Stefano Chiodi nel Bologna. |
Stefano Chiodi, centravanti fisicamente molto prestante ma di movimento, agile, dotato di un buon dribbling e soprattutto di un tiro al fulmicotone, crebbe nelle giovanili rossoblù dopo essere stato prelevato giovanissimo dal Castelmaggiore. Il Bologna riuscì a soffiarlo in extremis al Torino (che ne aveva praticamente definito l'ingaggio) grazie al padre di Stefano che non volle sentire ragioni, dirottando così il figlio al Bologna, la sua squadra del cuore. Fu una scelta che si rivelò azzeccatissima: il giovane Stefano infatti bruciò le tappe nel settore giovanile, dove crebbe assieme ad altri talenti come Eraldo Pecci, Franco Colomba e Oriano Grop, compagni con i quali disputò una finalissima al Torneo di Viareggio contro la Fiorentina del giovane Giancarlo Antognoni (il Bologna venne sconfitto di misura per 1-0 – rete di Rosi per i viola – in una gara sfortunatissima chiusa dopo tempi supplementari). Si accorsero di lui anche quelli della Nazionale under 21, dove Stefano collezionò 3 presenze con 2 reti. Chiodi, terminata l'esperienza nelle giovanili, assaggiò per la prima volta l'impatto con il calcio "vero": venne infatti prestato per un anno al Teramo, in serie C, dove mise in mostra tutto il suo talento realizzando 8 reti in 29 presenze. L'anno seguente tornò al Bologna, dove agli attaccanti spettava un compito veramente ingrato: fare dimenticare il grande Beppe Savoldi, nel frattempo passato al Napoli. Chiodi non ci mise molto a fare capire di che pasta era fatto: alla 3^ giornata di campionato esordì in serie A davanti al Milan di Albertosi, e lo fece col botto: suo infatti il gol del pareggio rossoblù dopo il vantaggio rossonero di Vincenzi. Un gran gol, come erano spesso i gol di Chiodi, pochi, ma molto belli. Terminò quella sua prima stagione nel Bologna in serie A (1975-76) con un bottino di 8 reti in 22 presenze, non male per un esordiente. Le due successive stagioni di Chiodi nel Bologna si chiusero entrambe con 5 gol realizzati, più 1 in Coppa Italia.
Il trasferimento al Milan
Furono campionati contraddistinti da poche realizzazioni, ma quasi tutte di pregevole fattura, su tutte la fantastica rete realizzata all'Inter di Altobelli nel campionato 1977-78, in uno stadio Comunale gremito all'inverosimile (il Bologna vinse quella partita 2-1, rimontando lo svantaggio nerazzurro di Muraro con due "Eurogol" di Chiodi e Gil De Ponti). L'anno successivo, Chiodi - fortemente voluto da Gianni Rivera - passò al Milan, con il quale vinse lo scudetto della stella confermandosi grande cecchino su calcio di rigore. Dopo una breve parentesi alla Lazio, tornò al Bologna nel 1981-82, annata infausta. Fu infatti il campionato che decretò la prima storica retrocessione in serie B del Bologna. Chiodi, purtroppo, non poté contribuire ad aiutare la squadra con i suoi gol: si infortunò gravemente alla testa contro la Fiorentina al Comunale (in uno scontro aereo con Ciccio Graziani), finendo in coma per una notte. Al risveglio non ricordava più nulla, anche se ci pensò un fastidio all'orecchio a ricordargli quello che gli era capitato. Per lui un solo gol in campionato, nella vittoriosa trasferta di Avellino, con il "Partenio" espugnato per per 0-1 grazie a una sua prodezza. La sua bella avventura in rossoblù finì al termine di quel campionato; poi altre squadre, un precoce declino e il ritiro definitivo dal mondo del calcio, nel 1988. Terminata la carriera di calciatore, la porta di Casteldebole si aprì un'altra volta: per 3 anni Chiodi allenò le giovanili del Bologna con discreto successo. Grazie Stefano, eroe dei pomeriggi in rossoblù.
