mercoledì 1 luglio 2009

1931-32: Maini, Schiavio, Reguzzoni, il magico trio del gol


Da sinistra: Maini, Reguzzoni, Schiavio.
Da sinistra: Maini, Reguzzoni, Schiavio.
Campionato di calcio di Serie A 1931-1932. Il Bologna dominò a lungo, trascinato dal "magico trio del gol": Maini, Schiavio e Reguzzoni (20, 25 e 12 reti nell'ordine), rimanendo imbattuto in campionato per 19 turni consecutivi. I rossoblù erano una macchina da gol: 5-1 alla Lazio al Littoriale; vittoria per 3-1 a Firenze; 3-0 al Milan; 2-0 a Genoa e Ambrosiana-Inter; 8-0 alla Triestina di Rocco e Colaussi; 3-1 all'Alessandria; vittoria per 5-1 a Casale; 2-0 al Bari. Una squadra perfetta. Tredici vittorie (cinque fuori casa) e sei pareggi. Il vantaggio sull'unica squadra in grado di impensierire i rossoblù, la Juventus, cresceva di partita in partita. Il Bologna venne sconfitto per la prima volta solo alla terza giornata del girone di ritorno, a Roma contro la Lazio per 2-1, reti dei brasiliani Demaría e Guarisi (il celebre "Filò"), inframezzate dal momentaneo pareggio di Rafael Sansone per il Bologna. Dopo il sudato successo per 2-1 sulla Fiorentina al "Littoriale" e quello più netto per 4-2 sul Torino, arrivò un'altra sconfitta, questa volta ad opera del Milan, per 1-0. Fortuna volle che anche la Juventus cadde in casa del Genoa, rimanendo distanziata di 3 lunghezze. Il Bologna, dopo aver regolato per 3-0 la Roma, subì lo stesso trattamento dal Genoa, che lo superò per 3-2, dopo una partita particolarmente tesa. I bianco-neri ne approfittarono portandosi a un solo punto. Altra sconfitta rossoblù a Milano, contro l'Ambrosiana-Inter per 4-3, sconfitta che costò il primato in classifica al Bologna a beneficio della Juventus. Alla 28^ giornata era in programma a Torino il match che valeva una stagione: i rossoblù sul vecchio campo di "Corso Marsiglia" contro la Juventus. Il Bologna partì benissimo portandosi subito in vantaggio con Maini, venne raggiunto da Orsi su calcio di rigore per poi riportarsi in vantaggio con Schiavio. Poi al 44' del primo tempo il fattaccio che condizionò non solo la partita e il campionato,  ma anche i rapporti tra due grandi assi della Nazionale (da quel giorno in poi i due non andarono mai più al di là di qualche frase di circostanza: per Schiavio Monti era il "delinquente" che aveva cercato di spezzargli una gamba, e i rapporti terminarono lì. Nemmeno la mediazione di Vittorio Pozzo riuscì a riconciliare Angiolino e Luis). Luis Monti, centromediano della Juventus - grande campione, ma spietato sul terreno di gioco -, con Schiavio a terra, entrò volontariamente sul ginocchio di Angiolino, pestandolo ripetutamente. Tentò in pratica di rompergli una gamba per toglierlo di mezzo (trattamento che l'argentino riservò in seguito anche a Matthias Sindelar in Coppa Europa). Per fortuna il terreno fangoso del campo di Corso Marsiglia attutì il tremendo impatto e la gamba non si ruppe. Schiavio tornò in campo per puro spirito di presenza, col ginocchio dolente e infortunato, non più in grado di essere protagonista e goleador come suo solito. In pratica, con un uomo a mezzo servizio, il Bologna dovette mettersi sulla difensiva e la Juventus passò altre 2 volte, ribaltando il risultato e vincendo per 3 a 2 una partita che, in condizioni normali, si era messa molto male per i bianco-neri. Dopo quella partita la Juventus ebbe la strada spianata verso uno scudetto che, per quello che fece vedere per 3/4 del campionato, meritava di vincere il Bologna. Ma l'annata meravigliosa del "magico trio del gol" rossoblù, non era destinata a concludersi con una tale amarezza e ingiustizia sportiva: il Bologna vinse la sua prima edizione della Coppa dell'Europa Centrale, andandosi a prendere una rivincita clamorosa in campo internazionale. La Juventus per anni inseguì la consacrazione europea, invano, non riuscendo mai a conquistare la Coppa Europa, all'epoca il trofeo continentale di maggior prestigio. Il Bologna vi riuscì per ben 2 volte. Allego la cronaca della famosa partita contro la Juventus, già riportata in un altro post.

