corso, esteticamente parlando, abbracciando la nuova moda degli stendardi, pur rimandendo legati alla "tradizione anni Settanta", realizzandone di bellissimi, con disegnati singoli giocatori e allenatori, o con caratteristiche frasi dialettali. Il gruppo è legato a doppio filo alla storia del Bologna degli ultimi trentanni; gli '80 furono i più sconfortanti, con la squadra ridotta ad annaspare nelle serie minori, ma sempre tenacemente seguita, tra alti e bassi. Il logo degli Urb '74, i martelli incrociati del West Ham, fece la prima comparsa in curva nel 1984, sullo striscione "URB Sez.Crevalcore". Dal 1988 è il simbolo ufficiale. Altri gruppi storici sono Mods e Supporters. I primi, nati nel 1982, sono stati una forza di sostegno, diversi come mentalità dai Forever Ultras, con una convinzione nei propri mezzi tale da permettergli di lasciare un'impronta nel mondo ultras, facendosi ovunque rispettare. Dopo esser piombati in una fase critica, sono stati rifondati.

La convivenza tra Forever Ultras e Mods

I gruppi ultras principali della curva sono tre: FOREVER ULTRAS, FREAK BOYS e BOLOGNA 1982. I Forever Utras nascono nel lontano 1974 in seguito alla fusione dei gruppi "Brigate" e "Commandos" che gestivano il tifo in curva dalla fine degli anni '60 insieme ad altri gruppi come Panthers, Fedelissimi e Boys. Inizialmente fu girato lo striscione delle Brigate per fare la scritta Ultras, poco dopo apparve il nome definitivo Forever Ultras, novità assoluta per quei tempi. Nei primi anni '80 nacquero le prime sezioni, fra cui quella storica di CREVALCORE che introdusse il simbolo dei martelli incrociati, divenuto poi il logo del gruppo. Nell'83 anche le ragazze attive del gruppo si diedero un'identità dietro lo striscione URB GIRLS, senza però staccarsi o creare un gruppo autonomo. A fine '93 si decise di togliere gli striscioni delle sezioni per identificarsi solo con lo striscione del gruppo. Negli anni è sempre stato portato avanti un tifo di tipo tradizionale (bandieroni, fumogeni, tamburi), adottato sempre fino ai Catania. Con l'inizio della stagione 2001-02 nelle partite casalinghe non viene più esposto lo striscione Forever Ultras lungo 26 metri, ma viene messo quello ULTRAS da trasferta. Lo striscione lungo riapparirà solamente in occasione di Bologna - Frosinone del marzo '07, ultima partita prima dell'applicazione delle norme dell'osservatorio, e viene tenuto in mano per tutta la partita. I Freak Boys nascono nell'86 per opera di due ragazzi dei Forever Ultras con la passione dello sballo e della marijuana, oltre che naturalmente per i colori rossoblù. Sono sempre stati, e sono tuttora, un gruppo spalla dei Forever Ultras. Lo striscione Bologna 1982 appare per la prima volta in Bologna - Genoa del novembre 2006, partita in cui sono rientrati parte dei diffidati di Livorno dei Mods. Dietro tale sigla si raggruppano componenti di Mods, Supporters (SRB 79), Felsinei e altri gruppetti dell'area centrale della curva. 1982 è la data di fondazione dei Mods, di cui rappresentano una continuità.

Il post Raciti e la tessera del tifoso.

La Curva Andrea Costa è stata anche una delle prime curve ad autosospendere l'attività dopo l'omicidio di Raciti, ma dopo un periodo iniziale di autosospensione e la decisione in seguito di non chiedere l'autorizzazione per esporre gli striscioni fino al termine della stagione 2006-07 (con anche un tempo di sciopero del tifo in seguito ai quattro arresti di Bologna-Napoli) con l'inizio della stagione 2007-08 in curva c'è stata una netta distinzione tra chi ha scelto di non chiedere l'autorizzazione per lo striscione, scelta fatta dai gruppi ultras, e chi l'ha chiesto (trattasi in questo caso di Club o gruppi non ultras), tant'è vero che i volantini unitari non sono più firmati "curva Andrea Costa" ma "i gruppi ultras della Curva A. Costa". Attualmente l'unico gemellaggio riconosciuto da tutta la curva è con i ravennati. Come Forever Ultras e Freak abbiamo un'amicizia da tre anni con i ragazzi degli Ultras Figthers Viareggio, un rapporto di stima e rispetto reciproco con i crotonesi (in particolare con le Assenze Arbitrarie) e da quest'anno un'amicizia con gli ultras tedeschi del Bochum. Tutti gli altri gemellaggi nel tempo, per vari motivi, si sono rotti. Nemici numero uno i viola, poi tanti altri, le più sentite degli ultimi anni entrambe le romane, napoletani, cesenati, modenesi, gobbi, granata e tante altre". Fonte: URB '74.

Nasce la Beata Gioventù. 

Nel 2012 nasce un nuovo gruppo al centro della curva Andrea Costa: il suo nome è "Beata Gioventù" e va a occupare la balaustra centrale. Alcuni appartenenti facevano parte degli storici Mods Bologna, prima di creare questa nuova realtà ultras. Il gruppo, molto attivo, instaura piano piano anche nuove amicizie: la prima con i "Vecchi ultras Siena", poi con gli "Estranei alla massa" legati alla Nocerina, infine con gli Ultras Avellino, amicizia nata nel 2015.

mercoledì 21 gennaio 2009

Stadio Sterlino


« Sarà forse il ricordo a ingrandire le proporzioni di quei tempi già abbastanza lontani; eppure dev'essere vero che allora, intorno al quadrato erboso e un poco avvallato dello Sterlino, si combattevano battaglie di giocatori e di pubblico più acri e brucianti. La partenza dei treni speciali, le entrate in campo delle squadre, i colori delle maglie e gli scudetti, i nomi stessi dei giocatori avevano una risonanza più alta, qualche cosa che attaccava l'animo della gente ad ogni vicenda del dramma calcistico. »


Nel 1913 il Bologna fece San Michele: lasciò cioè, il "catino" della Cesoia e la sua tenace fanghiglia, i chilometri di tela di sacco che cingevano tutto il campo per nascondere lo spettacolo e proteggere in tal modo il cassiere; lasciò la "canaletta" che faceva impazzire giocatori e pubblico sottraendo di tanto in tanto il pallone sul più bello di certe infuocate contese: lasciò insomma tutto un mondo precario e approssimativo, disadorno e alla buona per prendere possesso di una casa nuova, fresca, linda, dotata di comodi accessi e almeno in gran parte rispondente alle esigenze tecniche regolamentari. Intanto, per raggiungere il campo, non si doveva più scendere una lunga e scomoda scala come la Cesoia aveva fino ad allora imposto. Il piano di quel terreno di gioco, infatti, non era il medesimo della strada, bensì sottostante di una quindicina di metri circa, se ben ricordiamo. L' inconveniente, come è facile immaginare, non era di poco conto. Appunto quella scala, allestita alla buona, di ruzzoloni deve averne visti parecchi. Ma facciamo un salto a Villa Hercolani, fuori porta S. Stefano, poco oltre lo Sterlino. E là la nuova casa del Bologna ed occupa un grande spiazzo seguendo l'andamento del terreno che sale dolcemente verso Monte Donato, Barbiano e San Michele in Bosco. Avveniva pertanto che le squadre che attaccavano verso sud andavano in montagna, mentre scendevano a valle quelle che puntavano alla porta opposta. Il dislivello c’era, e risultava sensibile. Comunque, il passaggio del Bologna dalla Cesoia allo Sterlino segnò una data importante: fino a quell’epoca, infatti, il calcio nostrano era quello dei tempi eroici, in cui tutto era passione, entusiasmo, sano vigore atletico; dopo, con il passare degli anni, ferme restando le doti fisiche e morali di chi lo praticava, il gioco andò piano piano sempre più aderendo alle leggi della tecnica fatta conoscere ai nostri giovani e alle nostre squadre da reputati insegnanti stranieri. È stata questa una regola pressoché generale in Italia: e il Bologna non vi si sottrasse. Le vicende dei rossoblù in quanto a campionato si svilupparono nei primi anni della loro attività in quel girone veneto-emiliano che, negli anziani rievoca anche oggi lotte accanite e avversari tradizionali: Bologna e Modena, Hellas Verona e Vicenza, Volontari Venezia, Udine e Petrarca, i personaggi del torneo. L’incontro inaugurale del campo dello Sterlino porta la data del 30 novembre 1913, si svolse fra Bologna e Brescia e terminò con un risultato di parità, uno a uno.