Il trasferimento al Milan
Bologna - Foggia 2-1, 19 febbraio 1978. Chiodi beffa Memo con un pallonetto. |
Chiodi, un destino da stella.
Di Rosanna Schirer
In rete contro l'Inter, nel 1978. |
Il ritorno al Bologna
Con Paolo Rossi prima di Bologna - Vicenza. |
Una notte davano in tv un incontro di boxe con Muhammad Alì, credo. Quella sera Rocco passò da me e con la sua proverbiale calma disse: 'So che seguirai il match: vengo anch'io. Però fammi un favore, compera una bottiglia di vino' . Non ricordo che marca mi indicò: so che costava 80 mila lire e, per non fare brutta figura, ne acquistai due. A fine match si porto via la bottiglia rimasta...". La grintosa punta, che conta 3 presenze e 2 reti in nazionale Under 21 e 2 match e 2 gol nella Militare, quando passò alla Lazio subì una squalifica di 6 mesi per illecito (scommesse). Tornò poi al Bologna (con uno stop altrettanto lungo per un infortunio riportato in uno scontro con Graziani), quindi di nuovo alla Lazio, poi Prato, Campania e Rimini, per finire a Lugo di Romagna. Stefano, che nel frattempo aveva acquistato un albergo, ha lasciato a 30 anni: per 3 ha allenato i giovani del Bologna, poi ha fatto l'osservatore. Ora vive a Budrio; oltre all'albergo, ha un ristorante e un bar con ricevitoria Totocalcio, gestiti con la moglie Fausta. Ha il patentino di allenatore, ammira Beppe Signori e confida: "Quando ho smesso avevo paura di non farcela e mi sono staccato dal calcio per un anno. Ho sistemato i miei cimeli in due bauli che non ho piu toccato. Forse ora e giunto il momento di aprirli". E di tornare nel mondo del pallone...
Ciao Chiodi, Bologna ti piange.
Se ne va a 52 anni un mito rossoblù.
di Gianfranco Civolani
Chiodi contrastato in tackle da un difensore del Genoa. |
Subito gol al debutto, contro il Milan e nella porta di Ricky Albertosi. Quanti giocatori hanno cominciato così? Pochi o pochissimi, ma a Stefano Chiodi è accaduto. E 8 gol alla prima stagione in serie A e a 19 anni non ancora compiuti, quasi come i nove di un altro illustre esordiente - Roberto Mancini - qualche anno dopo. Stefano Chiodi era un bolognese arioso di provincia, nato a Bentivoglio. Figlio di un uomo che aveva un bel nome plebeo (Dinamo era appunto il nome del papà) Stefano era uno dei tanti bolognesi di paese (Dino Fiorini di San Giorgio di Piano, Cervellati di Baricella, Ghetti di Argelato) che si portavano dietro un sogno, quello di indossare una maglia prestigiosa e - come dire - inossidabile nel tempo. E Bruno Pesaola non ci mise molto a capire che il pupone Stefano andava messo dentro e affidato alla buona grazia e alla preziosa collaborazione di un centravanti brasiliano ( Sergio Clerici detto il Gringo) che sapeva creare gli spazi giusti per chi con la maglia numero undici gli giocava così vicino. Era il primo Bologna senza Savoldi, appunto ceduto al Napoli dal presidente Conti in cambio di un gran pacco di soldi con l’aggiunta di due giocatori ritenuti un po’ frusti come l’ala destra Rosario Rampanti e il centravanti Clerici, un brasiliano paulista detto anche il Sordo (ci sentiva da un orecchio solo) che sulla piazza di Bologna qualche anno prima era stato un mezzo disastro. Ma Luciano Conti si era cautelato prelevando dal Brescia un presunto bomber (tale Bertuzzo) che avrebbe dovuto spaccare il mondo. Ma già alla terza partita (ottobre del ‘75) il giovane Chiodi si fece sentire e praticamente portò via il posto al malcapitato Bertuzzo, un solo miserrimo gol in quindici partite con ovvia e rapida cessione.