Dal "Littoriale" del 2 maggio 1932:

Chi ha assistito a questa emozionante ed ardente contesa sulla cui importanza è inutile insistere, osservando obiettivamente i fatti e giudicando con serenità ha riportato l'impressione che il Bologna, squadra fortissima, meritava la vittoria, o almeno un risultato pari. La sfortuna e molti altri elementi, hanno concorso all'insuccesso di stretta misura. Sarà bene però rilevare che nell'aspra ed appassionante lotta il Bologna ha riconfermato l'alta classe e l'indomito spirito agonistico, e che la vittoria cui ha contribuito un calcio di rigore, non è certamente una brillante affermazione di superiorità dei bianco neri. Questa considerazione, e la potenza dimostrata specialmente all'attacco dalla squadra ospite, dicono chiaramente come non sia questa la scena madre del campionato che deve ancora decidersi fra le due compagini avversarie in altre 6 partite. La squadra felsinea pur combattendo con coraggio, ha piegato di fronte ad una Juventus resa maggiormente combattiva dalle condizioni del campo e dalla tattica che riteniamo errata usata nel secondo tempo dalla compagine bolognese. La pioggia caduta incessantemente durante la settimana precedente all'incontro e durante la partita, aveva trasformato il campo in un vero acquitrino: di ciò ha risentito maggiormente il Bologna che non ha potuto usufruire completamente delle qualità di velocità che distinguono le sue azioni nell'offesa. Tuttavia la classe in alcuni uomini che compongono l'undici rosso bleu, aveva sopperito dall'inizio e sino alla fine del primo tempo, alle difficoltà create dalle condizioni sfavorevoli del terreno. Infine la squadra ospite era riuscita a chiudere la prima parte della contesa con un netto vantaggio concretato nel punteggio di 2 a 1, ma nella ripresa, forse con la speranza di riuscire a conservare questo vantaggio, si è visto il Bologna rattrappirsi in difesa, venendo da sè stesso a creare condizioni favorevoli per l'offensiva avversaria, liberata dalla temibile pressione dell'attacco degli uomini guidati da Schiavio.

L'incidente Monti - Schiavio.

Errore veramente grave, in quanto la forza maggiore della bella compagine bolognese, è appunto l'attacco che aveva dimostrato in diverse occasioni di trovarsi compleatamente a posto e di manovrare con respiro, con finezza e con intelligenza nell'area juventina. Dobbiamo però sottolineare un altro fatto che ha contribuito a mozzare le unghie al battagliero attacco rosso-bleu: al 44' del primo tempo in uno scontro fra il centro mediano juventino Monti, e Schiavio, che sino ad allora aveva giocato valorosamente e proficuamente per i suoi colori, questi cadeva; e si vedeva allora Monti farglisi sopra e colpirlo e pestarlo ripetutamente con intenzione al ginocchio, tanto che il valoroso attaccante felsineo fu trasportato a braccia fuori dal campo quasi svenuto. L'arbitro Lenti, o non si è accorto del grave fatto, o credette opportuno, per il buon esito della partita (il che è per noi molto discutibile) non dare il seguito che sarebbe stato doveroso e necessario al brutto episodio.

La tattica difensiva dei rosso - blu.

Può darsi che la tattica difensiva usata dal Bologna nel secondo tempo, sia stata dovuta ad eccessiva preoccupazione, dettata non non solo dalla speranza di conservare il successo ottenuto, ma sopra tutto dalla diminuita efficienza del reparto attaccante, per le contusioni riportate da Schiavio. Infatti il centro attacco bolognese, ritornava nel secondo tempo fra le file degli ospiti, ma la sua opera si limitava prima ad una semplice presenza, come ala destra nel quale ruolo non riusciva a portare aiuto ai compagni. Dopo il pareggio juventino, egli riprendeva il comando dell'attacco, ridotto a Reguzzoni, attivissimo, ed a lui zoppicante. La Juventus scatenava in pieno le sue offensive eseguendo una fitta rete di attacchi in area avversaria.

La sfortunata reazione dei rosso - blu.