Il Modena prima squadra al Campo Sterlino 

Per inquadrare meglio l'avvenimento preciseremo che nelle due precedenti partite di campionato il Bologna fu sconfitto dal Venezia per quattro a uno il giorno 16 dello stesso mese e impattò con il Modena uno a uno il 23. Non è fuori luogo dare qualche cenno di quest’ultima partita, "le contese" fra rossoblù e gialloblù avendo costituito in quell’epoca specialmente, un numero a parte d’interesse e passionalità vivissimi, addirittura eccezionali. Erano altrettanti "incontri dell’anno". Il Bologna aveva in porta il bravo Fontana, proveniente dall'Internazionale, l’eclettico Guardigli, prima portiere poi terzino di cospicue risorse, il giovanissimo Palmieri, il pisano Scotti (spesso lo prelevavano i rossoblù, per la sua abilità, allorché dovevano incontrare il Modena) Guido Della Valle il quale era una delle colonne del Bologna dopo avere iniziato nel Vicenza, eppoi il tecnico Fini, il generosissimo Donati, Mario Della Valle, oggi, se non erriamo, medico a Vergato, il sedicenne Badini dal tiro in gol folgorante, lo spagnolo Rivas che sfoggiava un drìbbling ubriacante, l’ala sinistra Brunè, giunta a Bologna dopo essere appartenuta al Ferrara e all’A.C. Milanese. Ed ecco il Modena con il grande Raffaldini in porta, Secchi e Roveri, Rota, Roberts, Zanasi, poi Rossi, Minchio, Soresina, Giberti e Zorzi. Spiccano in questa formazione le grandi personalità del portiere Raffaldini e del mediocentro inglese Roberts. Primo tempo zero a zero. Ripresa: realizza il debuttante Badini II° su centro di Brunè, pareggia Zorzi raccogliendo il pallone sfuggito a Fontana. Le grandi parate di Raffaldini e più di un palo dissero di no al Bologna il quale però aveva mostrato maggiore slancio e decisione nel primo tempo che nella ripresa.

L'inaugurazione

Trascorre una settimana di passione febbrile e di intenso lavoro organizzativo. Poi la grande giornata inaugurale del nuovo campo: combinazione, ancora un portiere d’eccezionali risorse davanti al Bologna; e ancora un pareggio per uno a uno. Accenneremo all’atmosfera fervida e festosa che circondò l’avvenimento sebbene che l’ambiente che riceveva il battesimo ufficiale non fosse più nuovo né per il pubblico che aveva già preso a frequentarlo, né per i giocatori che su quel terreno avevano già disputato la partita della domenica precedente. Una luminosa giornata d'autunno, un campo gremito di folla festosa. Ovunque bandiere, stendardi, gagliardetti, sfoggio di eleganze femminili, distribuzione di fiori alle signore. L’avvenimento era "sentito" e la cornice si rivelava adeguata. Il compianto prof. Giuseppe Lipparini, poeta, letterato e appassionato, disse con evidente efficacia dell’avvenimento, rilevando tra l’altro "di aver lasciato a mezzo tavolta un periodo o una strofa per correre ad ammirare un calcio ben dato, o un pallone ben parato, soprattutto per rintemprarmi l’animo in questo spettacolo di forza, di bellezza, di giovinezza". Indi la madrina signora Sbarberi infranse contro uno dei pali della porta a nord, fra gli "hurrà" delle squadre, lo sventolio dei fazzoletti ed applausi entusiastici, la bottiglia di spumante. Questo il cerimoniale semplice e visibilmente gradito. Erano altri tempi: queste cose avevano ancora una loro freschezza, una loro squisita originalità. Oggi, invece... Seguì la parte sportiva con l’incontro Bologna-Brescia: e le cose non andarono esattamente nel modo voluto. Il Bologna dimostrò una chiara prevalenza di gioco e territoriale, ma pure il Brescia si batté validamente, eppoi aveva un guardiano di sperimentato valore, il classico Trivellini II°.

Dominio bolognese

Fatto sta che, pure giocando parte della gara con dieci uomini soltanto, il Brescia riuscì a dividere la posta. Primi a segnare furono i bolognesi al 35' di gioco con Badini II° che dribblò mezza squadra e concluse con tiro saettante. Inutile il plongeon, come si diceva allora, di Trivellini. Il contropiede esisteva anche di quei tempi? Certamente. Non tale e quale è oggi, ma sicuro è che già in allora era praticato. Tant’è vero che nell’incontro di cui scriviamo, all’8' minuto della ripresa, in fase cioè di netto dominio bolognese, saltò fuori il pareggio bresciano dovuto a una fuga di Simonini seguita da bel tiro parato da Fontana senza però trattenere la palla, la quale rotolava in rete. E di lì a poco, c’era un altro gol del Brescia annullato però per fuori gioco. Poi, signori miei, sarabanda bolognese. Assedio, tiri a ripetizione, salvataggi impossibili, proteste perchè Trivellini avrebbe parato dentro un difficilissimo pallone: Mauro non ci sentiva. Poco dopo, un’altra sventola di Badini picchiava all’incrocio dei pali rimbalzando nelle mani del portiere: anche questo pallone pareva avesse varcato la linea; ma ancora l’arbitro era di parere contrario, e così al momento di tirare le somme non restava che un gol per parte a decretare il risultato. Badini, Rivas, Brunè e Donati furono i migliori. Della Valle I° non poté rendere secondo il previsto per una contusione a un piede. Nell’altro campo Trivellini salvò il Brescia che aveva per capitano l’allora notissimo Vielmi III°. La formazione del Bologna comprendeva Fontana in porta, l'esuberante Grazzi, invece di Guardigli, in coppia con Palmieri, eppoi l’instancabile Sala, Della Valle I° e Fini mediani, Donati, Della Valle II°, Badini II°, Rivas e Brunè attaccanti. Vediamo ora come il Bologna concluse l’annata. Pareggio a Udine la domenica seguente: due a due; il 14 batte il Volontari di Venezia 3 a 0; il 21 dicembre, iniziando il girone di ritorno, superò il Petrarca di Padova, dei Marino e dei Romaro per tre a zero; il 28 dicembre, infine, chiusura in grande stile del 1913 con una sonante affermazione sull’Hellas di Verona, la grande rivale che, precedentemente,aveva sempre avuto ragione del Bologna. Nei ranghi gialloblù i Liniger, i Ruberti, i Bianchi, Vigevani, Guarda, Corsi, Bascheni, Benini ecc... nomi di tutto rispetto in quell’epoca. Ma il Bologna cominciava a farsi le ossa. Gol di Bianchi, pareggio di Rivas, secondo gol bolognese con Badini II° nel primo tempo. Ripresa: lo stesso Badini II°, che stava veramente diventando "qualcuno" manda l'entusiasmo alle stelle con un improvviso tiro da 25 metri assolutamente imprendibile. Vittoria per tre a uno sull’Hellas, il Bologna decisamente in crescendo, orizzonti piu vasti si schiudevano.

Il Bologna fa strada

Ecco, quando si inaugurò lo Sterlino (e rievocando l’ardita iniziativa attraverso la quale la società rossoblù giunse alla realizzazione del nuovo campo non possiamo non ricordare il presidente d’allora, Rodolfo Minelli, che l’impresa volle e la realizzò con passione e fervore illimitati) non si prevedeva certo che in così breve volger d’anni, considerato il lungo intervallo imposto dalla prima conflagrazione mondiale, il Bologna tanta strada avrebbe percorso. Comunque l'idea di un grande Bologna non tardò a manifestarsi, e a suo tempo germogliò. Potemmo constatarlo a guerra finita: Felsner, un gioco piu ragionato, una manovra sempre piu vigorosa, maggiori possibilità di squadra. Arrivò insomma un po’ di tecnica viennese: che non faceva proprio male nel calderone dove già fermentavano l’estro, la fantasia, la velocità e la foga degli italiani, quelli di Bologna compresi. Allo Sterlino, appunto, il Bologna cominciò ad esprimersi con un linguaggio più sostanzioso e sicuro. Ferme restando le sue inconfondibili caratteristiche di squadra dal gioco maschio e combattivo, era riuscito tecnicamente a trasformarsi e a maturare; cosicché ad un certo momento tutti dovettero ascoltarlo, volenti o nolenti. Per questo, l'inaugurazione dello Sterlino recò alla storia della società una pagina di particolare rilievo. Si andava cioè già preparando, lentamente e a distanza, il 1924-25, la stagione del primo Scudetto. La quale ebbe poi il radioso seguito, nazionale e internazionale, che sappiamo. Allego qualche cronaca dell'epoca.