Un cuore generoso
In azione al Comunale. |
Stefano Chiodi aveva forza e faccia di bronzo. Fu subito precettato dai tecnici azzurri, giocò tre partite nella nazionale giovanile poi si perse un po’ per strada anche perchè afflitto dai soliti infortuni che coltivano gli attaccanti che ci davano dentro senza paura. Ma più tardi il presidente Conti - che già aveva ceduto ai migliori offerenti Savoldi e Pecci - non seppe resistere alla sirena del Milan e là Stefano Chiodi conquistò lo scudetto della Stella mettendo a segno 7 gol (tutti su rigore, ma sempre 7) a maggior gloria di quel gioiello di squadra targato Liedholm e Rivera. Poi due anni dopo Stefano cominciò un po’ a declinare e a farsi qualche giro. La Lazio, di nuovo il Bologna per una rapida comparsata e - a meno di trent’anni - l’oblio a Napoli (ma in C, al Campania) e al Pinerolo giusto per acchiappare gli ultimi quattrini. Stefano Chiodi - 33 gol in serie A - era un tipo solare che sapeva sempre buttarla sulla battuta pronta. E già da giovane gli piaceva buttarsi negli affari. Rilevò a Milano un ristorante insieme a quel bel tipo di Albertosi e poi con la moglie Fausta diventò a Budrio proprietario di alberghi e ristoranti. E avrebbe voluto fare l’allenatore (e lo fece, per un attimo nelle giovanili del Bologna), ma il lavoro lo assorbiva troppo e Stefano si era completamente dedicato agli aperitivi che sul mezzogiorno sfornava per gli amici di provincia. Stefano Chiodi era un cuore generoso. Aveva lanciato il Memorial Fiorini in onore di un caro amico così prematuramente scomparso. Ma l’ultima volta - a Pianoro - al Memorial Chiodi non arrivò mai. C’erano tutti gli altri, ma lui no. Stefano stava male, prima un po’ male e poi molto male e adesso Stefano amico mio e di tutti i giornalisti miei coetanei - se n’è andato a cinquantadue anni. Mi diceva sempre: « Ma come siamo messi con ‘ sto Bologna? » Caro Stefano, eravamo messi meglio quando c’eri tu.
È morto Chiodi, debuttò in rossoblù.
A Como, contrastato da un difensore lariano. |
Colomba: «Era generoso e ironico». Budrio era diventato il suo rifugio.
Chiodi esulta dopo un gol |
BOLOGNA - Personaggio unico, ironico, si faceva voler bene. Era diretto, non amava i giri di parole. Chiodi amava parlare con la gente e confrontarsi con tutti senza mai un briciolo di presunzione. Per questo era particolarmente noto e amato a Budrio, il suo rifugio. Ha combattuto sino all'ultimo istante con quel piglio che era assai noto a chi lo conosceva bene. Al suo fianco è rimasta, costantemente, la moglie Fausta. Sposato e padre di due figli, Tommaso e Irene, Stefano era diventato un apprezzato ristoratore a Budrio, dove ha gestito per anni un importante albergo ristorante, e nella frazione di Prunaro dove ha aperto con successo una pizzeria dove ha lavorato sino a quando la malattia glielo ha permesso assieme alla moglie, ai figli, ai nipoti. Franco Colomba: « Abbiamo condiviso bei momenti insieme. Era un ragazzo generoso, sensibile e sempre con il sorriso sulle labbra ». La sua morte non ha colto di sorpresa. Da anni infatti il centravanti, dal calcio impressionante, combatteva contro la malattia. I funerali si terranno domani mattina alle 10.30 presso la chiesa di San Lorenzo a Budrio. Ci sarà un intera comunità che ha apprezzato Stefano Chiodi, l'amico di tutti.