Cercò il Bologna a tratti di liberarsi dalla morsa e reagire e di portare a sua volta l'azione offensiva contro la porta di Combi. Due o tre volte la squadra ospite fu sul punto di riportare il successo ad opera di Reguzzoni che passò con precisione al centro numerosi palloni. Ma inutilmente, sia per l'inefficienza in cui era stato ridotto Schiavio, sia per la mancanza degli uomini della propria linea troppo arretrati a sostegno della mediana, sia perchè una volta trattenuto da Varglien per la maglia mentre si accingeva a tirare completamente libero da due o tre metri di distanza contro Combi. Infine Fedullo ha giuocato fra gli avanti nel suo ruolo di mezzo sinistro, e la prima linea del Bologna che ha svolto azioni bellissime e veramente pericolose per la precisione e per la distribuzione del giuoco. La linea mediana ha retto degnamente il confronto con quella avversaria. Montesanto è stato l'uomo che ha interrotto numerose incursioni dei bianco-neri ed a lui spetta il merito di aver rinviato sulla linea bianca della porta una centrata raso terra di Orsi e deviata in gol da Vecchina. La difesa ha avuto in Monzeglio un gladiatore calmo, preciso, e irruente quando era il momento egli ha saputo sempre affrontare gli avversari e dominarli.

Un semi - infortunio di Gianni.

Gianni che si è prodotto in qualche parata veramente difficile si è fatto passare un pallone e ciò si giustifica con l'eccessivo orgasmo di fronte all'avversario, così munito. La Juventus ha sferrato, come al solito, l'offensiva nel primo tempo, chiudendo in passivo e poi ha avuto respiro dalle menomate condizioni degli avversari e dalla loro errata tattica ha sferrato le azioni che gli fruttarono il successo. Diversi fattori testimoniano a favore della potente e volitiva squadra bolognese; prima di tutto il fattore campo e l'incidente contro Schiavio. Con ciò non si vuole diminuire la vittoria della squadra torinese che oggi ha piegato i suoi più fieri avversari e ha spianato il suo cammino. Un pubblico immenso affollava lo stadio molte ore prima dell'inizio della partita. Numerose comitive di bolognesi erano giunte con treni speciali. Alle 15 arrivano in campo le autorità acolte da festosi saluti e battimani. Nelle tribune siedono S. A. R. il Principe di Piemonte seguito dal Duca di Pistoia, dall'on. Giuriati, Presidente della Camera dei Deputati, il Segretario federale il Podestà di Torino. Subito dopo sbuca dal sottopassaggio Lenti, seguito dalle due squadre che assumono la formazione seguente: Bologna: Gianni; Monzeglio, Gasperi; Genovesi, Baldi, Montesanto; Maini, Sansone, Schiavio, Fedullo, Reguzzoni. Juventus: Combi; Rosetta, Caligaris; Varglien I°, Monti, Bertolini; Munerati, Cesarini, Vecchina, Ferrari, Orsi.

La cronaca dell'incontro.

Al secondo minuto dall'inizio un calcio di punizione per fallo dei bolognesi. Monti manda fuori. Rimessa in giuoco; discesa Vecchina - Cesarini. I giuocatori sono spostati verso il fondo del campo e non hanno altro avversario che il portiere; ma Gianni esce si tuffa sui piedi di Cesarini e gli carpisce la palla. Al 5' discesa juventina e risposta bolognese. Fugge Maini, ostacolato da Bertolini, che ferma l'ala con uno sgambetto. Il calcio di punizione è battuto da Genovesi; Maini riprende la palla e la mette in rete. Fra un clamore di incitamenti, la Juventus parte all'attacco, e una discesa intessuta fra Ferrari - Orsi obbliga Montesanto per troncare, a mettere la palla verso la linea di fondo. Gianni libera. Monti lancia Orsi, che fugge ostacolato da due avversari verso la linea di fondo bolognese: qui giunto centra: sulla traiettoria della palla sono Munerati e Gasperi. Nel salto che entrambi compiono, Gasperi va a cozzare contro Munerati che cade. L'arbitro concede subito il calcio di rigore, che tirato da Orsi, batte inesorabilmente Gianni. È il 20' siamo uno a uno. Le squadre si temono, e manovrano velocissimamente cercando di non scoprire le rispettive difese. La netta superiorità bolognese è evidente. Al 25' un tiro di Baldi costringe Combi a uscire per arrestarlo. È preceduto da Maini che colpisce la palla di testa mandando fuori. In questo periodo giunge il secondo goal bolognese. Lo provoca un intervento falloso di Bertolini. Conseguente punizione battuta benissimo da Baldi che manda la palla a Schiavio che si libera del suo diretto avversario e precede il tuffo di Combi, spedendo in rete. È il 41', siamo 2-1 per il Bologna. A questo punto un incidente si verifica che mette fuori campo Schiavio, l'arbitro fischia subito dopo la fine del primo tempo.

La ripresa.