La prima partita giocata allo Sterlino.

Bologna-Modena 1-1, Bologna 23 novembre 1913, ore 14.30 Campo dello Sterlino

BOLOGNA: Fontana; Guardagli, Palmieri; Scotti, Della Valle I, Fini; Donati, Della Valle II, Badini I, Rivas, Bruné.
MODENA: Raffaldini; Roveri, Secchi; Rota, Roberts, Zanasi; Rossi, Minchio, Soresina, Giberti, Zorzi.
Arbitro: Sig. Resegotti di Milano (Ausonia Milano). Guardialinee: Sig. Brivio di Verona (Hellas Verona), Sig. Pacchioni di Carpi (Carpi).
Marcatori: Bologna: Badini I ( 55’ ); Modena: Zorzi. ( 65’ )
Note: prima partita giocata dal Bologna allo Sterlino.
Guardalinee Brivio e Pacchioni. Incidenti nel pre e post partita nonostante l’imponente servizio d’ordine.

PREPARTITA

Il Derby col Bologna. La partita che per il tifoso geminiano vale una stagione. La cronaca dell’epoca è più che esplicita, in tal senso: “Ci tel. da Bologna 23 ore 12.20: Decisamente il match Modena – Bologna costituisce un grande avvenimento sportivo per la città delle Due Torri. Durante tutta la settimana la curiosità e la lunga attesa hanno acuito tanto il desiderio che la giornata d’oggi – si può dire – era attesa come una liberazione. Avvisi sparsi copiosamente – non parlo di una stupida spavalderia, firmata apocrifamente i “Modnes” – dicono dell’incontro e raccomandano la calma. Speriamo che il buon consiglio sia stato accettato e che tutto si svolga nel massimo ordine. Nessuna gara ha mai appassionato tanto il pubblico bolognese, quanto quella che si disputerà oggi. Entrate nei negozi e sentirete parlare di foot-ball, di scommesse, pronosticare la vittoria dell’uno e dell’altro “team”. Udite le ultime raccomandazioni di molte persone per le vie: Arrivederci al match! Non mancare. Come vedete quindi una vera infatuazione che trova forse la sua ragione non ultima nella…Secchia Rapita. Che importa di Vicenza, di Verona, di Venezia? Basta invece il solo nome di Modena perché tutto il campo si riempia di pubblico, che nella maggior parte non conosce il giuoco e non vi si interessa… Ma ciò non vuol dire nulla, ci sono i modenesi e basta.

Chi sarà il Campione dell'Emilia ?

Così avvenne il quattro maggio scorso, così avverrà oggi: i sintomi sono evidenti. L’incontro ha però un altro lato sotto cui si presenta interessante: deve cioè decidere quale delle due squadre possa chiamarsi campione dell’Emilia. Ho visto anche alcuni modenesi qua residenti e tutti mi hanno confidato le loro speranze in una vittoria dei giallo-bleu che venga a cancellare il ricordo della sconfitta subita or sono sette mesi circa. Essi mi raccontano che i bolognesi si dicon certi di una loro vittoria e che hanno fatto sforzi enormi per presentare un undici composto di tutti i migliori elementi. Li assicuro dicendo loro che il Modena ha compiuto un lungo cammino che non è più la squadra dello scorso anno come possono testimoniare “Venezia” e “Hellas” e lo stesso “Bologna” già regolato sul terreno neutro di Parma. Tralascio perché stanno per giungere i giuocatori cittadini e voglio presenziarne l’arrivo.” Oggi come allora, il Derby muove molti più Modenesi di qualsiasi altra partita: “Ci tel. da Bologna 23 ore 14: Non è solamente la squadra che dovrà difendere i colori cittadini quella giunta da poco, ma è una vera folla di modenesi. Il treno era zeppo. Non terminavano mai i nostri concittadini di uscire sul piazzale esterno della stazione. A questi devonsi ancora aggiungere quelli partiti nella mattinata e quelli che stanno giungendo ora. Tutto sommato: alcune centinaia. I giuocatori – allegri e sicuri – salutati dagli amici e dai conoscenti si sono allontanati in varie carrozze, mentre gli altri, gli “amateurs”, prendevano d’assalto i trams che conducono al centro. Sostati alcun tempo nei vari caffè e bars specie nel “Libertas” ove ha sede il Bologna F.B.C. tutti stanno ora dirigendosi allo Sterlino ove sul terreno di villa Hercolani si svolgerà la gara. Il tram di Santo Stefano corre sempre al completo perché oltre alla “great attraction” del “Modena” v’è anche l’inaugurazione ufficiale del campo di giuoco.”

CRONACA


“Le squadre entrano applaudite in campo e alle 14.30 l’arbitro Resegotti dell’Ausonia di Milano fischia l’inizio della partita. Guardia linee sono Brivio dell’Hellas di Verona e Pacchioni del Carpi. Così l’imparzialità e la neutralità sono garantite. Il pallone sta un poco al centro poi Rossi al quarto minuto fugge tirando forte in porta e Fontana para di puro caso gettando la palla in corner. Segue un gioco incerto fino all’attacco del “Bologna”. Badini con un bel tiro colpisce un palo della porta modenese ma Raffaldini è pronto a ricevere il pallone. Alle 14.45 corner per Bologna. Roveri libera l’aera della porta dopo breve melée. Il gioco si svolge sui due campi finchè si viene ad una breve sospensione per un incidente occorso a Badini. Raffaldini si libera meravigliosamente da una critica situazione alle 14.55. Alle 15 precise si tira il secondo corner contro Bologna, seguito subito da un terzo. In seguito all’attacco dei giallo-bleu Fontana è seriamente impegnato, ma i modenesi non riescono tuttavia a segnare. La palla è di nuovo al centro quando l’arbitro fischia la fine del primo tempo mentre nessuna squadra ha segnato. La fine del primo tempo è 0 a 0. le due squadre si sono equivalse. I corners sono stati tre contro Bologna; uno contro Modena.”


La prima rete di Badini

“Alle 15.20 s’inizia la ripresa. Si vede subito Modena che attacca i rosso-bleu. Questi però contrattaccano e dopo dieci minuti Badini in una melée segna il primo punto della giornata. Raffaldini è a terra e non può parare. I nostri ormai sono decisi a superare ciò ottenendo alcuni corners. Zorzi, essendo Giberti in pessima giornata, fa per tirare in porta ma ne è impedito e gettato a terra con una marcata brutale. Tutti credono a un “penalty”, ma l’arbitro non lo infligge. Zorzi però non può non segnare e alle 15.40 sopra una bella centrata di Rossi riesce a gettare il pallone nella rete di Bologna. E’ una doccia fredda per il pubblico bolognese che diventa calmo e silenzioso, mentre i moltissimi modenesi presenti applaudono calorosamente. I nostri ormai sono decisi a superare gli avversari, ma la fortuna non li vuole assistere, chè Minchio, per una marcata brutale, è obbligato ad uscire dal campo. Così l’attacco dei giallo-bleu è spezzato, pur rimanendo sempre pericoloso. Dieci minuti prima della fine del match Zorzi ricevendo il pallone da Rota fugge verso la porta di Fontana, ma Donati senza che alcuno l’abbia toccato si getta a terra. L’arbitro sospende il gioco, e Donati tosto si alza in piedi sano come prima. Modena insiste nell’attacco che non dà però i suoi frutti e la fine del match trova le squadre alla pari.” “La squadra dei giallo-bleu, pur avendo avuto oggi una cattiva giornata, e avendo invece avuto la squadra avversaria, anche per testimonianza dei bolognesi, una giornata straordinaria, si è dimostrata superiore per assieme tecnica e valore di uomini, la fortuna però non ha voluto assistere i migliori. La partita non è però chiusa; essa è semplicemente rimandata al retour-match che dovrà disputarsi a Modena. Dei nostri è da elogiarsi tutta la difesa, specialmente Raffaldini: degli “avanti” soltanto Zorzi e Rossi furono all’altezza dei compagni delle altre linee. L’arbitro Resegotti fu in complesso imparziale.”