di Leonardo Arrighi
10 giugno, 2014
Bologna - Cesena 5-3, 28 marzo 1976. Chiodi batte Boranga. Per lui quel giorno 2 reti. |
I primi calci al pallone
Bologna - L.R. Vicenza 3-2, 9 aprile 1978. Chiodi al tiro in splendida coordinazione. |
L’esordio in Serie A
Fiorentina - Bologna 1-2, 7 marzo 1976. Chiodi anticipa Galdiolo e segna lo 0-2 per il Bologna. |
La vittoria dello scudetto
Pescara - Bologna 2-1, 1977-78. Stefano Chiodi al tiro contrastato dal pescarese Andreuzza. |
Un periodo sfortunato
Bologna - Genoa 2-1, 8 gennaio 1978. Chiodi contrastato dal difensore genoano Silipo. |
La vita oltre il calcio
Bologna - Perugia 1-1, 14/12/75. Chiodi porta in vantaggio del Bologna al 26° minuto. |
Ringrazio Tommaso Chiodi, Fausta Lambertini, Fernando Pazzaglia ed Ezio Venturoli.
Stefano Chiodi, un talento.
Di Vanni Zagnoli
Fiorentina - Bologna 1-2, 7 marzo 1976. |
Chiodi era un talento, il Torino l’aveva acquistato non ancora maggiorenne, il padre però lo convinse a firmare per il Bologna, di cui era tifoso. A 18 anni andò in prestito al Teramo, in serie C, segnò 8 gol. Nel 1975 debuttò in A con i rossoblù, gol al Milan. Forte fisicamente, veloce e dotato di buon dribbling e tiro notevole, diede il meglio in avvio. In rossoblù, con l’allenatore Bruno Pesaola, il Petisso, accanto a Sergio Clerici: dopo il ritiro di Josè Altafini, nel ‘77-‘78, il brasiliano restò l'unico straniero della serie A, dopo la chiusura delle frontiere, dal ’64 all’80. Del suo Bologna il 13 febbraio è scomparso Giacomo Bulgarelli, per la stessa malattia, nel 2005 un tumore al pancreas portò via Giuliano Fiorini, classe ’58. I tre erano amici, si ritrovavano spesso il lunedì sera, a cena e poi per giocare a carte, in un ristorante bolognese, la Brenta.“Aveva doti calcistiche e fisiche non comuni – sottolinea l’amico Farioli -, per essere un campione gli mancava solo la testa: non era così professionista fuori dal campo. Calciava di destro e sinistro, indifferentemente, con il suo 37 di piede. Debuttò in under 21, senza arrivare mai in nazionale. Lascia la moglie Fausta, 44 anni, con la quale gestiva una pizzeria a Prunaro, frazione di Budrio, nel Bolognese. E’ lì che la famiglia Chiodi si è realizzata in attività commerciali, nell’ultimo quarto di secolo, dopo il ritiro di Stefano dal calcio. Ha condotto l’hotel Sport, il bar Centrale, poi il ristorante albergo Del Teatro, sempre a Budrio. Il figlio Tommaso, 24 anni, si è appena laureato, la figlia Irene, 20, studia all’università. Farioli è stato per 30 anni titolare del Sultano, notissimo parrucchiere e poi centro benessere e palestra di Bologna. Chiodi era di Funo, l’amico di Castelmaggiore, dove l’attaccante fece le giovanili, fu lo stesso Farioli a introdurlo nella vita della Dotta.