Si incomincia e l'azione indugia nei pressi dell'area felsinea. La palla perviene a Monti che centra. Raccoglie Vecchina quasi spostato sulla linea di fondo che tira in porta. Gianni ingannato non riesce a fermare la palla, che giunge salterellando e lo scavalca, in modo imprevedibile mentre egli si butta in tuffo. Siamo 2 a 2, è il 54'. Schiavio ritorna al posto consueto di centro avanti. Al 58' calcio d'angolo contro il Bologna. Cesarini, sulla traiettoria della palla, riesce a colpirla di testa ma sbaglia. Al 78' la Juventus riesce a segnare il punto della vittoria con Vecchina dopo un'azione portata da Rosetta sin quasi in area bolognese. Segue il vigoroso serrate del Bologna alla ricerca del pareggio; ma gli sforzi generosi degli atleti bolognesi rimangono sterili, in gran parte per l'impraticabilità del campo, ridotto in questi ultimi momenti ad un vero pantano".

Dal "Littoriale" del 3 maggio 1932:

"Maggio piovoso in quel di Torino, e apparato invernale, se non nella temperatura certo nelle condizioni atmosferiche. La partita per molti versi decisiva agli effetti del primato, ha avuto l'esito che la logica delle ultime prove della "Juventus", unite al sempre considerevole peso del campo amico, indicavano come il più probabile. I campioni hanno vinto, e oggi che il crollo della mediana laziale e conseguente gravissima sconfitta contro la "Roma", e la mancata vittoria del "Modena" sulla "Bari" sul campo di Viale Fontanelli sembrano fatti apposta per ammonire che il pericolo che la "Juventus" correrà anche sui campi avversi non è così urgente come si poteva credere, tre punti di distacco rappresentano un margine che -- a sei domeniche dalla fine del campionato -- può dare una certa tranquillità. Peccato! Avremmo preferito veder finire questa partita alla pari: ne avrebbe guadagnato l'interesse del torneo, e si sarebbero evitati i commenti, certo non benevoli, e con giusto motivo, che l'atto di Monti ai danni di Schiavio susciteranno. Per la gravità dell'atto inconsulto a sè e per le conseguenze inevitabilmente gravi che il "Bologna" dal dover giuocare con uno Schiavio praticamente inutilizzato ha dovuto risentire. Peccato, perchè il "Bologna" del primo tempo era apparso in forma splendente, e più ancora che per il punto di vantaggio con il quale era giunto al riposo, per la qualità di giuoco svolto, e per la resistenza alla pressione juventina, aveva convinto di essere in possesso delle armi migliori, degno in tutto e per tutto di lottar con i bianco-neri su un piede di uguaglianza. Alle insidie del terreno fangoso, si era mostrato anzi tecnicamente meglio attrezzato. Quando tra due squadre di tal levatura e in lotta per una posta così ambita, vien gettato sulla bilancia un peso negativo della forza di Schiavio che viene a mancare difficile è attrezzarsi in maniera da non risentirne danno. Forse lo schieramento difensivo adottato dal "Bologna" è stato una mossa sbagliata; forse un po' di nervosismo giustificato, in una col pallone viscido per la pioggia ha tradito Gianni: fatto sta che il "Bologna", ancora una volta con un solo punto di differenza ma è uscito battuto. Lenti, che aveva giustamente decretato senza esitare un calcio di rigore contro il "Bologna", ha avuto uno scrupolo eccessivo non prendendo nei riguardi di Monti il provvedimento che si imponeva. Non potremo certamente noi esser accusati di soverchie simpatie per i rigori eccessivi, o di scandalizzarci quando la contesa prende aspetto di battaglia: il calcio, esercizio maschio e rude, espone spesso a dolorosi incidenti. Quando però si tratta di un gesto come quello di Monti, indiscutibilmente violento e volontario il passarvi sopra è più che erroneo, colpevole. L'arbitro, del resto, può benissimo aver avuto elementi di giudizio sfuggito al controllo degli spattatori e dei critici.

Le speranze legate a un filo.

Il "Bologna" di domenica, può benissimo sperare di vincere tutte le partite e chiudere il torneo con la stessa autorità di marcia con la quale ha saputo condurlo sino ad oltre metà del cammino. Se così fosse, l'ultima parola non è ancora detta: "Modena" e "Lazio" non è detto che non trovino contro l'avversaria più illustre -- come è nelle loro tradizioni -- la giornata migliore, e allora... Ma tre punti di distacco sono molti, e il nostro sereno ottimismo si circonda di molte riserve...". p.

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