IL POST PARTITA

Ma il Derby, come prevedibile, lascia luogo a strascichi polemici: “Nulla vi sarebbe da aggiungere sulla partita di foot-ball giuocata ieri dai giallo-bleu a Bologna se su molti giornali non fossero apparse inesattezze. Prima di tutto si vuol far credere che il match si sia completamente svolto nell’area di rigore dei modenesi e che i pali della porta fossero mobili perché noi li troviamo, sui resoconti, sempre sulla via di tutti i palloni tirati dai rosso-bleu. Il Bologna adunque avrebbe dominato ma la sfortuna e i pali secondo loro, Raffaldini e C. secondo noi avrebbero impedito la vittoria bolognese. Ma guardate i corners concessi alle due squadre e ne troverete sei a favore di Modena e solo due contro, e ben si sa che i corners avvengono quando l’attacco avversario è pericoloso e insistente non quando si mantiene il giuoco sotto la porta avversaria. Inoltre il Bologna deve essere felice che l’arbitro il quale deve portare di certo il nome di Tomaso, non abbia voluto concedere un goal segnato da Zorzi poco dopo l’inizio del secondo tempo, avendo Fontana parato dentro il pallone, come affermava anche l’arbitro Sig. Brivio dell’Hellas, ieri guardia linee, ma Resegotti non vide e non concesse! Da ultimo riaffermando che quella di ieri fu una brutta giornata pei giallo-bleu rileviamo dagli stessi giornali di Bologna come i rosso-bleu abbiano avuto al contrario una giornata eccezionale. La vittoria adunque è sfuggita alla squadra cittadina per un complesso vario di cose, che formano appunto la cattiva giornata, a cui si deve ancora aggiungere l’allontanamento di Minchio a 25 minuti dalla fine, che privò la nostra linea attaccante di uno dei suoi migliori. Ma come abbiamo detto ieri la partita è rimessa al retour-match di Modena che dovrà avversi salvo cambiamenti il 25 gennaio e allora siam certi che il Modena farà vedere quanto vale. Ci piace ancora ricordare come sul campo del Bologna non sia successo alcun incidente degno di nota, sicchè l’inusitata cortesia e ospitalità ha veramente “costituito una lieta sorpresa”. Siamo certi che il pubblico modenese saprà ricambiare a suo tempo allo stesso modo, perché quella di ieri priva di ogni carattere di antipatico campanilismo, fu una bella giornata sportiva”. Nel suo ottimo libro “Una Storia in Gialloblu” Gian Carlo Silingardi sostiene peraltro che invece non tutto fu precisamente tranquillo, a suo dire “Ci si pestò alla brava, in campo, in tribuna, in Via Indipendenza” ( op. cit. , p. 21 )

La partita inaugurale dello Sterlino.

Il match Brescia - Bologna F.B.C.

a Villa Hercolani


Oggi alle 14,30, preceduto dalla cerimonia solenne di inaugurazione del campo, avrà luogo a Villa Hercolani il match di campionato fra le prime squadre del Bologna F.B.C. e del Brescia F.B.C. L'attesa per l'incontro è assai viva. Il Bologna scende in campo in formazione poco dissimile da quella della scorsa domenica. Mancano Guardigli e Scotti, sostituiti rispettivamente da Grazzi e Sala; e con tali sostituti l'handicap della squadra rosso-bleu non dovrebbe essere grave. Il Brescia manca ancora del suo ottimo Rueti; ma, ciononostante, è sempre un avversario tutt'altro che disprezzabile, che saprà accanitamente contendere al Bologna la vittoria. Dopo la gara fornita dai due teams domenica scorsa, il Bologna dovrebbe riuscire ad imporsi sui giallo-bleu [n.d.r.: il Brescia, nei primi anni Dieci del secolo scorso, indossava una maglia a righe blu-arancio, ma nelle cronaca della partita la maglia viene descritta come "giallo-bleu".], a meno che l'ormai proverbiale deveine dei bolognesi non continui anche oggi ad accanirsi contro di loro. Ecco la formazione delle due squadre:  
Bologna: Fontana, Grazzi, Palmieri, Sala, Della Valle I°, Fini, Donati, Della Valle II°, Badini, Rivas, Brunè (riserva Gazzotti). Brescia: Trivellini II°, Pisa, Marzoli, Grazioli, Trivellini I°, Mavaglio, Carpella, Ceresoli, Simonini, Vielmi III° (capitano), Santi. Arbitrerà il match il signor Mauro.

Da: "Il Resto del Carlino" del 30 novembre 1913

FOOT-BALL

L'inaugurazione del campo del Bologna F.B.C.

a Villa Hercolani

Un magnifico sole autunnale ha portato ieri la nota più bella perchè meno attesa, alla festa che il Bologna F.B.C. celebrava per l'inaugurazione del suo nuovo campo a Villa Hercolani. Alla riunione nessuno della falange degli appassionati del foot-ball aveva voluto mancare; cosicchè alle 14, quando Giuseppe Lipparini, l'oratore felicemente designato a pronunziare il discorso inaugurale, ha cominciato a parlare, tutto il recinto del campo nereggiava di spettatori e l'ampia tribuna era letteralmente gremita di folla elegante, con una larghissima rappresentanza del sesso gentile. di questa davvero imponente manifestazione di favore del pubblico deve essere lieto ed orgoglioso il Bologna F.B.C. che ha saputo con la sua coraggiosa iniziativa, arricchire la nostra città di un ritrovo sportivo degno in tutto delle tradizioni bolognesi, e che sarà indubbiamente anche in seguito frequentato come ieri, in ispecial modo se vi si svolgeranno gare animate ed interessanti come quella fra il Brescia e il Bologna. È dunque giusto che questa affrettata cronaca incominci con una lode sincera ai dirigenti del club cittadino, che per parecchi mesi diedero al compimento della impresa tutta la loro energia; al maggiore Cavara dei nostri pompieri e all'ingegner Amadei che portarono il prezioso disinteressato contributo della loro perizia tecnica nell'esecuzione dei lavori. Del resto, l'elogio migliore della geniale iniziativa è stato fatto da Giuseppe Lipparini nel suo discorso, di cui siamo lieti di poter riprodurre i punti più salienti. L'oratore, accolto al suo presentarsi da un lungo applauso, ha così incominciato:

Il discorso di Giuseppe Lipparini

La direzione della Società bolognese per il giuoco del calcio, invitandomi a inaugurare con queste poche parole il nuovo campo destinato, nel nostro desiderio, a una serie continua di vittorie, mi ha fatto un onore di cui io debbo, prima di ogni altra cosa, renderle pubblicamente grazie. Ho cominciato, or è un anno, ad assistere a qualche partita, attratto dalla curiosità del vedere giocare alcuni giovani tra i miei più cari e valenti; ma poi, a poco a poco, mi sono appassionato al bel gioco, sono divenuto un assiduo del campo, e, qualche volta, ho lasciato a mezzo un periodo o una strofa, per correre ad ammirare un calcio ben dato o un pallone ben riparato: sopra tutto, per ritemprarmi l'animo in questo spettacolo di forza, bellezza, di giovinezza, audacia onde si compone il fascino singolare di questo gioco. La letteratura italiana non ci ha perduto nulla; probabilmente, ci ha guadagnato la mia salute. È uno spettacolo di forza insieme e di audacia. Lontano dagli estremi così dalla ginnastica lenta dell'atleta che solleva con un braccio un quintale, ed è forte ma né coraggioso né audace: come dalla follia massacratrice della boxe che schiaccia nasi e fracassa mascelle; lontano così dalla mollezza elegante del tennis come dal professionismo disciplinato del pallone -- questo gioco richiede, oltre la forza e la destrezza, anche una certa dose di coraggio e di audacia. Giocandolo, si è quasi ognora sicuri di tornare con qualche ecchimosi o con qualche contusione; ma si rischia anche di essere zoppi per qualche settimana e di portare la faccia segnata davanti alle fanciulle. Ci vuole, insomma, animo risoluto contro queste piccole disgrazie che spaventano molti; bisogna imparare a non temere il dolore, anzi, ove occorra, a non sentirlo neppure. E questa, piaccia o non piaccia, è una scuola di vita che giova più delle massime dei filosofi e delle declamazioni dei poeti. Teodoro Roosevelt, in uno di quei suoi scritti ove fervono tanti elementi nuovi della modernissima civiltà di cui siamo figli, ha preso appunto il gioco del calcio come elemento di paragone per la condotta dell'uomo nella vita. Egli dice queste testuali parole: "Nella vita, come nel gioco del foot-ball, la massima da seguire è questa: -- Picchiare sodo; non giocare mai falso e non schivarsi; ma picchiare sodo. -- Ora dunque a voi, o giovani, la vera inaugurazione di questo campo che l'ardita iniziativa del vostro benemerito presidente vi ha preparato, e a cui sempre più numerosi verranno i cittadini.