Colpo di testa contro il Genoa. |
“Il suo gol più bello al Dall’Ara, contro l’Inter, non aveva ancora 20 anni. Stop di petto a centro area, fece girare la palla sopra la testa dell’avversario, si girò e la mise nel sette: alla Domenica Sportiva venne premiato come gol del mese”. Chiodi era soprattutto un burlone.“In compagnia aveva la battuta facile, raccontava barzellette, scherzava, si ritrovava a giocare a briscola anche con Bellugi, Bob Vieri (il padre di Cristian, ndr), Maselli e il portiere Zinetti”. Era rimasto in contatto con Giovanni Mei, l’ex stopper, ora osservatore per Franco Colomba, allenatore del Bologna, con Oriano Grop, Eraldo Pecci e Gil De Ponti. Stefano Chiodi nacque il 26 dicembre 1956 a Bentivoglio (Bo). Giocò nel Bologna dalla stagione 1975-76 al 1977-78, e ancora nel campionato 1981-82. Cresciuto nelle giovanili rossoblù, vanta 95 presenze e 21 reti in totale tra campionato e coppe.
Stagione
|
Squadra
|
Campionato
|
Coppe
naz.
|
Coppe
euro.
|
Altre
coppe
|
Totale
|
||||||||||
Com |
Pres |
Reti |
Com |
Pres |
Reti |
Com |
Pres |
Reti |
Com |
Pres |
Reti |
Pres
|
Reti
|
|||
1975-1976
|
Bologna
|
A
|
22
|
8
|
CI
|
-
|
-
|
-
|
-
|
-
|
-
|
-
|
-
|
22
|
8
|
|
1976-1977
|
Bologna
|
A
|
25
|
5
|
CI
|
1
|
1
|
-
|
-
|
-
|
-
|
-
|
-
|
26
|
6
|
|
1977-1978
|
Bologna
|
A
|
25
|
5
|
CI
|
4
|
0
|
-
|
-
|
-
|
-
|
-
|
-
|
29
|
5
|
|
1981-1982
|
Bologna
|
A
|
15
|
1
|
CI
|
3
|
1
|
-
|
-
|
-
|
-
|
-
|
-
|
18
|
2
|
|
|
87
|
19
|
|
8
|
2
|
|
-
|
-
|
|
-
|
-
|
95
|
21
|
|||
Legenda:
A
– Serie A
CI
– Coppa Italia
|
Stefano
Chiodi (Bentivoglio [BO], 26 dicembre 1956 – Bologna, 4
novembre 2009). 95 presenze nel Bologna tra Serie A e Coppa
Italia, e 21 reti, dall'esordio, 19 ottobre 1971, all'ultima
partita in rosso-blu, 18 aprile 1982. Ottimo attaccante, crebbe
nel settore giovanile del Bologna, che l'aveva prelevato
giovanissimo dal Castelmaggiore. Per lui 3 presenze nella
Nazionale Under 21 e 2 reti.
|
STEFANO CHIODI IN NAZIONALE – UNDER 21
____________________________________________________________________
Como, Stadio Giuseppe Sinigaglia, 9 febbraio 1977
ITALIA U21 - LUSSEMBURGO U21 4-0 (1-0)
ITALIA U21: Giovanni Galli (AC Fiorentina); Nazzareno Canuti (FC Internazionale Milano), Antonio Cabrini (Juventus FC); Loris Boni (AS Roma), Lionello Manfredonia (SS Lazio), Roberto Galbiati (Pescara Calcio); Paolo Rossi (SS Lanerossi Vicenza), Agostino Di Bartolomei (AS Roma), Salvatore Garritano (AC Torino) (dal 46' Bruno Giordano [SS Lazio]), Francesco Guidolin (AC Hellas Verona) (dal 71' Roberto Tavola [Atalanta BC), Stefano Chiodi (Bologna FC). A disp.: (12 Claudio Tarocco (Genoa 1893), 13 Mauro Ferroni (UC Sampdoria), 14 Franco Ogliari [Genoa 1893]). All. Azeglio Vicini
LUSSEMBURGO U21: Scholtes; Dax, Simon; Woalter, Raths, Bossi H; Scheltler, Dresch, Noel, Koster, Nauman. A disp.: (12 Kirsch, 13 Bossi J., 14 Clemens, 15 Chilling, 16 Thillens). All. –
Arbitro: Tauss (Jugoslavia).