La cortesia di Bologna


Sarà dolce, più avanti, alla bella stagione, col verde ritornante, godere qui in vista del cerchio delle colline sinuose e della placida campagna, sotto il cielo azzurro ed il solo eccitatore di energia e di vita; ma anche la vostra gioconda giovinezza pare fugare le nebbie e dare splendore a questo anemico sole. E, oggi come più avanti, noi solleveremo il nostro spirito nel vedervi misurare audacemente coi giovani di fuori, vostri competitori di forza e di ardire; come quelli che sono qui presenti, venuti da Brescia la ferrea a misurarsi con voi ad armi cortesi. Mi sia quindi lecito terminare con un saluto alla forte squadra avversaria, e alla città sorella, dove i giovani bresciani torneranno stasera dopo avere sperimentata, vincitori e vinti, la fraterna cortesia di Bologna. Un lunghissimo aplauso ha accolto alla fine il bellissimo discorso di Giuseppe Lipparini. Quindi la madrina del campo, signora Sbarberi, scesa dalla tribuna, si è recata, accompagnata dai dirigenti del Bologna F.B.C. con a capo l'infaticabile presidente signor Rodolfo Minelli, fin presso il goal dove era già stata legata ad un palo con un nastro dai colori rosso e bleu la bottiglia di champagne che doveva servire per il tradizionale battesimo. La gentile madrina ha infranto contro il palo la bottiglia, mentre i ventidue giocatori del Bologna e del Brescia lanciavano il loro triplice urrah e il pubblico prorompeva in battimani e in evviva entusiastici fra uno sventolio di cappelli e di fazzoletti. 
La gentile madrina ha infranto contro il palo la bottiglia, mentre i ventidue giocatori del Bologna e del Brescia lanciavano il loro triplice urrah e il pubblico prorompeva in battimani e in evviva entusiastici fra uno sventolio di cappelli e di fazzoletti.

Bologna e Brescia fanno match nullo


Il match Bologna - Brescia, incominciato alle 14,40, ha tenuto per un'ora e mezzo sospeso l'animo del pubblico, nell'incertezza dell'esito; ed ha suscitato frequentemente, con le sue fasi emozionanti, l'applauso più spontaneo e più fragoroso. La partita, convien dirlo subito, è stata veramente tra le più interessanti cui il pubblico bolognese abbia potuto assistere; e se i rosso-bleu debbono lamentare che ancora una volta l'accanirsi della sfortuna o l'incertezza dell'arbitro abbia impedito loro di afferrare quella vittoria che essi avrebbero ieri, come la scorsa domenica, meritato, debbono pur tuttavia riconoscere nei giallo-bleu bresciani degli avversari degnissimi, che hanno valorosamente sostenuto la lotta, in condizioni di inferiorità per la mancanza di uno dei loro migliori uomini e per l'handicap del campo non proprio. Il match può sintetizzarsi affermando che il Bologna fu quasi continuamente all'attacco impegnando per tutta la partita duramente i back e il portiere avversari; mentre il Brescia svolse quasi esclusivamente un gioco di difesa nel quale ebbe campo di eccellere il goal-keeper Trivellini. Questi in modo particolarissimo può considerarsi l'uomo che ha salvato la sua squadra dalla sconfitta: egli fu indubbiamente ieri il migliore di tutti gli uomini in campo; e il pubblico lo comprese e gli fece alla fine del primo tempo una indimenticabile ovazione. D'altra parte, anche la prima linea bresciana, nelle sue discese necessariamente poco frequenti, ebbe modo di farsi apprezzare assai: dotata di una mobilità estrema e di grande decisione, con passaggi rapidi e bassi, riuscì parecchie volte a impegnare la difesa bolognese, procurando a Fontana il modo di farsi applaudire in alcune belle parate.

I bolognesi segnano nel primo tempo

Nei primi minuti di gioco Trivellini  è subito obbligato a parare un forte shoot di Donati e quindi un corner a favore di Bologna. Poi la palla si sposta alternativamente dall'uno all'altro campo finchè Vielmi del Brescia sbaglia per poco un magnifico tiro. Ed ecco di nuovo Trivellini impegnato per una velocissima discesa bolognese chiusa con un forte tiro di Donati. Quindi il portiere rosso-bleu ha anch'egli la sua parte di lavoro: ben quattro tiri in goal consecutivi sono da lui parati magistralmente  tra un diluvio di applausi. Bologna gioca con il sole in faccia, ma ciò non impedisce che altri nuovi e insidiosi assalti vengano portati ala porta avversaria: Brunè prima, quindi Badini, poi Rivas, calciano in goal, ma Trivellini con magnifica sicurezza respinge sempre, in piedi o a terra. I bresciani a questo punto vedono scomparire dalla lotta uno dei loro migliori, che aveva fino allora assai contribuito a movimentare l'attacco: Rueti, il quale, benchè non del tutto ristabilito, aveva voluto egualmente allinearsi al suo posto, ma che poi non ha potuto resistere alla fatica e al dolore. I giallo-bleu, ridotti a dieci, comprendono la necessità di stringere maggiormente le maglie della loro difesa: e il match assume ora una più netta fisionomia, vedendo il gioco svolgersi quasi esclusivamente sul terreno del Brescia. Un altro tiro di Brunè, un'altra parata di Trivellini; poi Donati trova ancora pronto a una sua cannonata il portiere giallo-bleu. Finalmente, al 35° minuto, gli sforzi degli attaccanti bolognesi sono coronati dal successo: dopo una veloce discesa, Badini, che ha giocato oggi molto bene, dribblati tutti, infila il goal avversario, mentre Trivellini si getta inutilmente in plongeon. L'entusiasmo del pubblico si sfoga con lunghi evviva ai concittadini, mentre già Donati è di nuovo all'attacco e Trivellini di nuovo para. Ancora qualche vivace palleggio, un preciso cross di Brunè ripreso di testa da Donati e respinto dall'instancabile goalkeeper giallo-bleu, e il primo tempo si chiude con un punto di vantaggio pel Bologna. 

Il goal del pareggio

Un altro brillante attacco bolognese si ha subito all'inizio della ripresa. Badini fugge solo e tira uno shoot fortissimo che Trivellini riesce a stento a fermare; Brunè riprende e calcia di nuovo , ma Trivellini è già in posizione e para per la seconda volta splendidamente. Ed eccoci alla fortunata discesa bresciana: all'ottavo minuto Simonini fugge e tira in goal: Fontana riesce a piazzarsi e a toccare il pallone; ma questo, per il tiro fortissimo, gli sfugge e penetra nella rete.   Il punto del pareggio è segnato. Dopo due minuti i bresciani segnano ancora, ma il goal è annullato per un evidentissimo of side di due giocatori. Da questo momento Fontana non ha dovuto più toccare un pallone, e il gioco si è risolto in pertinaci assaltio dei rosso bleu alla porta di Trivellini. Un cross magnifico di Brunè non trova nessuno che riprenda la palla e segni il goal. Quindi un corner pei bolognesi ha esito nullo; e Trivellini respinge uno shoot di Donati su passaggio di Fini. La palla è però ripresa dagli avanti concittadini, e l'attacco continua; Trivellini para ancora, prima in piedi, poi in plongeon; e un terzo pallone gli giunge quando egli, a terra non ha ancora avuto il tempo di rialzarsi. Il portiere bresciano arresta tuttavia come può; ma tutti coloro che sono vicini al goal giudicano che la parata sia stata fatta entro la rete. L'arbitro però non accorda il punto, e la partita prosegue mentre il pubblico manifesta ad alta voce il proprio disappunto. Uno shoot di Rivas trova ancora Trivellini a posto. Quindi Badini tira fortissimo un pallone imparabile, che batte nell'angolo del goal bresciano fra i due pali e rimbalza in mano al portiere permettendogli di rimandare.  Anche questa volta il pubblico giudica che il pallone abbia toccato la rete, e fischia quando l'arbitro non accorda il punto. Ma il giudizio dell'arbitro è inappellabile; e così la partita dopo un ennesimo attacco bolognese che provoca una felice uscita di Trivellini, termina, su un corner infruttuoso pei bolognesi, lasciando le due squadre pari con un goal ciascuna. L'esito non è stato del tutto lieto pel Bologna, che anche ieri ha giocato assai bene.