Reti: al 14' Chiodi, al 72' Di Bartolomei, all'82' Di Bartolomei (rig.), all'89' Manfredonia.
Angoli: 9-1 per l'Italia
Note: in tribuna il direttore tecnico della squadra nazionale Bernardini, numerosi allenatori e direttori sportivi di serie "A" e "B".
____________________________________________________________________
Modena, Stadio Alberto Braglia, 24 febbraio 1977
ITALIA U21 - FINLANDIA U21 1-0 (0-0)
ITALIA U21: Giovanni Galli (AC Fiorentina); Nazzareno Canuti (FC Internazionale Milano), Antonio Cabrini (Juventus FC); Loris Boni (AS Roma), Lionello Manfredonia (SS Lazio), Roberto Galbiati (Pescara Calcio); Paolo Rossi (SS Lanerossi Vicenza), Agostino Di Bartolomei (AS Roma), Salvatore Garritano (AC Torino) (dal 20' s.t. Pietro Fanna [Atalanta BC]), Andrea Agostinelli (SS Lazio), Pietro Paolo Virdis (Cagliari Calcio) (dal 1' s.t. Stefano Chiodi [Bologna FC]. All. Azeglio Vicini
FINLANDIA U21: Isooaho; Pullainen, Hekkinen; Vaittinen, Laarsko, Koskine, Laskinen, Haaskivi, Satmi, Naukarinnen (dal 16' s.t. Ismail), Eskelinen. All. –
Arbitro: Ferdinando Reggiani di Bologna
Reti: Rossi al 37' s.t.
Angoli: 15-5 per l'Italia
Spettatori: circa 15 mila per un incasso di lire 20 milioni 14.000
Note: cielo coperto, terreno in buone condizioni. Presenti in tribuna il commissario tecnico Bearzot, il vice presidente della Lega Cestari e numerosi allenatori ed ossevatori.
____________________________________________________________________
Firenze, Stadio Comunale, 22 febbraio 1978
ITALIA U21 - FINLANDIA U21 1-0 (0-0)
ITALIA U21: Giovanni Galli (AC Fiorentina); Nazzareno Canuti (FC Internazionale Milano), Antonio Cabrini (Juventus FC); Patrizio Sala (AC Torino), Lionello Manfredonia (SS Lazio), Roberto Galbiati (Pescara Calcio) (46' Moreno Ferrario [SS Calcio Napoli]; Salvatore Bagni (AC Perugia) (46' Pietro Fanna [Juventus FC]), Andrea Agostinelli (SS Lazio), Bruno Giordano (SS Lazio) (46' Paolo Rossi [SS Lanerossi Vicenza]), Roberto Tavola (Atalanta BC), Stefano Chiodi (Bologna FC). All. Azeglio Vicini
FINLANDIA U21: Lindholm; Lahtinen, Helin; Salonen, Rissanen, Myotanen, Tomi Jalo, Ulmonen, Siolund (64' Timo Jalo), Houtsonen, Linjamaki (82' Kaartinen). All. –
Arbitro: Giulio Ciacci di Firenze
Reti: Chiodi al 35' s.t.
____________________________________________________________________
lo ricordo bene, Stefano ... potenzialmente era fortissimo, un attaccante completo ... ma fallì la sua grande occasione al Milan ... nonostante lo scudetto vinto, si segnalò per i clamorosi goal mancati ... poi, fu coinvolto nel "Calcio scommesse" e la sua carriera, praticamente, finì lì ...
RispondiEliminaSì potenzialmente era fortissimo. A Bologna si ricordano ancora certi suoi gol da antologia. Segnava poco, ma erano quasi tutti gol spettacolari. Ti ringrazio per il commento Stefano. Ciao.
RispondiElimina