Trivellini il migliore tra i bresciani


Ma al risultato del match ha contribuito senza dubbio lo stato del terreno, eccessivamente pesante e sdrucciolevole, che ha reso pressochè impossibili ai rosso-bleu molte azioni che essi abitualmente hanno mostrato di saper eseguire efficacemente. Inoltre Della Valle I, ottimo in tante altre occasioni, non ha potuto portare, causa una dolorosa storta ad un piede, quell'aiuto che la squadra attende sempre da lui. Grazzi, per quanto troppo spesso fuori di posto, rimpiazzò abbastanza bene Guardigli; e Sala si prodigò incessantemente, sia all'attacco che alla difesa. Buoni fra gli avanti Badini, Rivas, e specialmente Brunè e Donati, mentre Della Valle II rese assai meno delle altre volte. In difesa Palmieri si trovò parecchie volte a doversi liberare da solo da critiche situazioni e se la cavò sempre bene, Fini, instancabile e coraggioso,  gli fu in qualche occasione di buon aiuto, Fontana, infinitamente meno provato del portiere avversario, seppe tuttavia, nel primo tempo mostrarsi goal-keeper di classe. Dei bresciani, tutti giocarono con impegno e mostrarono un sensibile miglioramento dalla forma di tre mesi or sono, quando il Bologna riusciva a vincerli per tre goals a due. Fra loro però indubbiamente eccelse il portiere Trivellini, che conoscevamo per ottimo, ma che ieri deve essersi trovato in giornata assolutamente eccezionale. Il miglior elogio di lui è fatto dal nudo resoconto della partita, che lo vide impegnato infinite volte e sempre pronto, sicuro, agile difensore della sua porta. L'arbitro avv. Mauro, non contentò nessuno: fu a volte indeciso, a volte eccessivamente meticoloso; e da molti si afferma, forse non del tutto a torto, che con un altro al suo posto, il match sarebbe stato vinto dai rosso-bleu. Ma anche gli arbitri, come i giocatori, possono avere la loro cattiva giornata. R.P.

Lo Stadio Sterlino (Campo Angelo Badini).

Lo Stadio Sterlino (o Campo di Giuoco Villa Principe Hercolani, ma noto semplicemente con il nome di Sterlino) è un ex stadio di Bologna, demolito nel 1969. Dal 1921 era stato intitolato ad Angelo Badini, grande campione rossoblu degli anni dieci del secolo scorso, scomparso prematuramente, a soli 26 anni, a causa di una setticemia. Fu il terzo campo ufficiale del Bologna, dopo gli inizi ai Prati di Caprara e dopo il campo della Cesoia. Prendeva il nome da Starlén, nome dialettale della zona pedecollinare fuori porta Santo Stefano, dove era ubicato lo stadio. Lo Sterlino sorgeva in Località Ragno, esattamente in via Toscana 79, l'attuale via Murri. Lo Sterlino ha ospitato per 14 campionati le partite casalinghe del Bologna F.C.

La costruzione 

Dopo l'abbandono della Cesoia, il presidente del Bologna Rodolfo Minelli, individuò la zona dove sarebbe sorto il nuovo stadio dei rossoblu: era in località Ragno, poco fuori porta Santo Stefano, sottostante alla villa dei principi Hercolani. Nell'estate del 1913, vennero avviati i lavori sotto la direzione del Colonnello Cavara comandante dei Vigili del Fuoco, e dell'ingener Amadei. La prima partita di campionato, contro il Modena, vi venne giocata il 23 novembre 1913 e fu un pareggio (1-1), rete rossoblu del centravanti italo-argentino Emilio Badini e pareggio modenese di Zorzi. Lo stadio venne inaugurato il 30 novembre del 1913, con una cerimonia in grande stile, aperta da un discorso di Giuseppe Lipparini, uno dei più noti poeti e scrittori dell'epoca, tutto improntato all'esaltazione dei migliori valori del football; seguì il varo del campo, con tanto di bottiglia di champagne infranta su un palo della porta dalla madrina della manifestazione, la signora Sbarberi, mentre Bologna e Brescia, le due formazioni in procinto di affrontarsi, lanciavano al cielo un triplice hurrà. La partita, valevole per il girone Veneto-Emiliano del massimo campionato di Prima Categoria 1913-14, terminò 1-1, con reti di Emilio Badini per i rossoblu, e di Simonini per i bresciani. Queste le formazioni in campo quel giorno: Bologna: Fontana, Grazzi, Palmieri, Sala, Della Valle I°, Fini, Donati, Della Valle II°, Badini I°, Rivas, Brunè (riserva Gazzotti). Brescia: Trivellini II°, Pisa, Marzoli, Grazioli, Trivellini I°, Mavaglio, Carpella, Ceresoli, Simonini, Vielmi III° (capitano), Santi. Arbitro del match il signor Mauro. Reti: Badini I° 35 ', Simonini 53'.

La struttura originaria del 1913 

Originariamente lo stadio venne cintato con una staccionata in legno e a lato del rettangolo di gioco venne innalzata una tribuna coperta (di lamiera, sostenuta da grossi pali di legno), con zoccolo in cemento armato, primo caso in Italia di impianto per il gioco del football realizzato con impiego di cemento. Venne inoltre realizzata una gradinata in terra battuta per i posti popolari - sull'altro lato lungo del campo -, mentre gli spogliatoi vennero ricavati sotto la tribuna. All'ingresso del parterre di tribuna, una vezzosa casetta in legno ospitava anche un buffet; dietro, un'altra piccola costruzione - sempre in legno - ospitava il custode, Romolo Cocchi.

La ricostruzione del 1919


Quando finalmente, nel 1918, la follia della guerra si arrestò, la situazione del club e dello Sterlino era a dir poco disastrosa. Il terreno era in condizioni precarie, la tribuna era crollata, scomparso lo steccato in legno che delimitava il terreno di gioco. Il vecchio presidente, Rodolfo Minelli, si fece da parte, l'organismo societario venne ampliato e alla sua guida si impose Cesare Medica, genovese, industriale del caffè con interessi nel ramo alberghiero e della ristorazione, nonché degli spettacoli (di sua proprietà il cinema-teatro di via Monte Grappa che porta il suo nome). Medica volle fare le cose in grande stile, senza badare a spese: sventato lo sfratto, venne allestita una complessa operazione finanziaria, con la costituzione, l'8 novembre 1919, di una società cooperativa, "Bologna Sportiva", fiancheggiatrice e finanziatrice di quella calcistica. Fu una vera e propria anticipazione dell'azionariato popolare - chiunque poteva acquistare azioni [massimo 500] con garanzia di ottenerne un dividendo periodico - e consentì l'acquisto in proprietà dell'impianto, dopodiché se ne avviò la ricostruzione. Nel giro di poco più di un anno, lo stadio fu completamente ricostruito. La nuova tribuna, molto più ampia della precedente, era realizzata, su progetto dell'ingegner Baulina, completamente in cemento armato, con tanto di terrazza pensile, la prima assoluta in Italia. Due anni dopo, nel 1921, venne aggiunta una gradinata popolare (scoperta, sull'altro lato lungo del campo di gioco), interamente in cemento armato, capace di accogliere diverse migliaia di spettatori.

Lo stile architettonico

Da un punto di vista architettonico, l'impianto dello Sterlino era uno dei più sfarzosi dell'epoca: l'ingresso al campo di gioco, posto sulla via Toscana, era maestoso, con due enormi colonne bianche a sorreggere dieci grandi lettere rossoblu che componevano la scritta: Bologna F.B.C. (Bologna Foot-Ball Club). La tribuna, in stile tardo Liberty, con il suo elegante colonnato e la terrazza pensile - che consentiva a una parte di pubblico di godersi la partita da una postazione privilegiata -, era architettonicamente un unicum nel panorama degli stadi per il football dell'epoca. Un particolare curioso della terrazza pensile era che, nelle giornate più assolate, poteva disporre di un velarium che proteggeva gli spettatori dalla canicola.

La targa dei caduti per la patria

Alla ripresa dei campionati di calcio dopo la prima guerra mondiale, il Bologna si trovò a vivere un momento drammatico: alla distruzione delle strutture del vecchio Sterlino, corrispondeva la scomparsa di ben sette giocatori, che avevano perso la vita sui vari fronti di guerra: Guido Alberti (fratello maggiore di Cesare Alberti, sfortunato campione di Bologna e Genoa), Agostino Bianchi, Aldo Brivio, Guido Della Valle (socio fondatore del Bologna e fratello maggiore di Giuseppe Della Valle, uno dei più grandi rossoblu di tutti i tempi), Lazzaro Antonio Fontana, Guido Pifferi, e Lino Sala Rosa (quest'ultimo una tra le medaglie d'argento al valor militare con cui vennero decorati alcuni tra i caduti del Bologna F.C.). Insieme a loro, erano caduti anche i soci Rinaldo Balestra, Mario Bonvicini, Mario Cordara, Modesto Laffi, Silvio Presi e Giorgio Ridolfi. Il sacrificio di tutti loro fu ricordato il 19 settembre 1920, con una lapide posta a perenne ricordo sotto la nuova tribuna. Oratore fu l'avvocato Angelo Manaresi. L'epigrafe, dettata dal poeta Giuseppe Lipparini, recitava:

« Animatore delle più fiere energie -- il nobile gioco -- li temprò all'entusiasmo e all'azione -- così in faccia al nemico -- donarono generosi le giovani vite -- perché fosse salva e grande la patria -- il Bologna F.B.C. volle qui incisi i nomi dei caduti gloriosi -- a render sacra la memoria -- del dovere compiuto e del sacrificio. »

Lo Sterlino viene intitolato ad Angelo Badini

Angelo Badini (o Angel), italo-argentino di Rosario (i genitori, bolognesi, si erano trasferiti in Sud America in giovane età e fecero ritorno a Bologna nel 1912, quando Angiolino aveva già 18 anni), fu il capostipite di una dinastia di calciatori (i fratelli Emilio - il celebre Fanfarillo, centravanti e primo giocatore del Bologna convocato in Nazionale alle Olimpiadi di Anversa, nel 1920 -, Cesare e Augusto detto Nene gli altri tre) e il primo grande giocatore del Bologna. Per anni fu il fulcro della squadra, un centromediano di ineguagliabile forza propulsiva. Era dotato di grande carisma e aveva un grande ascendente sui compagni di squadra. Durante gli anni oscuri della prima guerra mondiale, fu lui a tenere unita la squadra, e come capitava all'epoca ai giocatori di maggior prestigio, allevò nei "boys" rossoblu una nidiata di ragazzi destinati più tardi a formare il nucleo centrale e vitale del Bologna poi forgiato da Felsner. Finita la guerra, fu ancora grande protagonista, anche se non venne mai convocato in Nazionale. Giocatore e persona di estrema correttezza, ragazzo colto (diplomato in architettura all'Accademia di belle arti), di grande simpatia, sul campo da gioco divenne proverbiale il suo «Sveglia!» gridato ai compagni nei momenti di difficoltà, capace di rianimare una prestazione sottotono. Giocò l'ultima partita della sua vita il 9 gennaio 1921, poi si ammalò di setticemia. Dopo poche settimane la malattia pareva in risoluzione, tanto che esultò da casa il 6 febbraio per un clamoroso 10-1 del Bologna ai danni dei rivali del Modena. Si disse addirittura pronto a scendere in campo la domenica successiva. Invece, un improvviso peggioramento lo rapì alla vita alle 18,20 del 12 febbraio 1921. La notizia della sua morte provocò sgomento in città, non solo tra i tifosi del Bologna. I suoi funerali videro una enorme partecipazione di folla, alla presenza di tutte le autorità cittadine e dei rappresentanti delle squadre avversarie, giunti a Bologna per rendere onore al grande campione, quello che fu considerato la prima "bandiera" del club rossoblu. Poco tempo dopo, lo Stadio Sterlino venne intitolato a suo nome: "Campo Angelo Badini".

Il Grande Bologna che faceva tremare il mondo 

Allo Sterlino nasce una squadra leggendaria

Al glorioso Sterlino si formarono le nuove leve che avrebbero fatto grande il Bologna negli anni Venti e Trenta. Una nidiata di formidabili campioni, tutti cresciuti alla scuola di Angelo Badini: Schiavio, Genovesi, Baldi, Gasperi, Alberti, Della Valle. Questi ragazzi portarono il Bologna F.C.a disputare cinque finali di Lega Nord in otto campionati: finalista dei gironi regionali del Nord (che davano accesso alla finalissima nazionale contro le squadre dei gironi del Sud) contro la Pro Vercelli nel 1920-21, persa 2-1 non senza polemiche. Di nuovo in finale di Lega Nord nel 1923-24, sconfitti dal Genoa. Nel 1924-25 il primo storico scudetto, dopo le cinque finali contro il Genoa. Nel 1925-26 nuovamente sconfitti in finale di Lega Nord, questa volta ad opera della Juventus. Nel 1926-27 secondi dietro al Torino, il campionato dello scudetto revocato alla squadra granata e mai assegnato alla squadra seconda classificata. Nel 1928-29, secondo scudetto per il Bologna guidato dal "mago" austriaco Hermann Felsner, vinto in tre partite contro il Torino. Era nato "lo squadrone che tremare il mondo fa", che nel 1932 e nel 1934, guidato da Angelo Schiavio e Gastone Baldi, due dei "boys" dello Sterlino, avrebbe trionfato anche nella Coppa dell'Europa Centrale, che dal 1927 al 1940 fu la più importante competizione internazionale a livello di club.

I record del Bologna allo Sterlino 

Nei primi due anni di vita dello Sterlino, fino alla sospensione bellica nel 1915, il Bologna vi giocò 12 partite di campionato, 6 vinte, 4 pareggiate e 2 perse. Nel primo dopoguerra il Bologna giocò in totale allo Sterlino 85 partite di campionato, con un ruolino strepitoso: 72 vinte, 10 pareggiate e solo 3 perdute. Questo non fece che alimentare la fama e il mito dello Sterlino, dal quale in 14 anni solo cinque volte il Bologna uscì sconfitto in incontri di campionato.

Allo Sterlino i primi incontri internazionali

Prima che Hugo Meisl, il leggendario allenatore del Wunderteam austriaco, creasse nel 1927 la Coppa dell'Europa Centrale, l'unico modo possibile per i club di confrontarsi in partite internazionali erano le amichevoli. Spesso le squadre danubiane, svizzere, tedesche, spagnole, scendevano in Italia in tournée, dando vita a partite molto combattute e sentite. Furono tantissime le grandi squadre e i grandi campioni stranieri che calcarono il terreno dello Sterlino: il Wiener Amateur (l'attuale Austria Vienna) di Matthias Sindelar, battuto per 4-2 nel 1925; il Rapid Vienna di Josef Uridil, vittorioso nel 1921 per 1-4 (la vittoria austriaca rimase talmente impressa nella memoria dei tifosi bolognesi che, il dirigente del Bologna Enrico Sabattini, nel 1925, scelse la maglia da trasferta verde in onore del Rapid) e sconfitto per 3-1 il 26 dicembre 1924. E ancora lo Young Boys di Berna; l'Old Boys Basilea; il Real Madrid di Santiago Bernabeu (all'epoca cannoniere principe delle "merengues"), sconfitto per 3-0 il 26 dicembre del 1920; il Wiener AF dell'estrosissimo nazionale austriaco Adolf Fischera; e tante altre squadre. Fu proprio di quel periodo il consolidamento della tradizione che vedeva il Bologna, il giorno di Santo Stefano di ogni anno, confrontarsi allo Sterlino con una squadra straniera.

Il dislivello del terreno di gioco

Lo Sterlino passò alla storia anche per un'altra particolarità, percepibile a prima vista: dalla porta posta a valle a quella a monte, correva un notevole dislivello. Anche la tribuna seguiva tale andamento. I bolognesi l'avevano soprannominato simpaticamente "il campo in discesa".

Finali disputate allo Sterlino

Lo Sterlino, oltre ovviamente alle finali scudetto disputate dal Bologna, ospitò anche altre finali per il titolo o per l'accesso alla finale nazionale. Nel campionato 1919-20, si giocò sul campo di via Toscana la finalissima nazionale tra l'Unione Sportiva Livorno e l'Internazionale Milano. La spuntarono i nero-azzurri meneghini, per 3-2. Nel campionato 1920-21, ancora il Livorno è protagonista di una bollente finale del torneo Peninsulare, contro gli acerrimi rivali del Pisa Sporting Club. I pisani ebbero la meglio e vinsero per 1-0, con rete di Tornabuoni.

L'abbandono

Con la conquista del primo scudetto (e le due finali di Lega Nord del 1920-21 e del 1923-24), il Bologna era ormai diventato una grande squadra. La folla dei supporters cresceva anno dopo anno. Leandro Arpinati, podestà di Bologna, da sempre vicino alle sorti della squadra rossoblu, da tempo pensava ad un nuovo grande stadio per il Bologna. Il 12 giugno 1925, alla presenza di Sua Maestà il re Vittorio Emanuele III, venne posata la prima pietra dello Stadio Littoriale, situato ai piedi del Santuario della Madonna di San Luca. L'otto maggio 1927, il Bologna F.C. disputò la sua ultima partita al glorioso Sterlino: fu una vittoria netta, 3-0 all'Internazionale, con rete di Pozzi, e doppietta di Bernardo Perin. Fu un bel congedo per lo Sterlino, un omaggio ad uno stadio che aveva vissuto mille battaglie sportive ed era entrato nel cuore degli sportivi bolognesi. Le formazioni in campo quel giorno: Bologna, 8 maggio 1927, Bologna-Inter 3-0 (3-0). Bologna F.C.: Gianni; Borgato, Gasperi; Genovesi, Baldi, Giordani; Pozzi, Della Valle, Schiavio, Perin, Muzzioli; F.C. Internazionale Milano: Degani; Gianfardoni, Bellini; Pietroboni, Cevenini III, Agradi; Conti, Castellazzi, Bernardini, Powolny, Rivolta; Arbitro: Carraro di Padova. Reti: p.t. Pozzi 36', Perin 37' e 38'.

Campionato Alta Italia 1944

Lo Sterlino tornò ad ospitare partite ufficiali del Bologna durante il Campionato Alta Italia 1944, torneo vinto dal 42º Corpo dei Vigili del Fuoco della Spezia. 

La demolizione 

Nasce il Centro Sportivo Sterlino Giulio Onesti

Nel 1969 lo Sterlino venne demolito. Un pezzo di storia gloriosissima della città di Bologna sparì per sempre. Al suo posto, nel 1972, venne edificato - su progetto dell'architetto Annibale Vitellozzi e sotto la direzione lavori di Renato Bernardi - il Centro Sportivo Sterlino, intitolato a Giulio Onesti, una struttura polisportiva che occupa l'intera area che fu dello stadio (20.000 m²), e che comprende: una piscina da 25 metri coperta (con vasca di 25 metri omologata per la pallanuoto e tribuna da 300 posti) e una piccola palestra per la preparazione atletica dei nuotatori, una vasca all'aperto ed una palestra polivalente di 20 x 40 metri per le attività di avviamento allo sport. Il Centro Sportivo Sterlino è dotato inoltre dell'unica vasca da 50 metri (a 8 corsie e tribunetta da 300 posti) della città, di una palestra attrezzata come centro di alta specializzazione per la ginnastica artistica e di una pista di atletica a 4 corsie di 50 metri. L'impianto dello Sterlino è il più bello della città. Contiene una piscina olimpionica estiva ed invernale, una piscina per bambini, una piscina coperta per attività agonistica, due palestre, aree verdi e bar. Le piscine dello Sterlino sono state gestite dall'AICS di Bologna per oltre 20 anni. Nel 2014, sono state acquistate dal Comune di Bologna, che le ha date in gestione ad una Associazione Temporanea d'Impresa costituita dai principali Enti sportivi di nuoto. Più volte minacciato di chiusura, ora la conduzione operativa dell'impianto di proprietà Coni è stata affidata al Comune di Bologna che, a sua volta, l’ha concesso in gestione alla 2000 Service srl, società di riferimento dell'AICS e di alcune sue associazioni sportive.  In tutti questi anni il Comune ed AICS hanno provveduto alla manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto, sgravando il CONI da qualsiasi onere. L’importanza dell’impianto è dato dalla sua affluenza, che nel 2011 ha toccato i 25.000 ingressi in piscina. Come scritto in un’interpellanza l’assessore allo sport del Comune Luca Rizzo Nervo, “Gli interventi manutentivi al Comune di Bologna sono costati oltre 600.000 euro l’anno”. Il centro sportivo è intitolato allo storico presidente del CONI Giulio Onesti e ospita tutta l’attività agonistica e dei corsi delle società AICS: Rari Nantes Bologna, Nuoto AICS Bologna, Nuovo Nuoto e Sterlino. La piscina é servita dalla rete urbana TPER -  linea 13.


STATISTICHE STAGIONI CAMPO STERLINO – A. BADINI 1913-1927
Stagione
Campionato
Amichevoli
Totale
G
V
N
P
GF
GS
DR
G
V
N
P
GF
GS
DR
G
V
N
P
GF
GS
DR
1913-1914
8
5
2
1
16
6
+10
14
8
0
6
30
28
+2
22
13
2
7
46
34
+12
1914-1915
6
2
3
1
8
7
+1
19
15
2
2
69
17
+52
25
17
5
3
77
24
+53
1915-1916*¹
6
5
0
1
21
7
+14
14
10
3
1
55
16
+39
20
15
3
2
76
23
+53
1916-1917*²
5
5
0
0
35
5
+30
4
4
0
0
23
5
+18
9
9
0
0
58
10
+48
1917-1918*
-
-
-
-
-
-
-
4
2
2
0
13
8
+5
4
2
2
0
13
8
+5
1918-1919*
-
-
-
-
-
-
-
23
15
3
5
82
31
+51
23
15
3
5
82
31
+51
1919-1920
10
8
1
1
36
3
+33
14
10
3
1
44
14
+30
24
18
4
2
80
17
+63
1920-1921
8
7
1
0
30
6
+24
17
13
3
1
61
16
+45
25
20
4
1
91
22
+69
1921-1922
9
7
2
0
32
5
+27
12
11
1
0
46
8
+38
21
18
3
0
78
13
+65
1922-1923
11
9
1
1
50
7
+43
12
10
1
1
41
4
+37
23
19
2
2
91
11
+80
1923-1924³
12
9
1
2
32
8
+24
14
14
0
0
39
8
+31
26
23
1
2
71
16
+55
1924-1925
14
12
1
1
37
7
+30
13
13
0
0
48
15
+33
27
25
1
1
85
22
+63
1925-1926
12
11
1
0
48
6
+42
12
9
2
1
66
15
+51
24
20
3
1
114
21
+93
1926-1927
12
10
2
0
31
11
+20
9
8
0
1
32
8
+24
21
18
2
1
63
19
+44


113
90
15
8
376
78
298
181
142
20
19
649
193
456
294
232
35
27
*
271
+754
Legenda: risultati totali partite giocate al Campo Sterlino in campionato, dal 23 novembre 1913 (prima partita ufficiale giocata al Campo Sterlino: Bologna - Modena 1-1), all'8 maggio 1927 (ultima partita ufficiale giocata al Campo Sterlino: Bologna - Internazionale 3-0). Risultati totali partite giocate al Campo Sterlino in amichevole, dall'11 gennaio 1913 ( prima amichevole ufficiale giocata al Campo Sterlino: Bologna - Jucunditas Carpi 5-1), all'1 maggio 1927 (Bologna - Pro Vercelli 1-0). Risultati totali partite giocate al Campo Sterlino tra: campionato, Coppa Federale 1915-16, Coppa Emilia 1915-1916, Coppa Emilia 1916-1917, amichevoli, dal 23 novembre 1913 (Bologna - Modena 1-1)
all'8 maggio 1927 (Bologna - Internazionale 3-0).
Legenda: G (partite giocate); V (partite vinte); N (partite pareggiate); P (partite perse); GF (gol fatti); GS (gol subiti); DR (differenza reti).
*: tornei calcistici di guerra in Italia 1915-1916, 1916-1917, 1917-1918, 1918-1919.
¹: dati comprendenti la Coppa Federale 1915-16 e la Coppa Emilia 1915-1916.
²: dati comprendenti la Coppa Emilia 1916-1917.
³: dati comprendenti finale di Lega Nord 1923-1924.
: dati comprendenti finale di Lega Nord 1924-1925.
: dati comprendenti finale di Lega Nord 1925-1926.
*: GF (gol fatti Totale) 1.025.